Capitolo 4

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Cazzo che caldo, peró. Mi sento come se avessi qualcuno addosso.
Oh no.
Aspetta.
Mi volto, Drake è attaccato a me.
Gli alzo un braccio, ma dopo un po' lo fa tornare alla sua posizione iniziale.
Riprovo, ma sempre la stessa storia.

Devo aspettare che qualcuno si svegli.
Guardo l'orologio, segna le 6,30.
Oggi avrò la prima lezione con la mia classe, non posso fare tardi!

La sveglia di Elisabeth suona.
Grazie a Dio!

-Buongiorno...- sospira Elisabeth.
-Giorno! Dobbiamo prepararci, eh!- esclamo.
Beth annuisce, ancora nel mondo dei sogni, mentre i ragazzi non si sono nemmeno alzati.

Mi sottraggo, con una delicatezza che mi contraddistingue, alla posizione che avevo mentre dormivo.

Entro in camera mia, utilizzo le stesse scarpe del giorno prima, mi metto una t-shirt nera e dei jeans skinny bianchi, e la mia felpa preferita, ovviamente, rosa.
Sono fissata con quel colore.

Mi pettino i capelli e metto il mascara. Beth mi aveva detto di scendere per fare colazione quando mi faceva comodo, il che mi spaventa, siccome mi perderò sicuramente.

Una ragazza esce dalla stanza di fianco alla mia, e prima che possa vedere chi è, strilla
-Ciao Kelly! Sei la nuova amica di Dave, vero? -
È Sophie.
-Sì, più o meno. Comunque sono Kylie-dico ridendo, mentre ci incamminiamo verso la mensa
-Oddio scusami, che sbadata.
Oh, Kylie, so che non mi conosci, ma potresti parlare di me a Dave?-
-Certo, tranquilla- arriviamo in mensa, saluto Bella e Jessica, e Sophie saluta Clary, che ci raggiunge.
-Ehi, ieri non ci siamo nemmeno presentate, io sono Clary-
-Io sono Kylie-
Vista da vicino ha dei lineamenti particolari.

Mi dirigo verso il tavolo delle mie amiche.
-Ehi Kylie! Sei nervosa?- esclama Bella
-Abbastanza... - sorrido
-Tranquilla, per la maggior parte dei corsi ci sarà Elisabeth ad accompagnarti, e a volte anche noi. -
Annuisco e prendo la mia colazione.

Chiacchieriamo, ma Elisabeth non scende, quindi finiamo di mangiare senza di lei.

Salgo le scale e busso alla sua porta.
-Beth, come mai non sei scesa? -
-Non sto molto bene. Scusami tanto, Kylie, avrei voluto stare con te il primo-secondo giorno di scuola!- dice delusa
-Tranquilla, ti racconterò com'è andata! Peró rimettiti per la festa di domani... -
Beth annuisce e sorride.
Esco dalla stanza.

Entro in camera mia e prendo il mio zaino, che avevo preparato prima di fare colazione.

Che ansia. Tutta la classe mi giudicherà da questo giorno, quindi non posso fare errori.
Scendo le scale e mi trovo al centro del piano inferiore, pieno di aule.
Devo raggiungere quella di inglese.

Dopo qualche tentativo riesco a raggiungere la stanza.

Entro nell'aula, che è tutto fuorchè silenziosa.
Gruppi di ragazze che parlano, e un unico mucchio di ragazzi, intenti a fare... Non so nemmeno io cosa.

Tutti si fermano a guardarmi per un momento, per poi riprendere a parlare.

La professoressa entra in classe e tutti prendono velocemente posto, come cerco di fare anche io.
Per caso, come trascinata dalla folla, capito nell'ultimo banco insieme ad un ragazzo che è troppo impegnato a leggere, per notarmi.

Finché la prof. non batte la mano sulla cattedra, la classe non si zittisce pienamente, e il mio compagno di banco chiude il libro, facendo caso a me.
-Scusami, non ti avevo vista... Tu sei la ragazza nuova, vero?- dice, imbarazzato
-Sì, mi chiamo Kylie- gli porgo la mano, sorridendo
-Piacere, io sono Jared.-
È un bel ragazzo, ha il ciuffo castano e gli occhi azzurri, sembra molto muscoloso, vedendo le braccia, lasciate scoperte dalla maglietta nera.

