Capitolo 3

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Pov. Arthur

"Quindi, domani non ci sei... e con chi vai?" Domanda Amelia mentre giocherella con qualche sua ciocca di capelli.

Sono appena tornato con tutto quello che mi aveva detto il capo. Per poco mi prendeva un infarto, meno male che in farmacia non c'era nessuno.

"Posso chiederti perché non mi hai risposto per un bel po' di tempo dopo!?" Chiedo, girando la testa verso Romano mentre aspetto

"Se te lo dico mi meni."

"Perch-"

Vengo bloccato dalla porta che si apre dell'ufficio del capo. Appena si apre la porta, vedo davanti a me una figura femminile, con quasi tutto il suo seno fuori. Ora capite perché amo i maschi? Non mi piacciono le donne che mostrano molto il seno, o che si stimano per una capigliatura nuova. Non dico che le donne sono tutte cose, ma conosco certe ragazze che lo fanno.

"Kirkland, entra." Dice il capo, facendo un cenno con la mano per farmi entrare.

Entro, con molta calma, non voglio che mi veda agitato per ciò che ho in mano, e che lui mi ha fatto prendere.

"Tenete capo." Dico, appoggiando il sacchetto e il pacchettino sulla scrivania.

Non voglio andare avanti con questa conversazione, voglio solo sapere perché Romano non mi ha risposto. Sono molto curioso avvolte, forse anche troppo.

"è stato imbarazzante come hai detto a Romano?" Domanda il capo con un sorrisetto stampato sulle labbra.

Ecco, forse era meglio non essere così troppo curioso.

Sento che le mie guance stanno diventando rosse come il pomodoro, sento la mia testa picchiare un casino. Cavolo, dovrei fare più attenzione.

"Ab-Abbastanza..." Balbetto sperando che cambia discorso.

Ma so che non avrebbe cambiato discorso, è palese che sarebbe andato avanti e sarebbe andato fino in fondo.

"Perché? Sei ancora un verginello?"

Sento i passi del capo che, lentamente, camminano verso di me. Non sto molto a guardarlo, è già imbarazzante cosi. Piano piano arriva a me, appoggiando con delicatezza una mano sulla porta dietro di me, bloccandomi il passaggio.

"S-Si... capo..."

Inizio ad avere le gambe che tremano, e la mia voce balbetta senza che io me ne accorga. Dio, che situazione.

"Non hai la ragazza?"
Avevo detto che sarebbe andato fino in fondo, e sapevo che l'avrebbe fatto. Cerco di non rispondere, ma una delle sue mani mi prende il mento, facendomi girare la testa verso di lui, che mi guarda con un sorrisetto stampato sulle labbra.

"N-No... capo... n-non ho il ragaz-"

Mi blocco, ho appena detto quello che non dovevo dire.

"LA RAGAZZA. NON HO LA RAGAZZA!"

Cerco di correggermi il prima possibile, ma lui capisce che, quello che avevo detto prima, era la verità. Io non ho la ragazza, perché amo i ragazzi. Mi sono tirato la zappa suoi piedi da solo.

Rimane a fissarmi per qualche minuto, finché non sento la mano, che prima era appoggiata alla porta, toccarmi la spalla. Rabbrividisco. La sua mano è fredda, come se fossimo in inverno. Peccato che siamo in pieno estate.

"Quindi sei gay... va pure"

Senza farmelo ripetere due volte, apro la porta dell'ufficio e esco ancora un po' sconvolto.

Appena esco, non trovo nessuno. Era appena suonata la campanella della pausa pranzo, ed io non l'ho sentita? Certo, con tutto quello che stava succedendo in quel ufficio non potevo sentire molto bene quello che succedeva al di fuori di esso. Ma, se il capo avrebbe sentito la campanella, perché non mi ha cacciato fuori? Era evidente che voleva sapere tutto sulla mia vita sentimentale.

Smetto di pensare, non voglio tartassarmi ancora per molto con questa faccenda. Prima arriva il giorno dopo del meeting e prima io starò tranquillo.

Scendo le scale con calma, non avevo voglia di prendere l'ascensore, qualche passeggiata avvolte ci sta. Arrivo davanti al bar che c'è all'inizio dell'edificio. Appena arrivo, vedo Ivan che, come al solito, imita il capo. Antonio e Romano, non possono fare altro che ridere. E poi ci sono io. Non ho voglia di sentirmi dire "che ti ha detto, hai una faccia." Quindi prima di andare da loro passo davanti i bagni per darmi una rinfrescata al viso. Quando sto per uscire, sento una voce femminile che parla vicino ai bagni.

"E quindi?" Domanda una ragazza, con i capelli biondi raccolti da due codine che scendono dai lati della testa, con degli occhiali rossi.

"Come quindi? Domani se ne va ed io vado in discoteca a trovare qualche bel maschiaccio!" Risponde l'altra ragazza, bionda anche lei.

Parlano del capo, era evidente. Anche perché conosco molto bene la ragazza del capo. E una di quelle due ragazze è la ragazza del capo. Riconosco ormai la sua voce. Ci ha provato con me un casino di volte. Volevo dirlo al capo, ma non ho mai avuto il tempo materiale per dirglielo. E poi mi butta sempre fuori dal suo ufficio.

Sospiro. Riprendo a camminare per la mia strada, non ho voglia di ascoltare altre cose negative sul capo. Aspetta, non mi starò innamorando di lui!?

Il Capo Che Odio Con AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora