xvii- regrets

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g w e n:

Calum non si faceva vedere da due settimane.

Non era solo saltare scuola o le sue ore al centro- avrebbe potuto essere rintracciato. Era iniziato con chiamate perse e messaggi, poi il suo telefono era stato completamente spento. Non sapevo se Calum si era dimenticato di pagare la bolletta del suo telefono o se mi stava completamente ignorando. Sinceramente pensavo che le cose stessero andando bene tra me e lui; pensavo che stavamo diventando amici.

Ero sinceramente preoccupata per Calum. Si poteva dire che mi importava del ragazzo dai capelli scuri, con l'anima problematica e non l'avrei negato. Poteva essere dolce e gentile quando voleva ed era quello che mi faceva venire speranza. Non potevo sistemare qualcosa che non era rotto. Calum non era rotto; solo incrinato ed io avevo il potere di riparare quell'incrinatura.

"Com'è stare alla scrivania? Ti diverti?" Chiese Evan mentre si sedeva sulla sedia accanto alla mia.

"E' davvero rilassante, ma mi manca insegnare ai bambini." Guardai Evan con un sorriso. I miei occhi stavano iniziando ad incrociarsi per il troppo guardare lo schermo del computer. "Soprattutto Lauren, ci sono un sacco di cosa di cui dobbiamo parlare."

"Non hai sentito?" Evan mi guardò confuso.

"Sentito cosa?" Chiesi, girando la sedia nella sua direzione.

"Suo fratello maggiore, Ashton, è stato assalito ed è stato in ospedale la scorsa settimana. I poliziotti l'hanno appena trasferito nel centro di detenzione." Mi informò. Stava sussurrando, attento con le parole per non farsi sentire da altri. Immaginavo che queste informazioni non erano per il pubblico ed capì che dovevo tenerlo in segreto.

"Oh, è terribile. Questo spiega perché Lauren non è qui da quasi due--"

"Due cosa?" Evan sollevò un sopracciglio, guardandomi confuso mentre aspettava il resto della mia frase. "Gwen, stai bene?"

"Puoi avere accesso ai documenti dei volontari con questa cosa?" Chiesi, indicando il computer.

"Uh, si posso. Ma è immorale e contro le regole." Spiegò con un tono curioso. I suoi occhi luminosi erano fissi nei miei mentre cercava di trovare qualche giustificazione per il mio improvviso desiderio di commettere un crimine.

"Pensi di poter accedere a quei documenti per me?" Chiesi. Mi mordicchiai il labbro e unì le mani con la speranza di vedere Evan sciogliersi alla mia richiesta.

"Posso chiedere perché?"

"Calum."

"Cosa? Gwen, lui porta cattive notizie. Non dovresti immischiarti nei suoi affari." Disse Evan, ma il suo tentativo di allontanarmi da Calum non avrebbe funzionato.

"E' mio amico, Evan e voglio assicurarmi che stia bene." Spiegai. "Evan, io e te siamo entrambi venuti in Australia con il desiderio di curare le anime perse. Io ho la mappa che serve a Calum. Ti prego, aiutami."

Evan mi guardò per un attimo, senza dire una parola. Alla fine sospirò, avvicinandosi con la sedia al computer. "Va bene, ti aiuterò."

"Oh mio Dio!" Sussurrai. "Grazie mille!"

"Ad una condizione." Disse all'improvviso Evan, sollevando un dito. "Mi permetterai di portarti a cena domani sera."

Whoa, non me l'aspettavo.

Aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì una parola. Rimasi seduta a guardare Evan con confusione. Non mi ero accorta che questo ragazzo che conoscevo da anni sentiva qualcosa per me. Ma quando ci eravamo conosciuti lui era in una relazione e quando non lo era, io stavo con Ryan. Evan era sempre stato un bravo ragazzo e anche attraente. Avevamo gli stessi valori ed immaginavo che il tempo non era mai stato a nostro favore, tranne ora.

Run Baby Run || punk hood (TRADUZIONE ITALIANA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora