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Lodovica Casali

I miei occhi si posano sulla mia figura riflessa allo specchio e sul viso della mia migliore amica di fianco a me.

"Sei bellissima." Mi dice sorridente. Oggi, dopo il lavoro, mi ha obbligato ad uscire. Ha detto che mi devo dedicare un po' di tempo perché non è possibile ridursi in questo modo per un calciatore. La sera che è arrivata ci siamo rifugiate in stanza e ho pianto ancora. Lei mi ha accudito come una sorella. Ho ringraziato un sacco Yan per averla fatta venire per questa settimana, perché con lei penso e spero che riuscirò a superarla più facilmente.

Indosso le converse borchiate sotto la gonna lunga plissettata e siamo pronte per andare. Ha preparato tutto lei. Mi ha detto che si è informata e che mi porterà dall'estetista a fare una pulizia del viso e la manicure. Ci dirigiamo verso l'auto di Yannick, presa in prestito per stasera e poi ci avviamo. Guardo la mia amica sorridente, quando mi mostra il cd, il cd delle nostre canzoni. Me lo passa, lasciando che io lo inserisca mentre lei continua a guidare. Durante il viaggio cantiamo come delle pazze, come facciamo sempre. Non importa quanto siamo stonate, lo facciamo fin d quando eravamo piccole. Io ero quella che conosceva tutti i testi, lei quella che li inventava, ed anche tutt'ora è così. Spesso scoppiamo a ridere guardandoci. Con lei mi sono spensierata.

Almeno fino a che non parte una canzone. Inizialmente la canto. La mia storia con te di Alessandra Amoroso è stata una delle canzoni della nostra adolescenza. Il testo mi fa ritornare alla mente tutto. Tutti i momenti che lui mi ha fatto vivere. Sembra che io non possa più essere completamente felice per qualche ora, senza che un messaggio, un contratto contente il suo nome o uno schermo, mi ricordi che in realtà sto male da morire. I miei occhi si inumidiscono a sentire le parole del testo. Non ci riesco, è più forte di me. Le lacrime iniziano a scendere velocemente, mentre i miei denti morsicano con violenza il mio labbro inferiore a causa del nervosismo di tutta la situazione. La mia amica mi accarezza i capelli delicatamente, dopo aver posteggiato e abbassato i volume per il mio bene.

"Chris, sono stanca di piangere." Sussurro debolmente.
"Lodo non hai pianto così neanche quando è finita con Andrea." Mi asseconda, riferendosi al mio primo ed unico ragazzo, primo amore.
"Lo so anche io. Ma tutto mi ricorda lui. Tutto. È così frustrante essere stata considerata un oggetto dall'uomo di cui ti sei innamorata." Singhiozzo, cercando di fermare le lacrime.
"Non ti meritava, non c'è dubbio." Dice stringendomi la mano.
"È stata una delle esperienze tanto meravigliose quanto deludenti della mia vita." Sussurro, asciugandomi le lacrime con l'indice. Lei mi passa un fazzoletto per ricompormi. Io lo prendo fissando il cruscotto con sguardo assente.
"Sai che ho capito tutto soltanto dopo aver scoperto che ero quella con cui tradiva la sua ragazza. Lui non mi voleva baciare. Ha avuto così tante occasioni per farlo, ma alla fine l'ho fatto io. Non mi baciava per questo. Perché era impegnato. Ma non lo aveva capito che nella nostra situazione, un bacio non avrebbe cambiato quasi nulla. Non lo aveva capito che in qualunque caso, anche se non ci fossimo baciati, io mi sarei innamorata lo stesso continuando in quel modo. Perché le attenzioni che mi ha riservato erano sempre le stesse. Non erano cambiate. E sono quelle della quale mi sono innamorata. Poi sai cosa ho anche capito Chris? Appena tornata dal viaggio, non è venuto all'aeroporto perché a detta dei compagni, aveva uno shooting. Quando è tornato aveva la maglia bianca sporca di rossetto rosa. Era quello di lei. Ed io così stupida che ho creduto alla sua scusa. Dio, mi sento così ingenua."

