Pov's Antonio
Sono passati diversi giorni da quando il capo e Arthur si stanno frequentando e a Romano, non convince ancora questa cosa. Continua a ripetermi che lo sta usando solo per divertirsi. In effetti, potrebbe non avere tutti i torti, ma ha addirittura lasciato la sua ragazza per stare con Arthur. Seriamente riesco a capire poco e niente. Sospiro e scrivo l'ennesima e-mail da spedire a diverse aziende. Il capo me l'ha fatta riscrivere dieci volte, visto che non sapeva come iniziare un discorso e come finirlo. Era più gentile del solito, ed è strano. E se la presenza di Arthur lo sta facendo cambiare?
"Qualcuno deve andare a stampare una di queste e-mail."
Alla proposta del capo, Ivan, alza di scatto la mano. Quell'appuntamento con Yao, è andato meglio di quanto pensassimo tutti, compreso Ivan. Una volta che hanno finito di mangiare il panino, hanno deciso di fare una passeggiata per le strade di New York. Essendo sera le stelle non potevano vedersi bene, essendo in città, ma hanno potuto assistere alle luci degli edifici accendersi dopo che il sole è calato. Anche io e Romano abbiamo avuto questa fortuna durante il nostro secondo appuntamento.
"Vai allora."
Ivan, infine, ci ha raccontato che quando ha riportato a casa Yao, si sono rimasti a guardare per qualche secondo, per poi scambiarsi un dolcissimo bacio. Da quel giorno, Ivan, è cambiato radicalmente. Non che prima era scorbutico o cose del genere, ma ora è più felice del solito e questo weekend ha deciso di non andare dalle sue sorelle, ma passarlo assieme a Yao.
Ivan si alza e va verso l'uscita del ufficio, mentre il capo, prima di rientrare nel suo ufficio, lascia un delicato bacio a stampo ad Arthur, che divampa tutto d'un tratto. Romano, Francis, Roshiko, (una ragazza che spesso viene ad aiutarci, visto che siamo in pochi, ed è russa, come il nostro amico Ivan) ed io rimaniamo a guardarli per pochi secondi, per poi riprendere a fare ciò che facevamo."Ma guarda te!"
Commenta Romano, non appena il capo rientra nel suo ufficio e Arthur va ai servizi. Gli chiedo se per cortesia evita di fare commenti quando c'è presente sia Arthur che il capo, ma lui come sempre, non mi ascolta, riprendendo a barbottare fra sé e sé in napoletano.
Dopo una bella mezz'oretta passata a scrivere e inviare e-mail scatta la pausa pranzo. Metto il PC in pausa e mi alzo."Sentite ma, che ne dite se stasera facciamo una cena assieme?"
Propone Ivan, che nel mentre stava estraendo il suo trancio di pizza, che gli ha portato gentilmente Romano. Prima di dare una risposta penso se ho impegni e al momento non me ne vengono in mente.
"Si ti prego, non sopporto più mio fratello e il crucco!"
Quasi dimenticavo, Feliciano e Ludwig, sono venuti ad abitare con noi per un breve periodo, finché tutti e due non avranno trovato una casa e un lavoro. Romano appena ha la possibilità se la svigna da casa ed io rimango da solo, a subirmi la pasta di suo fratello e le patate del tedesco. Accetto subito anche io la proposta di Ivan, così non mi potrà lasciare da solo a casa con quei due. Non che mi dispiaccia la loro presenza, ma sono stufo di mangiare pasta ogni pranzo e wuster con patate ogni cena. Ivan si sarebbe preoccupato del cibo e noi avremo dovuto solo portare i nostri sederi a casa sua.
"Che faccio con Arthur? Io voglio anche lui!"
Commenta Ivan, dopo aver pianificato la serata. Romano mi guarda ed io faccio lo stesso, come se ci guardassimo, troviamo la soluzione, ma purtroppo non è così. Romano, allora, dice quello che pensa. "basta solo che glielo chiediamo all'ultimo momento, lontano dal capo ed è fatta!" continua poi con un piano che non sta né in cielo né in terra. Ivan lo ammutolisce subito. Gli spiega che se Arthur ama il capo, non ci vede niente di male, anche se potrebbe farlo soffrire, noi ci saremo sempre per lui. Ha ragione. Non conta quanto Arthur ama o meno il capo, noi, per lui ci saremo sempre e se dovesse soffrire per colpa del capo, noi saremo lì a dargli conforto. Siamo suoi amici eh che diamine! Romano all'inizio non è d'accordo, ma chissà che gli passa per quella testolina!
"Ragazzi... ma voi avete mai sentito dire ad Arthur ti amo al capo?"
Ci guardiamo un po' titubanti. In effetti, non abbiamo mai sentito Arthur dirgli ti amo al capo, invece il capo glielo ripete spesso. Dopo questo punto, altri dubbi mi affliggono e non posso far a meno di proporre una cosa.
"E se invitiamo anche il capo? Così vediamo come reagisce Arthur ai suoi continui ti amo!"
Romano, caso strano, accoglie la mia proposta e Ivan fa lo stesso.
Andiamo da Arthur a chiedergli se vuole venire con noi stasera e lui accetta l'invito, a condizione che ci sia anche il capo. Ovviamente per noi va bene questa condizione e per una volta che siamo tutti e tre d'accordo, accettiamo la condizione di Arthur.
Finito il lavoro, ci prepariamo per andare a casa, almeno per sistemarci quando andremo a casa di Ivan. Scendiamo le scale io e Romano."E se non lo ama?..."
La domanda di Romano mi lascia un po' turbato. Arthur è così innocente e dolce, non potrebbe fare male ad una mosca. Romano, tanto per aumentare le mie preoccupazioni, pensa che quello che sia successo in quel hotel sia solo la voglia che divorava il capo e che Arthur, dolce com'è, gliela concesso. Non penso proprio che Arthur sia quel tipo di persona. Camminiamo verso la macchina, con ancora mille dubbi e preoccupazioni. Arthur non è quel tipo di persona! Lo conosco fin troppo bene!
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Scusate per l'enorme ritardo! Ma non ho potuto fare diversamente per colpa delle vacanze di pasqua ;-;
E SIAMO QUASI ALLA FINE🌝 *scappa*
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Il Capo Che Odio Con Amore
FanfictionArthur Kirkland, un giovane ragazzo di 23 anni, lavora in una delle aziende giornalistiche di New York. Il suo capo, Alfred F. Jones, è uno di quei capi che non vorresti mai incontrare in vita tua. Ogni mattina Arthur viene chiamato da Alfred per fa...