Capitolo 8

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Entriamo in mensa, e noto Clary, proprio la persona di cui avevo bisogno ora!

Vedo che sta discutendo con Jared.
Si voltano entrambi a guardarci.

-Ciao ragazzi, cosa... Cosa ci fate qua così presto?- chiede Jared ansioso, chissà cosa si stavano dicendo.

-Uhm, noi...- mi guarda Drake interrogativamente
-Noi siamo stati svegli tutta notte e avevamo fame, quindi... Eccoci qui!- esclamo.

Clary annuisce, anche se sa che sto mentendo spudoratamente.

-Clary, dopo che tu e Jared avrete finito di discutere, puoi venire con me in biblioteca?-
-Certo... Jared, posso andare?- lo guarda malissimo, che abbiano litigato?

Jared annuisce.
-Drake, farò colazione piú tardi, non aspettarmi ok?-
Drake imita il suo amico.

Mi dirigo con Clary in biblioteca.

-Uhm, Clary, sai perchè sono venuta qui, giusto?-
-Sì, e credo di poterti aiutare, siccome abbiamo una situazione simile...-
-Situazione simile? In che senso?-

-Ricordi quel giorno in cui abbiamo letto le lettere nell'ufficio del preside?- si siede di fronte ad uno dei numerosi computer della biblioteca, io la imito, ed annuisco facendole cenno di continuare.
-Mi è stato comunicato che mia madre è stata uccisa.-

Cosa? Stiamo scherzando? Ecco Perchè piangeva! Avrei dovuto immaginarlo...

-Mi dispiace tantissimo, io...-
-Tranquilla, cerchiamo una soluzione insieme a questi misteri. Ci stai?-
Protende la mano verso di me, io annuisco sorridente e le stringo la mano.

Ci mettiamo all'opera, e racconto le informazioni che conosco riguardo all'omicidio di mia madre
-Tua madre è stata uccisa da un collega di tuo padre? Dove lavorava lui?-
-Era il fondatore della Butler & co.-
-Non ci posso credere! Mio padre lavorava lì, con mia madre.-

Mi si illumina la lampadina, vado sul sito dell'azienda, aiutata da Clary che a differenza mia, se la cava abbastanza bene con i computer.

-James e Ellen, vero?-
-Sì...- il suo viso si rabbuia, appena pronuncio il nome del padre.
-Qualcosa non va?-
-Mi fa sempre male sentire il nome di mio padre.-
Muoio dalla voglia di sentire perché, ma siccome non continua, evito di continuare.

Entro nelle informazioni di mio padre:
'Paul Butler, 1964-2007.
Fondatore dell'azienda.
Una moglie e una figlia.
In debito con un socio.'

-Cosa, mio padre in debito?-
-Eh?-
-Qui- indico il monitor -c'è scritto che mio padre era in debito con un suo socio...-

Sentiamo la porta sbattere.
Io e Clary ci guardiamo di scatto.

-Ragazzeeee!-urla Elisabeth, chi se no? -Dovete assolutamente seguirmi in mensa!- strilla, ridendo.

Mi alzo di scatto dalla sedia, Beth mi prende per il braccio e mi trascina via.

Fuori dalla biblioteca incontro anche Bella, Jessica e Sophie.

Entriamo in mensa.
Ho moltissima fame.

Prima di capire effettivamente cosa sta succedendo intorno a me, mi accanisco sulla colazione, che divoro in pochi secondi.

-Quindi? Cosa dovremo vedere, Beth?- chiede Bella, mentre noto che ha qualcosa sul collo.
-Cazzo! Siamo arrivate troppo tardi!- esclama Beth.
-Ma sei ubriaca?- ride Solphie
-Non credo proprio, non ti assomiglia per niente- dice Clary, con il suo sarcasmo, che mi fa morire dalle risate.
-Dai, Beth, dicci a grandi linee- dico, curiosissima.

Prima che Beth riesca a parlare, vedo Rose passarmi a 2 millimetri di distanza.

