Prologo

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Entro in camera mia, un voluminoso libro è sulla mia scrivania bianca, che oggi è piú in disordine del solito.
Metto in carica il cellulare, ignorando i messaggi.
Mi avvicino al libro. È l'album delle foto di famiglia.
-Cosa ci fará qui?- sussurro.

Faccio scorrere velocemente le pagine, per poi soffermarmi su una foto in particolare.

Ero una bambina tra i sei o sette anni.
Indossavo un abito nero, in braccio tenevo il mio orsacchiotto preferito.

Era il funerale di mio padre.

Perchè questa foto è qui? Chi mai vorrebbe ricordare un momento così triste?

Mi scorre una lacrima sulla guancia, che cade velocemente sulla fotografia.

Mi ricordo, quel giorno. Il giorno in cui papá ha smesso di raccontarmi la mia storia preferita prima di andare a dormire, in cui ha smesso di chiamarmi Polpettina o Piccolina.
Il giorno in cui ha smesso tutto.

Ero rimasta a casa da scuola per festeggiare il suo compleanno.
Il suo regalo era dall'altra parte della strada, io e la mamma ci eravamo impegnate tanto. Io, felicissima all'idea che potesse essere ancora piú fiero della sua bambina, avevo attraversato la strada senza guardare, saltellando all'indietro. Non mi ero accorta che una macchina stesse per investirmi, mentre papá sì.
È corso in mezzo alla strada, dove stavo io, per salvarmi, e ci è riuscito, ma non a salvare lui.

È stata colpa mia.

Mentre quel ricordo orribile mi occupava la mente, mi sono accorta di aver versato altre lacrime, che hanno un po'modificato la fotografia.

Chiudo il libro rumorosamente, e lo appoggio su una mensola.
Bussano alla porta.

Yes, Daddy?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora