Pov Ivan
"NO, COSA!? ANDIAMO A CASA DI ARTHUR!"
Strilla Romano iniziando a scuotere Antonio. Sospiro e mi appoggio al muro. Mi chiedo se quello che stia facendo Arthur è davvero la cosa giusta. Si è sempre comportato male con lui, come può amare una persona così? No, non sono geloso, non ho mai provato niente per Arthur, solo una semplice amicizia. Nella mia vita c'è solo Laika, Natalia, Katushya e... Yao. Fisso la strada come se da un momento all'altro potesse capitare un miracolo, come se tutto questo fosse un sogno. Ho sempre avuto cattivi rapporti con gli americani. Può sembrare strano, ma da piccolo venivo sempre isolato dai miei compagni, che lodavano e ammiravano solo ed esclusivamente gli americani, anche se sono russi, loro stravedevano per gli americani. Sono ricchi, pieni di entusiasmo, voglia di conquistare il mondo e molto altro ancora. La cosa peggiore è che quando dovevamo parlare in inglese, mi prendevano in giro. Non ho una pronuncia bellissima in inglese, ma non me ne sono mai fatto un problema quando parlavo a casa in inglese per esercitarmi. Quando ho preso la laurea, i problemi sono svaniti e per cercare un lavoro decente sono dovuto venir fin qua, a New York. Le prese in giro dal capo, Alfred Jones, sono ormai abitudine per me, ma non me ne faccio un grande problema adesso. Ho i miei amici e sapere che uno di questi esce con il mio capo, mi sale tanta ansia e preoccupazione. Non voglio che venga abbandonato.
"Ivan! Da quanto tempo, aru!"
Riconosco questa voce, è quella del mio amato. Sposto lo sguardo dalla strada, a Yao, che stava venendo verso di me. Sorrido dolcemente e mi inchino appena si posiziona davanti a me. Mi chiede come sto, se il lavoro prosegue bene e molte altre cose. Si è sempre preoccupato per me. Non lo nego, avvolte mi ha dato molte illusioni. Pensavo davvero di essere "speciale" per lui, ma andando avanti col tempo, lui ha frequentato molta gente ed io sono sempre rimasto ad osservarlo da lontano. Ho paura di dirgli i miei sentimenti, non voglio che mi abbandona. Chiacchieriamo per un po', dimenticandomi completamente del motivo per cui ero qua fuori. Scherziamo, ridiamo e soprattutto sorridiamo. Il suo è un dolce sorriso, non come il mio. Il mio è un sorriso finto, non ha nessun sentimento, lo faccio solo per non far preoccupare nessuno. Mi illude ancora. Ora, in questo momento, ho solo un pensiero in mente: glielo devo dire. So che i miei amici saranno con me se andasse male, so che i miei amici potranno aiutarmi a superare quella che si chiama "depressione" se andasse a finire male, so che i miei amici saranno al mio fianco. Non sono mai stato così sicuro fino ad ora. Prendo un bel respiro e nascondo le mie mani sudate nella tasca. Non devo far per niente vedere che sono in preda al panico.
"Ti andrebbe di andare come a prendere un panino dopo lavoro? Così! Per conversare!"
Sorrido. Noto che sulle guance di Yao si tinge un colore diverso dalla sua pelle. Rosso come un pomodoro (come dicono Antonio e Romano). Ora, sono ancora più sicuro che andrà tutto bene, anche se ho paura. Ho paura di essere uno di quei tanti ragazzi che ha frequentato, ho paura di essere troppo poco per lui, ho paura di farlo ferire inutilmente. Ma no, oggi no, non devo aver paura! Devo solo aspettare una sua risposta.
"Certo! Non ho impegni e una oretta mi farebbe piacere passarla assieme a te, aru!"
Sorride ed io sorrido stupidamente. Ci mettiamo d'accordo sull'orario e sul posto. Alle 18:30 a casa mia. Gli do l'indirizzo di casa mia. Cerco di non far vedere che tremo, non posso far vedere le mie debolezze alla persona che amo. Gli passo il bigliettino con tranquillità. Lo prende e lo ritira nella sua agenda. Si alza in punta di piedi e mi lascia un delicato bacio sulla guancia. Sgrano gli occhi.
"Ci vediamo stasera!"
Torna dal suo gruppo e mi lascia ancora sconvolto per il suo gesto. Antonio e Romano mi notano. Si avvicinano a me e mi guardano con un sorrisetto stampato sulle labbra. Ma non potevano pensare ad Arthur in questo momento?
"Allora? Cosa gli hai dato a Yao?"
Ecco una delle tante parti di Antonio: la curiosità. Romano a canto suo mi guarda con un sorrisetto, come se volesse confermare ciò che sta pensando.
"N-Nulla... solo che stasera viene a cena da me."
Torna il sorrisetto di Antonio e il discorso lo prosegue Romano, che ha le braccia conserte e i suoi occhi puntati sul mio viso. Dio quanto mettono ansia quando fanno così.
"Ah! Ecco! Allora buona fortuna amico! Te ce ne vorrà!"
Romano toglie il sorrisetto, lasciando spazio a uno dei suoi più belli sorrisi. Altrettanto fa Antonio.
"Che state facendo voi qua fuori!?"
Romano gira la testa verso la voce con gli occhi sgranati, Antonio sposta lo sguardo sulla voce ed io mi lascio andare ad uno sbiancamento totale del mio corpo.
"Ragazzi? Tutto bene?"
Si stanno tenendo per mano. Lo notiamo. Li guardano senza capire niente. Arthur si avvicina a noi guardandoci. Molla la mano del capo e abbraccia Romano. Sento qualche sussurro ma non capisco che cosa stanno dicendo. Romano, dopo i sussurri, ricambia l'abbraccio. Io e Antonio ci guardiamo per poi guardare la scena posta davanti i nostri occhi.
"Su forza, tornate tutti dentro."
Il capo, come sempre, ci rimprovera. Ma strano eppure è vero, non ha alzato la voce. Sembra che Arthur abbia fatto solo che bene per il capo. Ha un'espressione più "dolce" e non sembra per niente arrabbiato. Mi confido a Antonio in un sussurro mentre camminiamo verso le scale.
"L'ho notato anch'io, ma per il momento lasciamo passare la giornata..."
Faccio un cenno di capo per acconsentire a ciò che ha detto Antonio. Saliamo le scale e davanti a me vedo solo il capo e Arthur che si tengono per mano, si scambiano qualche sorriso e qualche sguardo. Sospiro e salgo le scale. Questo si chiama "слепая любовь*".
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Adoro fare le parti di Ivan. AVETE VISTO!? OH MADONNINA IL ROCHU. E... io ho già in mente il finale di codesto libro. eue
Quindi sono pronta ad avere ognuno di voi sotto casa con i forconi urlandomi contro che devo scendere per cosi poi portarmi al rogo, MA VA BEH DETTO QUESTO, vi assicuro che ci sarà un sequel molto più caotico e molto più Alfred psycho... OUO... NE SUCCEDERANNO DI TUTTE I COLORI, MAMMA MIA C'E' BEAUTIFUL PUO' SOLO ACCOMPAGNARE. CAPITO!? BENE. CIAO! ❤ *scompare*
P.S: Perché vi ho detto di questa cosa? Beh perché cari miei, penso che siamo quasi al termine di questa storia! Quindi preparatevi LA FAMOSA SCATOLINA DEI FAZZOLETTI e un forcone che io vi sconsiglio di puntarmi contro. Già.
*слепая любовь= Amore cieco (in russo, ma cazzo chi non lo aveva capito che era russo? c:)
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Il Capo Che Odio Con Amore
FanfictionArthur Kirkland, un giovane ragazzo di 23 anni, lavora in una delle aziende giornalistiche di New York. Il suo capo, Alfred F. Jones, è uno di quei capi che non vorresti mai incontrare in vita tua. Ogni mattina Arthur viene chiamato da Alfred per fa...