Capitolo 20.

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Sto facendo sotto e sopra per il salotto,parlando al telefono con Neymar.
Dopo l'accaduto di Cristiano è finito in prima pagina,tra cui lo scandalo che ha procurato l'assenza di Ronaldo alle partite per più di un mese.

Io:<<No Ney,è tutto apposto.>>

Io:<<Si,mi occuperò io di lui,sta tranquillo.>>

Io:<<Si,io sto bene.>>

Io:<<Va bene,ciao Ney.>>

Io:<<Anche io.>>

Dopo un'infinità di preoccupazioni e domande di Neymar,finalmente posso tirare un sospiro di sollievo per essermela scampata.

Io adoro mio cugino,adoro il fatto che siamo spesso in contatto,ma quando si preoccupa può essere davvero ma davvero pesante.

Mi dirigo in cucina a preparare la cena a Cristiano e Cris.

Oggi si mangia a letto,anche perché Cristiano non ha alcuna intenzione di alzarsi.

Da quando siamo tornati dalla partita e gli hanno dato la notizia della sua ''breve pausa'',non parla,non mangia,se mi parla è solamente per dirmi di portarlo nella stanza dove si allena e ovviamente mi nego.
Deve fare solo delle terapie per la gamba,non allenamento calcistico.

Decido di cuocergli della carne bianca con carote tagliate fine e insalata verde.
Dato che lui se non mangia sano preferisce non mangiare,ma in assenza della cuoca,mandata via da Cristiano in preda alla frustrazione,dovrà accontentarsi di questo.

Tratta male tutti da quando è uscito,oltre suo figlio,credo sia più che giusto,ma non può buttare la sua ira sugli altri per via dei suoi problemi.
Non è colpa di nessuno se è accaduto ciò.
Però purtroppo,posso capirlo.

Dopo Cristianino,il calcio è la sua vita.
Ha fatto tanti sacrifici per arrivare dov'è ora,ha lasciato la sua famiglia quando aveva 14 anni,era solo,e tutto questo per inseguire il suo sogno e per essere il migliore.

Ed ora,è il giocatore migliore del mondo,a tutti gli effetti.
Per lui,sapere che questo infortunio potrebbe essere un impedimento per il pallone d'oro,per lui è una sconfitta.

Lo capisco perché io senza il canto mi sentirei persa,spenta.
Il canto è ciò che sono,è l'unico modo che ho per mostrare chi voglio essere e chi sono,senza sentirmi a disagio,mi sente me stessa,mi sento bella.
Non saprei in cosa aggrapparmi se non avessi il canto come via d'uscita.

Mi dirigo verso la stanza di Cristiano,sperando che anche questa volta non mi rifiuti,che mi ascolti o mangi qualcosa.

Apro la porta e lo ritrovo seduto sul letto con i piedi per terra a guardare fisso il pavimento.

Ha le stampelle adesso perché si è rifiutato di mettersi sulla sedia a rotelle perché dice di non essere un invalido e non ne ha bisogno.
Quasi non lo riconosco.

Io:<<Cris,posso entrare?>>

Non ricevo risposta,come pensavo.

Con il vassoio tra le mani,entro lo stesso.

Lo appoggio sul comodino accanto al suo letto e mi inginocchio alla sua altezza,poggiando le mie mani sulle sue gambe delicatamente,guardandolo negli occhi.

Io:<<Cris,ti prego mangia qualcosa,non puoi stare senza mangiare nulla.>>

Non risponde.

Io:<<Cris,ti prego..>>

Gli mette una mano sul volto e lo accarezzo.
Mi guarda con gli occhi lucidi e abbassa la testa.

Meu pesadelo.|Cristiano Ronaldo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora