xxxvi- heart to heart

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g w e n:

Rimasi seduta sulle gambe di Calum, le mie braccia intorno al suo collo mentre ci guardavamo. Qualsiasi cosa avesse in testa lo stava mangiando da dentro e mi faceva male vederlo così stressato. Calum mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, baciandomi poi una tempia. Il suo piccolo gesto, insieme al rapido battito del suo cuore, fece martellare anche il mio per l'ansia.

"Cal, mi stai rendendo nervosa." Dissi. "Che cosa devi dirmi?"

Calum non rispose subito, invece prese la mia mano e la posò sulla cicatrice sul suo petto. Con la sua mano sopra la mia, potevo sentire il suo cuore battere così forte che mi chiesi se fosse possibile che esplodesse.

"Lo senti, vero?" Chiese, la sua voce spezzata ad ogni parola.

Io annuì, prima di guardare Calum negli occhi. "Il tuo cuore è--"

"Non il mio cuore." Calum mi interruppe all'improvviso. Mi prese il viso tra le mani con una tale vulnerabilità che mi spaventò. "Questo non è il mio cuore."

"Cosa stai dicendo? E' il tuo cuore. Io conosco il tuo cuore." Dissi, accarezzando la zona.

"No, non è vero. Non conosci per niente il mio cuore." Calum scosse la testa.

"Si invece. Perché dici così? Conosco il tuo cuore come se fosse il mio!" Insistetti con frustrazione. Ero confusa e offesa delle parole di Calum. Non sapevo da dove veniva tutto questo e mi stava facendo sempre più male.

"Gwen, sono egoista." Disse Calum, alzandosi e costringendo anche me ad alzarmi. "Sono pericoloso. Sono terribile e il mio cuore è pieno di tutte le cose cattive del mondo."

"Tesoro, no!" Risposi, afferrando un braccio di Calum e tirandolo verso di me. "Tu sei gentile e bravo e questo," feci una pausa, indicando il suo cuore, "è pieno di tutta la bellezza. Ti amo e amo il tuo cuore."

I miei occhi lucidi incontrarono quelli di Calum e allora mi resi conto che c'era un segreto oscuro che nascondeva nella sua anima. Qualsiasi cosa fosse, lo attanagliava senza nessuna possibilità di lasciarlo andare. Era chiaro che questa enigmatica informazione sarebbe stata una cosa intensa, me lo sentivo.

"Tu non ami il mio cuore." Disse Calum con la testa bassa. "Ami quello di Ryan."

Furono quelle parole, piene assurdità e terribile dolore, che mi fecero smettere di respirare. Quando feci un passo verso Calum lui ne fece uno indietro.

"Perché dici così?" La mia voce quasi non esisteva.

"Non sono stato sincero con te." Disse Calum.

"Allora sii sincero con me adesso." Lo pregai. Feci un altro passo verso Calum e questa volta riuscì a toccargli la guancia. Mi sollevai sulle punte per dargli un bacio, rassicurandolo che sarebbe andato tutto bene.

Calum sospirò, sussultando quasi come se sentisse dolore. Mi prese la mano che era sulla sua guancia e la allontanò, come se non meritasse il mio tocco. S girò con la schiena rivolta a me, tirandosi i capelli per la frustrazione.

"Volevo morire." Disse e la sua frase sembrò per me un coltello. "Ero ubriaco e stavo pensando tanto. Soprattutto a Janet e alla vita. Mi odiavo così tanto."

"Cal." Sussurrai, posando una mano sulla sua schiena. Calum si girò, allontanando la mia mano.

"Ero su una moto sotto un cavalcavia il sei giugno intorno a 00:28." Continuò a dire, ma mentre continuava con la sua storia, mi tornavano in mente dei ricordo. E ogni ricordo accendeva una brutta sensazione che mi fece sentire intorpidita.

Run Baby Run || punk hood (TRADUZIONE ITALIANA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora