Martedì 18 ottobre 2016
Erano passate quasi tre settimane dal ritrovamento del corpo di Marta.
Al funerale, si era presentata quasi tutta la scuola. Laura, in lacrime, di teneva stretta ad Anastasia mentre camminavano accanto alla bara.
Era davvero deprimente vederle in quello stati. C'erano state fiaccolate e mobilitazioni. Di tutto.
I giornali erano pieni di titoli come:
"L'ITALIA INDIGNATA. NUOVO KILLER A PIEDE LIBERO?"
La gente si stava iniziando a chiedere se il lavoro mediocre della polizia tenesse davvero al sicuro i proprio figli. Ma come ogni cosa, anche questo macabro omicidio che aveva messo il liceo Kant in una luce così tenebrosa, sarebbe caduto nel dimenticatoio.
Come era passato in sottofondo il brutale omicidio dei genitori della povera Elena.
Dopo due settimane, la polizia era semplicemente arrivata alla conclusione che si trattasse di omicidio, e non di incidente come si era pensato inizialmente. I corpi erano stati trovati nella loro auto bruciata, a pochi chilometri da Roma.
Elena e i suoi fratelli erano stati mandati in una casa famiglia gestita da suore, un bel postaccio. Ovviamente i ragazzi della 1A erano andati più volte a trovarla, ma lei si era chiusa in sé stessa. Passava le giornate nella sua stanza, dato che la scuola era tenuta chiusa dopo l'omicidio.
Ed era caduto nel dimenticatoio anche il suicidio di Sara Marti, l'amica di Miriana. Lei era stata molto vicina a Laura, si era creata una sorta di empatia tra le due, una specie di legame.
Ludovica, l'unica che aveva visto la scena del delitto, era stata sommersa dalla stampa e dai curiosi, che la madre si è impegnata a tenere lontani dalla scuola.
Ora, era tornata una sorta di quiete. Per quanto possa essere quieta una scuola dove si è appena consumato un omicidio del genere. Riaperta da solo un giorno, già piena zeppa di chiacchiere.
Matteo se ne stava seduto sul davanzale di casa sua, in attesa di uscire per andare a scuola.
Guardava il cielo, così cupo ma così bello: perchè era l'unico a cui importavano davvero quelle cose? Agli altri importava solo il gossip, lo scoop. Lui cercava la verità.
E per quanto Marta potesse essere una persona spesso spiacevole, la frase che l'aveva fatto riflettere era quella scritta sul muro: "Ecco che fine fanno le stronze".
Marta non era certo la più "stronza", e se lo scopo del killer era fare pulizia di tutte le persone che non gli piacevano, allora sicuramente avrebbe ucciso di nuovo: e la polizia non faceva nulla.
Scese dal davanzale, e tornò alla sua bacheca degli indizi. Troppo pochi.
Era una passione, sin da quando era piccolo, investigare su ciò di misterioso che succedeva. Ma in quel momento, si sentiva come se avesse tanti pezzi di un puzzle che non riusciva a mettere insieme. È come se quella scia di eventi fosse solo ma cornice, e mancasse tutto l'interno, tutto il cuore della vicenda.
Forse era solo pazzo.
Forse aveva solo bisogno di dormire, dato che le ultime due nottate le aveva passate a studiare.
Prese lo zaino, e uscì di casa.Fuori, il freddo pungente che tanto amava congelava l'aria.
Davanti scuola, tra la folla di persone, incontrò Marta. Marta Dinnella era una sua compagna di classe, con cui aveva legato molto nell'ultimo mese.
Si avvicinò a lei, tentando di approcciarsi: -Ehi.
-Ehi.
Rispose lei, girandosi.
Aveva capelli corti e marroni, e un viso piccolo con due occhi grandi.
Indossava un cappotto bianco, che le donava un'insolita aria di classe.
-Come va?
-Beh...
Marta soffermò il suo sguardo sulla scuola.
-Meglio di altri.
-Già. Ho saputo che Ludovica era qui quel giorno...
-Si, è rimasta molto traumatizzata. Le sono stata vicina questi giorni. Sembra che conoscesse quella ragazza.
Marta sospirò. Aveva due occhiaie profonde e si poteva percepire la sua stanchezza.
Era un periodo difficile per molte persone.
-E poi, diciamo che quest'omonimia non ha aiutato.
Matteo ridacchiò.
Poi i due si diressero verso la loro classe.-Buongiorno ragazzi.
Inutile dire che Matteo si era completamente dimenticato di fare i compiti d'inglese.
-Buongiorno professoressa Tedeschini.
-Oggi interrogazione.
Annunciò la donna.
-So che è un momento difficile, ma questo non ci deve impedire di fare lezione. Allora... Bastianini...
La prof guardò il banco vuoto di Ludovica. Doveva stare davvero male.
-Allora Benedetti, vieni tu.
Il ragazzo si alzò dal banco, e si diresse verso la cattedra.
Aveva tutt'altro per a testa.
-So, can you tell me about...
-Excuse me teacher, but I think that this is not the right time to do something like that.
I mean, there are murders everywhere. Two person in this class just lost their best friend, another one lost her parents, and one is in shock.
La professoressa non si scompose, anzi, prese il registro e segnò un quattro.
-And you Benedetti? What did you lose?
Matteo guardò la professoressa dritto negli occhi, come in segno di sfida.
-I lost myself.
Disse quella frase quasi con disperazione, poi uscì dalla classe.
Il bagno dei maschi del primo piano era un luogo così freddo. Matteo si sedette sul davanzale e tirò fuori una sigaretta, guardando fuori dalla finestra.
Voleva cambiare.
Voleva cambiare la sua vita.
Voleva essere valido a qualcosa.
Ma chi era?
-Ehi.
Marta era entrata nell'angusto bagno.
-Ehi...
Matteo sorrise.
-Non dovresti stare qui.
-Lo so.
Rispose la ragazza.
-La prof mi ha mandato a cercarti.
Matteo sospirò, continuando a guardare fuori.
-Chi credi che sia?
Chiese poi.
-Che intendi?
Marta sembrava confusa, ma si sedette accanto a lui, divertita.
-Chi credi sia l'assassino?
-Cosa? Credi sia qualcuno che conosciamo?
Marta ridacchiò.
-Non penso proprio. E poi come farebbe un quattordicenne a uccidere una ragazza così... dai, è assurdo. Non ci riuscirebbe mai.
-Saresti stupita di sapere cosa riesce a fare un quattordicenne mosso dalla disperazione.Una volta a casa, matteo si distese sul letto, senza pensare a nulla.
Ma qualcosa lo tenne sveglio.
Un pensiero.
Un ricordo.
L'estate dell'anno scorso.Sabato 15 luglio 2016
-Allora Matteo? Pronto per il nuovo anno?
-Non lo so.
Il ragazzo ridacchiò.
-Secondo me è una cazzata il fatto che abbiamo preso il classico.
-Già. Ma e bello che ci siamo incontrati.
-È stata una fortuna il fatto che abbiano esposto le classi così presto.
Le classi per le scuole superiori erano state esposte a Giugno, poco dopo la fine degli esami di terza media. E così Matteo, era andato a cercare i suoi nuovi compagni su Facebook, ed erano diventati amici.
Laura, Miriana, Sara, Valeria e Marta. Anche Ludovica sarebbe dovuta venire quel giorno, ma per vari impegni aveva rimandato.
Erano loro cinque.
Il loro primissimo incontro.
Laura era certamente la più timida, la più riservata. La silenziosa.
Poi c'era Marta, forse fra loro la più aperta. La scherzosa.
Valeria era quella un po'più "pazza" quella che li avrebbe convinti a fare le cose più spericolate. La trainatrice.
Matteo era quello un po'più hipster, quello che dava particolarità al gruppo. L'alternativo.
Miriana era l'amica, la pacifica, colei che sarebbe stata sempre a fianco del leader. La spalla.
E poi Sara. La leader.
Ci si potrebbe fermare ore a parlare del carattere di Sara. Era unica. Poteva convincerti con una parola o distruggerti con un'altra. Poteva metterti contro un'intera scuola, o cambiare la tua reputazione in un batter d'occhio.
Quel giorno, quando loro cinque si incontrarono, successe qualcosa di terribile, che li avrebbe legati per sempre. E che, secondo Matteo, fu una delle cause della morte di Sara.Ma accantonò il pensiero, e tornò alla sua bacheca degli indizi.
Prima che potesse mettersi a lavorare, però il cellulare squillò, mostrando l'icona di un nuovo messaggio.Sai perchè mi sei sempre piaciuto Matteo? Eri l'unico che sapeva tener testa a Sara. Ora stai per pagarne le conseguenze però.
Matteo avvicinò il cellulare a se, come per controllare che quel messaggio fosse reale.
Numero privato.
"Che stupido scherzo", pensò.
Poi, il campanello.
Probabilmente era suo fratello che si era scordato le chiavi. Aprì quasi senza pensarci.
Ma quando tirò la porta si trovò davanti una poliziotta che lo guardava con aria ufficiosa. La riconobbe: la madre di Ludovica.
-Signora Bastianini...
Azzardò Matteo.
-Matteo Benedetti, secondo la legge 345 comma 3 per la tutela dei minori, hai il diritto di rimanere in silenzio e di chiamare i tuoi genitori...
La donna prese Matteo per le spalle e lo girò, legandogli i polsi con delle manette.
-Sei in arresto per l'omicidio di Marta Ferrini.
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1A
Fantasyle avventure di un gruppo di ragazzi alle prese con il liceo classico, che si ritroveranno in un vortice di eventi che vedrà come protagonisti ognuno di loro.