Capitolo 5

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La porta si chiude, sbattendo, e la chiave gira nella serratura.

Cazzo.
Mi stanno rapendo.
No ok, il mio ragionamento non ha molto senso, siccome sono in una scuola, praticamente blindata.

Con la mano cerco un interruttore, invano.

La persona accende la torcia del cellulare, rivelando il suo volto.

-Jace, sei impazzito?- strillo, incredula
-Zitta!- sussurra
-Sì, sei impazzito.-
-Ma che cosa dici?-
-Insomma, qualunque cosa tu voglia fare, dirmi di stare zitta in uno sgabuzzino chiuso a chiave, più buio della mia mente durante matematica, non serve a molto. A meno che non ci siano altre persone.-
-Sì, Sherlock. Comunque, devi aiutarmi.-
-A fare cosa? Non puoi chiedere ai tuoi amichetti?-
-Insomma, mi serve qualcuno con un po' di cervello.-
Persona sbagliata.
-Certo, dimmi.-
-Allora, domani alla festa, dovrai fare in modo che... - mi sussurra tutto il resto del 'piano'.

Jace, dopo qualche preghiera e corruzione, mi lascia andare da quel posto che mette claustrofobia pure ad un non-claustrofobico.

Entro in camera mia e vedo la lettera. Penso che andrò in biblioteca per documentarmi di più.
Prendo tutto l'occorrente, e mi avvio verso camera di Jessica, alla quale voglio chiedere indicazioni per la biblioteca.

Busso alla porta.
-Ehi, Jessica... Se non hai niente da fare, potresti accompagnarmi in biblioteca?- chiedo, facendo capolino.
-Certo! Finisco solo qui, entra pure!-
Jessica mi sorride, intenta a finire una traduzione di spagnolo.
Mi siedo sul letto, che è molto più comodo del mio.

Dopo qualche minuto, Jessica chiude il libro.

Scendiamo le scale insieme, e mi spiega tutto riguardo alle feste della scuola,riferendosi a quella di domani.

Arriviamo.

Apro la pesante porta della biblioteca e vedo un ragazzo e una ragazza familiare.

Jessica mi prende per un braccio e mi trascina dietro ad un enorme scaffale di legno scuro, pieno di libri polverosi, motivo per cui devo tapparmi il naso,per non starnutire.
-Jessica, che stai facendo?- sussurro
-Shh! Ascolta, ti spiego dopo.-
Mi piego in avanti per eseguire il comando.

-Rose, non possiamo più stare insieme.-
-Cosa?! Cioè, ti ho dato tutto! E con tutto intendo, proprio tutto.- è la ragazza che mi ha mostrato la mia camera, fa un occhiolino al ragazzo.
Che zoccola.
-Senti, tu non mi piaci, ne mi sei mai piaciuta, era tutta una scommessa che avevo fatto con Dave.-
Cosa? Dave c'entra qualcosa? Oggi gli devo chiedere tante cose.
-Cioè, siamo stati insieme per quasi un anno e tu hai il coraggio di scaricarmi così?! Cioè, la tua popolarità è finita.-

In quel preciso istante entra un ragazzo, sbattendo la porta.
È Drake.
Prego che non ci noti, o che non dica niente.

Prosegue dritto, verso di noi, intento a trovare un libro. Strano, non mi sembra uno che legge.

Ad un certo punto inciampa su un libro caduto, facendolo finire a faccia a terra, proprio davanti a noi.
I ragazzi l'hanno notato, ma non si sono preoccupati di lui.
Faccio cenno a Drake di tacere, ma non mi ascolta, e, a tono di voce altissimo, dice:
-Oh mio Dio! Kylie, Jessica, cosa ci fate qui, intente ad origliare? Che cattive ragazze! -

Jessica viene fuori, con aria colpevole e la testa tra le spalle
-Scusateci tanto, noi... - prima che confessi, con un balzo, entro nel campo visivo dei due (ex)piccioncini
-Noi stavamo cercando un libro!- strillo.
-Ma quello è il reparto di psico-fisica greca... - dice il ragazzo
-E con questo? A me non possono piacere i libri in greco, che parlano di... Di... Psicofarmaci?- dico incrociando le braccia, fiera.

La ragazza avanza verso di me, e mi accarezza il volto
-Tesoro, forse tu non lo sai, perché sei nuova, ma non ti conviene scherzare con me.- sorride in modo molto, molto falso.

Guardo Jessica, che annuisce.

Drake si fa avanti -Sì, lo sa benissimo... Andiamo Kylie.- dice in tono autoritario.
-No! Non me l'ha detto nessuno, evidentemente non sei così popolare, se la voce non è arrivata fino a me.
A dire il vero, non so nemmeno come ti chiami.- mento, riguardo all'ultima affermazione.

Drake e Jessica si guardano, basiti.

La ragazza si avvicina
-Senti, piccoletta... Io sono... 
Nate, è colpa tua se non sono più popolare!- Rose corre via, piangendo.

Mi sento troppo potente.

Qualcuno mi picchietta il dito sulla spalla, e rovina il mio momento di onnipotenza.
-E tu saresti...?-
-Kylie Butler, coso. Tienilo bene in mente.- schiocco le dita e giro i tacchi, sculettando, come la sua ex-pseudo-ragazza, seguita dai miei amici.

Esco dalla biblioteca e scoppio in un risata fragorosa, come Drake e Jessica. -Drake, certo che sei uno stronzo.- Dice Jessica, scherzando
-Se non fosse stato per me, tu non avresti mai parlato al tuo amato Nate.- dice Drake, potente.

Guardo la mia amica.

Afferro Drake per le braccia, e lo metto al muro. Le nostre facce sono separate da pochi centimetri.
-Drake sei un coglione del cazzo! Tu non capisci! Passi dall'essere un amico simpaticissimo, a Satana in persona! Vergognati! Sei un... Sei un...-
Strillo, facendo voltare le poche persone presenti al piano terra.

Drake mi guarda.
Da qui i suoi occhi color ghiaccio sono strani. Lo sono anche i suoi capelli biondi, e le sue labbra, che si morde, per infastidirmi.
-Dimmi, Kylie, cosa sono?-

Lo guardo.
Una strana sensazione mi travolge.
Guardo in basso, per non farmi notare.
Mi inizia a tremare il labbro inferiore, che tiro indietro.
Drake mi prende il mento con l'indice e il pollice, costringendomi a guardarlo negli occhi.

Lascio la presa dalle sue braccia, e lo abbraccio, dopo essere scoppiata a piangere. Ricambia l'abbraccio.
-Ehi, cosa succede? - dice, al mio orecchio, spostandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
Scuoto la testa
-Niente, mi ricordi tanto qualcuno.-

Jessica corre da me, e mi abbraccia, i miei amici mi aiutano a raggiungere la mia stanza.

Io entro, Drake e Jessica stanno sulla porta.
-Jessica, posso stare solo con lei un attimo?-
-Non mi fido di te, Sullivan.-
-Senti, smettiamola. Lo so, non sono esattamente il tipo più responsabile del mondo, ma so quand'è è il momento di fare certe cose.-
Jessica annuisce, e se ne va.

Drake è io stiamo insieme, lui è davvero dolce, e comprensivo, e sensibile, e... Tante altre cose. Tutto questo nonostante non gli abbia nemmeno detto il motivo della mia malinconia.

Mangiamo qualcosa in camera, guardiamo un film e ci addormentiamo.

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