Pov. Arthur.
Il viaggio in macchina non è stato uno dei migliori. Nessuno dei due parlava. Io mi limitavo a guardare fuori dal finestrino (come avevo già detto) la strada che percorrevamo. Il capo, a canto suo, si limitava a guardare la strada davanti a sé, tenendo tutte e due le mani ben salde al volante. Con il finestrino tirato giù al massimo e con il suo gomito appoggiato sopra il finestrino, abbassato. Il viaggio è stato noioso quanto sarà il meeting. Se potevo evitavo.
"Ci riposeremo qua prima di andare al meeting."
Dice con un'aria meno fredda del solito. Appoggia la mano destra sulla maniglia della porta e con delicatezza l'apre. Non è male come stanza, è ordinata, pulita, ha tutte le cose che servono, ha un letto matrimoniale... Aspetta. MATRIMONIALE!?
"Non avevo voglia di prendere due stanze, accontentati di questa."
Commenta, mentre appoggia le mani alle estremità della sua giacca per poi togliersela in modo elegante. Appoggia la giacca sulla sponda di un piccolo divanetto. Capito, dormo lì.
"su, muoviti, non ti mangio."
"Non voglio disturbarvi, quindi dormirò qua."Indico il divanetto posto vicino al letto. Sospira e si sdraia sul letto girandosi verso la finestra. Mi metto comodo sul divanetto, sento che la stanchezza mi sta portando via. Metto una mano davanti la bocca per non far vedere lo sbadiglio che sto per andare a fare. Sbadiglio e chiudo gli occhi.
Pov. Alfred
Non mi giro. So che se mi giro lo vedrei seduto sul divanetto a dormire.
Mi tolgo gli occhiali per poi appoggiarli al comodino. Non voglio girarmi, eppure devo farlo.
Giro di poco la testa verso Arthur, vedendo che sta dormendo, da seduto, con la testa che penzolava da un lato. Mi siedo sul letto e inizio a fissarlo. Allungo il braccio verso di lui, sfiorando una delle sue ciocce di capelli. Anche senza occhiali ci vedo. È impossibile non vedere una creatura così bella.
Continuo ad accarezzargli la guancia destra. Ha delle guance cosi morbide, non smetterei mai di accarezzargli le guance. Con delicatezza gli prendo una sua mano, iniziando ad accarezzargli anche quella. Passo il pollice sulle sue labbra, morbide anche queste. Assomiglia tantissimo ad un enorme peluche, dovunque tocchi è morbido. Decido di prenderlo in braccio. Con delicatezza, per non svegliarlo, lo avvolgo nelle mie braccia per poi lasciarlo andare, sempre con delicatezza, affondare di poco in quel letto morbido. Mi metto accanto a lui iniziando a coccolarlo. È così carino.
Pov. Arthur
Mi sveglio dopo una bella dormita. Strofino una mano sui miei occhi. Mi siedo sul letto e mi guardo attorno. Come sono finito qua?
Giro di poco la testa e noto il capo che ha un braccio attorno alla mia vita e l'altro braccio posto vicino a lui. Mi ha abbracciato per poi addormentarsi. Sospiro con un sorriso. Inizio a giocare con qualche sua ciocca di capelli. Non dovrei, lo so, ma è così carino quando dorme. Da alcune voci che giravano un paio di giorni fa in quel edificio, si dice che il capo ha il sonno pesante e quando non riesce a dormire decide di prendere qualcosa, a qui lui tiene, e di stringerlo forte a sé. Non so chi ha diffuso questa voce, ma ora so ch'è vera.
"Forse smetterò di chiamarti american psycho dopo oggi"
Parlo ad alta voce, so che non può svegliarsi, per via del suo sonno pesante. Gioco con la sua ciocca di capelli per molto tempo, è cosi carino che mi verrebbe voglia di baciarlo e abbracciarlo. Se mi rifaccio la domanda di qualche giorno fa: "Mi sto innamorando del mio capo?" Adesso potrei darmi una risposta. Si, mi sto innamorando di colui che ogni giorno mi urla contro per uno stupido caffè, sto per amare colui che urla contro i miei amici e soprattutto mi sto innamorando di una persona che mi odia solo perché sono un suo dipendente. Fa male questa cosa, ma non sento molto il dolore.
Sfioro un pollice sulle sue labbra. Un brivido pervade tutta la mia schiena. Il mio cuore batte più veloce degli altri momenti passati assieme al capo. Di solito, pensavo che quando mi batteva così forte il cuore, con la presenza del capo nelle vicinanze, era perché avevo ansia, avevo paura. Adesso, capisco, che quel battito così veloce era dovuto al fatto che mi sto innamorando del mio capo.
"Siete cosi carino capo..."
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Il Capo Che Odio Con Amore
FanfictionArthur Kirkland, un giovane ragazzo di 23 anni, lavora in una delle aziende giornalistiche di New York. Il suo capo, Alfred F. Jones, è uno di quei capi che non vorresti mai incontrare in vita tua. Ogni mattina Arthur viene chiamato da Alfred per fa...