-Buongiorno anche a te, Rose.- dice Clary, alzando il tono.
-Oh, certo, per me è un giorno bellissimo, al contrario del vostro.-
-Rose, smettila di romperci le scatole- sussurra Bella
-Tranquilla, quattr'occhi, di'alla tua amica che sembra uscita dalla casa di Barbie, che il suo Ken non ha piú tempo per lei.- Rose sposta i suoi capelli da una parte all'altra, con fare di superiorità.

-Sentiamo, chi sarebbe il mio Ken?- faccio un passo avanti.

-Come, non lo sai?- sorride -Pochi minuti fa, il tuo tesoro Drake, si è dichiarato. A me.-
La fisso, sento le lacrime salirmi agli occhi.
-Non mi importa niente, tanto non mi è mai piaciuto.- do un colpo ai miei capelli, che si liberano nell'aria, e giro i tacchi.

Le mie amiche mi seguono fuori dalla mensa.

Inizio a correre verso il bagno, scoppiando in un pianto isterico e rumoroso, misto tra rabbia, dolore e confusione.

Mi rinchiudo in una cabina.

Appoggio la schiena ad un muro, e mi accascio per terra, abbracciando le ginocchia, mentre singhiozzo.

Mi sento malissimo.
In questo momento vorrei davvero urlare in faccia a Drake come mi ha fatta sentire, anche fargli male, se non avessi i sensi di colpa dopo, ma poi finirei per scusarmi e abbracciarlo.

Mi sento usata.

Sono un'illusa.

Davvero, credevo veramente che un ragazzo come Drake fosse capace di provare dei sentimenti per me?
Era palese che l'unico suo obbiettivo fosse portarmi a letto, lo diceva dal primo giorno.

Vorrei non credere così tanto alle persone, a volte.

Sento bussare alla mia porta.
-Kylie, sono Bella...-
-Bella vai via, ti prego.-
-No dai, lasciami entrare.-
Apro la porta.

Bella entra nella cabina, solo che è accompagnata da Beth e Jessica.

-Ragazze, davvero, non so cosa mi prenda.
Cioè, io non dovrei nemmeno starci male, io non lo sopporto!
O, almeno, non sono innamorata di lui.
Ma stamattina è stato così...-
-Stamattina?- domanda Jessica
-Ha detto che si è innamorato di me.-
Tralascio la parte prima, che sarebbe troppo imbarazzante da raccontare.
-La felpa è sua?- chiede Beth
Annuisco.

Cazzo me l'ero scordata.

-Restituiscila e chiedigli spiegazioni!- dice Bella.
Usciamo dal bagno.

-Facciamo così, stasera troviamoci tutte, anche Sophie e Clary, in camera mia, così tu ci racconti che è successo e parliamo della serata di ieri, va bene?- propone Jessica.
Annuisco.

Corro su per le scale, in camera di Drake, e busso fortissimo sulla porta.
Pochi secondi dopo mi apre.

-Principessa! Come mai mi vieni a trovare?- dice, sorridente
-Non mi chiamare mai piú così! Cosa credi di fare con me?! Illudermi di nuovo? Non lo permetterò.
Guarda, stamattina ti avrei anche creduto, dopo il tuo discorso così convincente, ma ora... Puoi anche andarti a farti fottete con la tua nuova ragazza!-
-Kylie, sei impazzita?-
-Io Impazzita?! Chiediti tu, invece, dove hai la testa! Se il tuo unico obiettivo solo scoparmi avresti potuto chiedermelo, senza illudermi riguardo a sentimenti che non provi, cazzo!-
-Cosa avrei fatto di male, ora? Siediti qua e parliamone civilmente.-
-Io non parlo civilmente! Tieni, mi hai giá rotto i coglioni con questa storia!-

Mi tolgo la felpa e gliela butto sul letto, correndo fuori dalla stanza.

Sento che mi prende per i fianchi, proprio davanti alla porta.
-Tu non vai da nessuna parte, senza il mio consenso, signorina.-

Yes, Daddy?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora