Capitolo 11

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William's pov

Mi svegliai con l'ansia addosso che mi divorava.
Non avevo dormito molto e il nervosismo non rendeva le cose migliori.

Sospirai profondamente per calmarmi e guardai l'orologio per vedere l'orario.  
Erano le sei di mattina e la sveglia non aveva ancora suonato.
L'unica cosa in grado di calmarti la mattina è un bel caldo bagno.

Mi spogliai lentamente e riempii la vasca. Anche io,come Kylie,avevo un bagno in camera ma d'altronde a Riverside chi non lo aveva,era pazzo.
In questa città andavano tutti di corsa e il non avere un bagno in camera era un problema.

Quando l'acqua arrivò a metà vasca,chiusi l'acqua ed entrai dentro. 
Sospirai di nuovo nel sentire il mio corpo entrare in contatto con l'acqua.
Era una goduria continua e speravo di rimanere tutti il giorno lì dentro.

Chiusi gli occhi ed andai sott'acqua per riscaldare anche il viso.
Quando tutto il mio corpo era in calore,provai un estasi rilassante.
Dovevo riempire la vasca più volte.

'Ti piace Kylie?'.
'sinceramente?Si'.

A Daniel piaceva Kylie. Solo ora capii che quegli sguardi che le mandava durante l'ora di pausa,era per questo sentimento che provava.

'Mi sta iniziando a piacere una ragazza'
Era questo quello che aveva detto durante la cena a casa di Kylie e subito dopo l'ha guardata. Come ho fatto a non capirlo?

Da una parte era felice per lui ma dall'altra sorgeva un problema.
Oltre ad essere compagni di squadra,eravamo anche rivali perché anche a me piaceva Kylie solo che lei non lo sapeva. Anzi,non lo sapeva nessuno.

Dalla mia camera iniziò a suonare la sveglia e capii che erano le sette. Ero stato un'ora nella vasca ed ero abbastanza calmo.

Poi la sveglia si trasformò in una chiamata.
Lasciai squillare il mio telefono e uscii dalla vasca facendo con calma.
Quando il telefono cessò di suonare,dopo vari secondi ricominciò.

Di solito quando il telefono squilla due volte,è importante.
Allacciai l'asciugamano intorno alla vita ed uscii dal bagno prendendo il telefono sul letto.

«Che vuoi?» risposi guardando il mittente.
«Volevo sapere come stavi oggi».

Ogni volta che avevamo una partita da giocare,Logan mi chiamava sempre. Si preoccupava del mio stato d'animo e voleva che andasse tutto nel migliore dei modi.
Non per questo,eravamo migliori amici. Siamo sempre stato insieme,sin dall'elementari,se non all'asilo.

Siamo cresciuti insieme. Il nostro rapporto si intensificava ogni singolo giorno fino a diventare un fratello per me.

«Come va?» chiese di nuovo.
«Bene dai. Pronto per la partita?».
«Tu sei pronto?».
«Penso di si».
«Allora sono pronto anche io»
«Ti vengo a prendere?».
«Si,ti prego! I miei sono a lavoro».
«Passo tra una decina di minuti,muoviti».

Chiudemmo la chiamata insieme e mi preparai.

**********

«Buongiorno ragazzi!» ci salutò Alex.
Ci eravamo seduti sul muretto della scuola e stavano aspettando che gli altri della squadra venivano.

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