xxxviii- options

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A/N: PRIMA DI LEGGERE QUESTO CAPITOLO TORNATE A QUELLO PRECEDENTE E LEGGETE L'ULTIMA PARTE PERCHE' NON MI ERO ACCORTA DI AVER PUBBLICATO SOLO META' CAPITOLO, QUINDI MANCAVA L'ULTIMA PARTE CHE HO MESSO ORA

g w e n:

Il mio sogno era così bello che non volevo svegliarmi. Sembrava così reale che ogni immagine era vivida. Nonostante la semplicità del contenuto, il sogno era meraviglioso. Era un giorno soleggiato, caldo e potevo sentire il sole che mi baciava la pelle. Ero in un parco a ridere e divertirmi con i miei amici e la mia famiglia, e come un angelo, Calum era entrato in scena. Con un sorriso che andava da un orecchio all'altro che mi aveva riempito il cuore di gioia, Calum mi aveva stretto tra le sue braccia e mi aveva baciato teneramente. Io avevo sorriso e anche lui, era tutto perfetto.

Poi mi ero svegliata.

Ci fu un rumore forte che mi risuonò nelle orecchie. Il cuore iniziò a martellarmi e prima che me ne rendessi conto mi ritrovai faccia a faccia con la realtà. Le altre ragazze intorno a me si misero ad urlare, a piangere e la cosa più terribile: ad urlare preghiere piene di speranza.

"Fila!" Urlò una guardia, dando un colpo con un muro con una sbarra di metallo.

Il rumore fu abbastanza per coprirci le orecchie mentre seguivamo gli ordini. Isra era dietro di me e, quando mi girai per guardarla, vidi paura nei suoi occhi scuri. Lei sapeva, io sapevo, e altre ragazze sapevano cosa significava questo. La porta in metallo pesante che ci separava dalla libertà era aperta. Ma non era la salvezza quella dove ci stavano portando Fiora e le sue guardie; avevamo un destino peggiore della morte.

Circondate dagli uomini di Fiora, uscimmo dalla stanza che era stata casa mia nei giorni passati. Era strano, così surreale essere fuori da quella prigione, ma sapevo che ci stavano solo portando verso un'altra cella. La luce su di noi vibrò, portando ombre sui muri mentre camminavamo.

Mi sentì come un maiale al macello; camminando verso la mia morte e non c'era niente che potessi fare. Volevo girarmi e guardare Isra, ma avevo paura. Eravamo circondate da quattro degli uomini di Fiora e sapevo che non avevano anima. Un piccolo errore e sarei potuta morire- ma avrei mentito se avessi detto che non avevo considerato la cosa. La morte sarebbe stata un'opzione migliore che il destino che stavo per incontrare.

"Su per le scale, sbrigatevi!"

Odiavo quando mi gridavano contro; voci diaboliche che rimbombavano tra i muri e mi colpivano il cuore con forza. Salimmo una scala di metallo, verso un'altra porta che sembrava stranamente familiari. Una volta che la raggiungemmo, la porta si aprì e fu in quel momento che le lacrime iniziarono a riempire i miei occhi.

"Oh, Dio, no." Sussurrai, coprendomi la bocca con la mano in completo stato di shock.

Non potevo crederci; mi rifiutavo di crederci. Uscì dalla porta ed entrai in una stanza così familiare che volevo prendere a calci il muro. Era una stanza che conoscevo bene perché era una stanza così vicina a casa. Mentre avevo sempre pensato che fossi da qualche parte nel mezzo del nulla, la mia anima si spezzò quando mi ritrovai circondata da quelle quattro mura.

Su un lato c'era uno scaffale di pitture, da un'altra parte c'erano dei cestelli, delle carte e poi un'altra porta- una porta che portava dritto all'Outreach Center. Ero sempre stata a casa; proprio sotto le persone che chiamavo famiglia e la cosa mi spezzò il cuore. Per tutto il tempo avevo pensato di essere in un altro paese, quando in realtà ero qui.

Non potevo controllare le mie lacrime, anche se sapevo che dopo sarei stata punita. Non mi importava e una parte di me voleva essere punita. Ero scomparsa da così tanto, ancora a Sydney, e nessuno ci aveva trovato. Ogni giorno i volontari entravano in questa stanza, anche Evan, probabilmente per rpendere cose per i bambini e a nessuno era venuto in mente che io potessi essere sotto i loro nasi.

Run Baby Run || punk hood (TRADUZIONE ITALIANA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora