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Antoine Griezmann

Osservo Lodovica mentre si toglie la giacca di pelle appariscente e sprofonda sulla poltrona della mia camera, intenta a massaggiarsi le tempie, evidentemente disturbata.

"Grizi, ti prego non lo dire a nessuno dei piani alti, ti prego, perchè io non voglio andarmene e non voglio perdere il lavoro perchè mi riduco in queste condizioni." Farfuglia girandosi nella mia direzione, e a me viene automaticamente da sorridere.
"Lodo è sabato sera e puoi bere quanto vuoi, i tuoi capi non hanno il diritto di licenziarti per questo." La rassicuro mentre rovisto nell'armadio alla ricerca di una maglia da darle per dormire.
"Mh, si." Dice poco convinta. "Ma non lo dire comunque, okey?" Chiede infine, piuttosto incerta. Annuisco e mi viene da sorridere per il suo atteggiamento da bambina in questo momento.
"Poi scusami se devo stare qua, ma io proprio non mi sono ricordata le chiavi.." Blatera alzandosi dopo essersi tolta le scarpe.
"Lodo, ora tu ti metti questa per dormire e ti metti nel letto a dormire, anche perchè è molto tardi ed hai bisogno di riposo." Le spiego, poggiando le mie mani sulle sue spalle e guardandola negli occhi, per poi passarle una maglia bianca con la scritta Nike al centro.

Sparisce dietro la porta del bagno ancora un po' barcollante ed io mi ritrovo a pensare a quanto sia buffa e bambina, ma allo stesso tempo quanto sia forte per affrontare a soli 19 anni una realtà come questa, in una nazione sconosciuta, con una lingua che non sa ed inizialmente senza l'appoggio di nessuno. La stimo per come sta riuscendo a gestire questa situazione e per come si comporta in modo maturo sul lavoro.
Effettivamente, quando sta con noi, con la squadra, la trattiamo come una principessa, è la nostra cocca, credo cerchi in noi dei punti di riferimento in caso di bisogno. Credo che io noi cerchi una famiglia e che la stia trovando.

"Grizi!" Sento la sua voce che rimbomba nelle mie orecchie, facendomi alzare di scatto, preoccupato. "Che fai, già dormi?" Chiede sorridendo e sedendosi sul letto di fianco a me.
"Giá?" La imito. "Sono le quattro di notte."
Dopo qualche tentativo di persuasione, anche lei si convince a mettersi sotto le coperte ed iniziare a prendere sonno. La osservo mentre il suo viso si fa rilassato dopo aver chiuso gli occhi. Porta le mani vicino al mento e la sua espressione è beata. È qui che mi prendo qualche minuto per contemplarla. Ha un viso con dei tratti particolari e molto curiosi, ha delle guance particolarmente sporgenti, dove quando sorride vengono a crearsi delle bellissime fossette. Dei grandi occhi marroni scuro, che il quel suo visino minuto risaltano molto. Ha delle labbra fini, ma non troppo. La sua fronte è coperta da dei ciuffi dei capelli lunghi, mossi e scuri che le scorrono sempre lungo la schiena. Mi rendo conto di quanto sia bella, anche in questo momento: nella sua semplicità.
Sorrido a quei miei pensieri che non mi recano alcun fastidio come invece dovrebbe essere, anzi, sono addirittura contento di averla qui con me.
Passò una mano nei miei capelli biondi scuro e decido di addormentarmi, finalmente, dopo questa lunga ma piacevole nottata.

Sento dei passi veloci che si dirigono in bagno in modo molto frettoloso, poi vedo lei che accende la luce e mi siede davanti al water. Avevo quasi dimenticato che solitamente dopo la sbronza si vomita.
Vado vicino a lei e le tengo i capelli e la fronte, come faceva mi mamma quando ero più piccolo ed avevo l'influenza.
Vomita tutto ció che aveva ingerito e quando si sente meglio, la faccio alzare.
Si lava il viso e lega i capelli in una coda disordinata, poi io le porgo un bicchiere d'acqua.

"Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere ad uno spettacolo del genere." Si scusa lei, sbuffando sonoramente e passandosi una mano in faccia.
"Ho visto di peggio, stai tranquilla." Dico prendendole il viso e lasciandole un bacio in fronte.
"Grazie mille, sei un angelo." Sussurra lei, mentre le sue gote diventano rosse per imbarazzo. Non posso far altro che pensare che così sia ancor più bella.

Quando ci rimettiamo a letto, nessuno dei due sembra aver più voglia di dormire, quindi iniziamo a chiacchierare di tutto e di più, dagli argomenti più stupidi, sul quale facciamo un sacco di risate - è bellissima quando ride - fino alla famiglia ed al l'importanza del calore dei genitori.

"Ho un fratellino ed una sorellina che sono gemelli, che vanno alle elementari, mentre un fratello di 15 anni che adora il calcio, quindi quando ha scoperto il mio nuovo lavoro, mi sembra inutile dire che è morto di invidia. Peró gli ho promesso che lo porto qui, una volta." Sorride e le luccicano gli occhi quando parla dei suoi fratelli.
"Anche io al posto suo morirei di invidia se qualcuno di mia conoscenza lavorasse con me." Rispondo scherzando.
Lei scoppia a ridere "Non ti montare la testa, Griezmann che non sei proprio nessuno."
"Intanto peró se io non c'ero restavi in corridoio a dormire."
La sua espressione si fa più dolce e con una voce calma sussurra:"Hai ragione, grazie." Mentre mi stringe le mani al collo e mi abbraccia. Io le stringo i fianchi.
Credo che entrambi pensiamo che sia ora di smettere di parlare. Forse per la situazione piacevole, forse perchè siamo stanchi. Ma in qualunque caso, abbracciati.
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Heeey! Niente spero che vi piaccia, fino ad ora è il capitolo più appassionante
Volevo ringraziarvi per le views e per le stelline, siete uniche!
Beso, Anto 💋

SFIORARSI || Antoine GriezmannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora