Venerdì 21 ottobre 2016
A volte crediamo che ciò che abbiamo non ci spetti.
Altre volte crediamo che ciò che abbiamo spetti a qualcun'altro.
A volte pensiamo che ciò che non abbiamo lo abbia qualcun'altro.
Altre volte pensiamo che ciò che non abbiamo non lo abbia nessuno.
Alcune volte speriamo che ciò che non abbiamo ci venga donato, in qualche vita futura.
Bellezza.
Soldi.
Amore.
Popolarità.
Altre volte speriamo semplicemente che gli errori del nostro passato possano essere cancellati. Cosa succederebbe se potessimo tornare indietro, agli anni delle medie? Saremmo davvero così diversi?
E se potessimo tornare fino alle elementari?
Le infinite colline dell'innocenza, dove eravamo liberi di correre senza una meta, semplicemente perchè così volevamo. Niente responsabilità, poche conseguenze ai nostri errori.
E come sarebbe bello poter fare altri passi indietro, fino a quei giorni dove la famiglia era tutto ciò che avevamo, dove i nostri pensieri erano così semplici e la giornata così breve.
Ma no.
No, ora siamo qui.
E siamo tutto ciò che siamo.
Siamo il nostro passato, i nostri errori, le nostre cicatrici forse poco chiuse.
Siamo le persone che abbiamo intorno, siamo le scelte che abbiamo fatto, il personaggio che abbiano deciso di interpretare.
E tutti, forse, speriamo che davvero non sia finita qui.
Che un giorno riusciremo finalmente a uscire da questo campo di battaglia, ad essere ciò che vogliamo essere. Che potremo volare liberi, senza problemi, come facevamo un tempo.
Felici.
Speriamo tutti che un giorno saremo davvero felici.Sabato 15 luglio 2016
-Che cosa facciamo ora?
Marta iniziò a tremare.
-Lui è... è
-È morto.
Rispose sara acida.
-È morto perchè voi l'avete spinto.
Sara se ne stava seduta sul muretto del tetto, lo sguardo neutro verso il basso.
-Nessuno lo verrà mai a sapere se ce ne andiamo subito.
La ragazza si alzò, seguita da miriana, in lacrime.
-Ragazzi, andiamo!
Gli altri tre rimasero impietriti.
-Non... non...
-Oh, andiamo!
Quel quartiere era praticamente deserto a quell'ora, e non c'erano telecamere.
-Nessuno verrà mai a sapere che siamo stati in questo luogo abbandonato da Dio.
Sembrerà un suicidio.Ma, quel giorno, qualcuno seppe di ciò che successe.
Scattò una foto, dal palazzo dall'altra parte della strada.
Ora, quei ragazzi erano nelle sue mani.venerdì 21 ottobre 2016
Il sole faceva timidamente comparsa in quella fredda mattinata autunnale.
Le foglie erano trasportate per le strade da una fredda brezza proveniente da nord, forse tramontana.
6:30.
Qualcuno iniziava tremendamente controvoglia ad aprire gli occhi.
7:00.
La giornata ha inizio.
Benvenuti all'inferno.
7:30.
Era il momento cruciale della mattinata, il bivio dove si decideva se fossi pronto ad affrontare il mondo o no.
E no, la maggior parte di loro non lo era.
7:50
La scuola iniziava a popolarsi di anime solitarie, in cerca di qualcuno, qualcosa.
8:00
Il cortile diventava un vero e proprio mercato, dove si compravano parole e si vendevano opinioni.
8:10
Il fatidico suono della campanella, iniziano le lezioni. La fiumana di ragazzi si dirige nelle proprie aule, aspettando una verifica, un'interrogazione, o anche semplicemente che quelle ore passino.Giorgia e Matteo si dirigevano veloci verso il commissariato.
Non sarebbe stato un dramma saltare un'altra giornata di scuola.
Entrarono nella fredda stazione di polizia, qualche agente li guardò male, ma nulla di più.
Avevano pianificato tutto.
Entrarono nel bagno, chiudendosi all'interno.
Per il poco tempo che Matteo aveva passato in cella si ricordava abbastanza bene come era strutturato il commissariato. Si ricordava a che ora passasse la cuoca a portare il cibo ai detenuti in attesa di essere trasferiti ad un carcere e si ricordava a che ora ritornasse, per riprendere i vassoi vuoti.
Si ricordava anche che l'agente Demedici usciva ogni giorno, alle 9:45, per prendersi un caffè macchiato, con due bustine di zucchero ai distributori. A quell'ora, la centrale era deserta.
Per una volta, la sua memoria fotografica gli fu utile a qualcosa di più del passare un compito.
La videro allontanarsi e sgattaiolarono dentro al suo ufficio.
Giorgia sentiva l'adrenalina salirle nel corpo.
L'ufficio era piccolo e illuminato da una luce calda. Sulla scrivania ordinatissima, c'erano pile di fascicoli rosa, un astuccio, e una foto di lei, suo marito e Ludovica.
Iniziarono a cercare.
Indiziato Deangelis.
Il fascicolo era pieno di foto di un ragazzo, con parecchie annotazioni su Sara.
Matteo sospirò.
Forse avevano appena trovato un possibile colpevole in tutto ciò.
Ne aprì un altro.
Caso Ferrini. Marta Ferrini.
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1A
Fantasyle avventure di un gruppo di ragazzi alle prese con il liceo classico, che si ritroveranno in un vortice di eventi che vedrà come protagonisti ognuno di loro.