-Ragazzi, sapete perché Elisabeth Jennings è assente?-chiede la professoressa.

Mi faccio coraggio e alzo la mano.
Tutti mi guardano, ancora una volta.

-Ah, tu dovresti essere Kylie, giusto? - domanda, nuovamente la professoressa.
-Sì. Elisabeth è assente perché non si sente molto bene. - dico sicura
-Perfetto. - la professoressa scrive qualcosa sul registro ed inizia a spiegare.

Suona la campanella.
-Kylie, in che aula devi andare, adesso?- chiede Jared
-uhm, direi... Musica... Forse. - dico ridendo, come fa anche lui.
-Comunque dovrei andarci anche io, se vuoi ti accompagno- chiede timidamente.
Annuisco contenta.

Durante il tragitto mi scontro con una ragazza.

Cazzo che male.

-Ah, sì, Kylie cercavo proprio te.- È Clary.
-Cosa succede? - chiedo
-Seguimi, hanno delle cose per te nell'ufficio del preside.- dice, massaggiandosi le tempie, per il dolore delle scontro.
-Kylie dirò al professore che entrerai dopo, va bene? -
Annuisco e saluto il mio nuovo amico.
Io e Clary camminiamo fianco a fianco.
Tutti sono entrati nelle proprie aule, quindi non c'è molto caos.
-Posso chiederti una cosa, Kylie?- chiede la ragazza, sospirando
-Certo- sorrido
-Uhm, come fai a conoscere Jared?- chiede timidamente.
-Ci siamo conosciuti ad inglese, come mai?- dico ridendo, all'idea di parlare di una persona che ho conosciuto un'ora prima
-No, niente... - fa spallucce.

Mah.

Arriviamo, finalmente, all'ufficio del preside. Clary bussa alla porta.

-Salve, ragazze, sedetevi.
Ho delle lettere dall'Italia, quindi dovrebbero essere volte. -

Cosa? Anche Clary è italiana?

Il preside ci porge due lettere. Controllo il destinatario sulla mia, è corretto.
Estraggo il foglio di carta dalla busta, che dice

"Cara Signorina Butler,
La informiamo che abbiamo trovato delle testimonianze riguardo alla morte di sua madre. È stata uccisa da un collega di suo padre. Non sappiamo altro.
Cordiali saluti,
L'Agente Parker.''

Sussulto, in preda alla collera.
Chi è quel coglione che ha voluto far male alla nostra famiglia?
Respiro profondamente per calmarmi, e volto lo sguardo verso Clary, che ha le lacrime agli occhi.

Passano pochi istanti e finisce di leggere anche lei.

Appena si accorge che la sto fissando, tira su con in naso, facendo finta di niente.
Il preside fa cenno di uscire.

Appena uscite dall'ufficio, la curiosità prende il sopravvento, e chiedo
-Clary, io non ti conosco, ma posso chiederti cosa c'era scritto sulla lettera? - subito dopo averlo detto, peró, mi rendo conto si essere stata troppo impicciona, come al solito, e mi tappo la bocca con le mani.
-No, tranquilla. Sono solo allergica ai pollini.- dice sorridendo.
Annuisco, anche se so che non è vero.

Arrivo davanti alla mia aula, e piombo dentro
-MI SCUSI PER IL RITARDO PROFESSORE! -
la classe si mette a ridere.
Ansia.
Tanta ansia.
Mi metto a ridere anche io.
-Stai tranquilla, Jared mi ha detto che saresti arrivata in ritardo.-
Annuisco, e vado al posto.
La lezione dovrebbe finire tra pochissimo, comunque.

Suonano la seconda, la terza, la quarta e anche la quinta campanella.

Salgo le scale per andare di sopra, in camera mia.
Appena metto la chiave nella serratura, qualcuno mi trascina in una stanza.

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