Dopo quello sfogo, quel poema detto in auto, mi sono fatta tranquillizzare dalla mia amica. Sono davvero molto debole in questo periodo, ed odio esserlo, perché significa che chi me lo fa essere, ha il controllo su di me. E si, Antoine ha pieno controllo sul mio cuore.
Ritrovo una vecchia foto su Instagram, una foto dell'inizio, dei uno dei nostri primi momenti insieme. Lui che mi asciuga i capelli. Erano ancora lunghi. Un sorrisetto nostalgico si fa spazio sulle mie labbra. Non avevo idea di quel che sarebbe successo dopo, a cosa saremmo arrivati. Non lo avrei nemmeno lontanamente immaginato. Forse sarebbe stato meglio non averli tutti questo momenti. Non avrebbero portato a questo, e ne sarei più felice. La mia mente ne sarebbe contenta, perché almeno non dovrebbe continuare a badare al mio cuore distrutto.

Mentre sono accucciata nel mio letto, con la testa sommersa tra i cuscini e immersa nei pensieri, qualcuno mi chiama. È un numero sconosciuto. So che Saul ha un problema con la corrente nella sua stanza e Yan l'ha ospitato nella sua, non volendo che andasse in un'altra stanza, perché "Io e te dobbiamo parlare di quella che viene a vedere le partite da tre settimane con la tua maglia". Il solito impiccione. Probabilmente staranno facendo qualche cazzata insieme.

"Yan e Saul, lo so che siete voi." Rido appoggiando l'iPhone all'orecchio. C'è un momento di silenzio dall'altra parte.
"Lodo.." Mi basta il mio nome pronunciato da lui per capire. Sono tentata di chiudere la chiamata, ma non voglio risultare infantile. Mi metto seduta e rispondo con un semplice e freddo "Ciao.".
Lo sento sbuffare e posso immaginare che si stai grattando la nuca. Sentirlo dopo tanto fa uno strano effetto. Vorrei poterlo baciare, ma allo stesso tempo riempire di sberle.
"Mi manchi." Dice molto lentamente, per i miei gusti. Arrotolo uno ciocca di capelli intorno al dito.
"Tu no." Replico, decisa.
"Non ti credo, stai mentendo." Le sue parole mi arrivano diritte alle orecchie. Non esita e rispondermi sembra quasi presuntuoso. Ma chi si crede di essere?
"Ma tu che mi hai spezzato il cuore cosa ne vuoi sapere dei miei sentimenti?" Chiedo, facendomi scappare una risata piena di amarezza. Sembra torna il solito Antoine: indeciso e nervoso.
Mi manca? Certo, è normale.
Sono disposta a perdonarlo? Non lo so.
"Ascolta cherie.." Inizia, indeciso.
"Non mi chiamare così." Sibilo, dopo quella parola che mi fa tornare in mente un numero spropositato di ricordi. Più sento la sua voce, più le lacrime vogliono uscire dai miei occhi. Ma non voglio e per rispetto a me stessa non lo farò. Non mi posso ridurre in questo modo per una persona che mi ha trattato male.
Lo sento sbuffare, in evidente difficoltà.
"Ascolta Lodo, mi manchi. Ho sbagliato tutto. L'ho lasciata, gliel'ho detto che lei non era più quella che aveva preso il mio cuore. Lo hai tu ora. Non avrei voluto arrivare a combinare un tale casino. Non sai quante volte avrei voluto baciarti prima che lo facessi tu.."
"Perché non me lo hai detto subito che eri fidanzato?" Chiedo, bloccandolo. La mia voce è bassa e flebile. Non riesco a fidarmi delle sue parole. Ogni cosa che dice mi sembra fatta per scrollarsi le colpe di questa situazione di dosso.
"Perché dopo quel bacio sono impazzito per te. Vedevo solo te Lodo." La sua risposta arriva al mio cuore come un colpo. Inizia a battere notevolmente. La parte irrazionale di me predomina in questo momento, ma la minima parte di buon senso presente, mi dice di rispettarmi.
"Non riesco a fidarmi. Buonanotte." Non gli lascio il tempo di ribattere, perché non voglio che mi renda ancora più vulnerabile. Faccio un lungo sospiro, per eliminare tutte le brutte sensazioni presenti dentro di me, e mi sdraio di nuovo, cercando di dormire, probabilmente, invano.
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Ciaaao!✨
Manca sempre meno, circa 3/4 capitoli alla fine e mi sembra ieri che ho iniziato a scriverla, dio come passa il tempo! Non vi preoccupate, in qualunque caso non me ne sto con le mani in mano, difatti sto lavorando su altre tre storie. Volevo appunto chiedervi un consiglio per la storia di Suso:

Raquel o Leonor?

Buonaserata!
Bacio, Anto 💋

SFIORARSI || Antoine GriezmannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora