Capitolo 5

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La sveglia del telefono continuò a suonare in quella stanza buia e silenziosa.

Imprecai alzandomi dal letto. Andai,correndo,verso l'armadio vicino alla cabina e presi il telefono zittendo la fastidiosa sveglia.

Segnava le 7:00 di mattina. Posai,anzi lanciai,il telefono sulla poltrona in camera e tornai in direzione del letto.

Nel farlo,venni interrotta un'altra volta da quello snervante rumore che suonava in continuazione.

Giuro,lo avrei volentieri spaccato. Notai che non si trattasse né di una sveglia,né di una canzone bensì di una chiamata.

«Sei pronta?» urlò Meredith dall'altra parte dell'apparecchio.
«Dio Mer,quando ti vedo ti uccido!» dissi con la voce roca e assonnata.
«Stavi ancora dormendo! Ti ricordo che alle 7:30 dobbiamo andare al bar a fare colazione».
«Sono le 7! Manca ancora mezz'ora! Dai adesso riattacco» la avvisai. Non aspettai nemmeno la sua risposta che riattaccai all'istante. 

La casa era silenziosa come ogni mattina.
Mio madre,quel giorno,aveva il turno alle 8 di mattina ma,durante la notte,lo chiamarono e dovette andare su in ospedale urgentemente.
Sperai solo che non tornasse a casa distrutto.

Alzai le serrande e per mia fortuna,nessun raggio di sole,mi infastidì la vista.
Fuori pioveva.
Non era quella pioggia pesante e rumorosa che piace sentire quando si è sotto le coperte o sotto una capanna/tetto o quello che sia.
Era una pioggia leggera,quasi inesistente.

Le nuvole nere coprivamo gran parte del cielo e ti avvisavano che ci sarebbe stato brutto tempo nel pomeriggio. Ben venga. Studiare con la pioggia? Una combinazione perfetta.

Andai diretta in bagno per spogliarmi ed entrare nella vasca. Prima di farlo,la riempii di acqua calda.
Una volta dentro,chiusi gli occhi per la tanta meraviglia.
Quanto era bella la sensazione di caldo dopo esser stato al freddo per vari minuti? Un'amore.

Sospirai sollevata e riposata. Entrare nella vasca piena d'acqua calda era il relax puro,sopratutto di prima mattina.

Sarei rimasta lì per ore e ore ma,il giorno prima,promisi a Meredith e Elenoir che sarei andata con loro a fare colazione da Dean,il proprietario del bar nonché nonno di Elenoir.

Presi il bagno schiuma e me lo spalmai sul corpo.

*************

Guardai un'altra volta la strada. In lontananza,intravidi due fari avvicinarsi sempre di più fino a fermarsi davanti casa.

Meredith era lì dentro che mi aspettava con un sorriso a trentadue denti.
«Andiamo Ky,sali!» disse battendo le mani sul volante.
«Ecco!» sbuffai per l'entusiasmo di Meredith a prima mattina.

Ma come faceva? Solo lei era in grado di sorridere,esultare e gioire alle 7:30 di mattina.
Portava una camicia a quadri rossa e nera,pantalone neri strappati al ginocchio e Dr.Martens.

Quel giorno,educazione fisica la saltavamo per l'assenza del professore. Molto meglio. Tanto pioveva e non la facevamo comunque.

Chiusi l'ombrello entrando in macchina anche io.
«Buongiorno Mer!» le diedi un bacio sulla guancia.
«Buongiorno tesoro. Prendiamo Elenoir e andiamo da Dean» avvisò prima di mettere in moto e partire.

Quel giorno,scelsi un maglioncino nero abbinato a skinny jeans e vans nere.
Abbassai lo specchietto e mi controllai.

Avevo lasciato che i capelli cadessero dove volevano e per il trucco,applicai una sottile linea di eyeliner.

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