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Il treno quella mattina era deserto. Nel mio scompartimento c'ero soltanto io, immersa nella musica. Non avevo alcuna voglia di leggere, la mia mente era altrove.
Continuavo a pensare a quello che sarebbe successo da lì a poche ore. Incontrare mia madre non era nei miei piani, ma papà aveva insistito e non sapevo davvero che cosa fare.
Continuavo a guardare fuori dal finestrino, aspettando di arrivare a destinazione. Chissà che cosa sarebbe successo.
Alzai di più il volume della musica e mi soffermai a pensare a quanta poca voglia avevo di vedere mamma. Le parole di papà erano state soltanto due <<andrà bene>>
Sperai che fosse davvero così, che andasse bene nonostante tutto.
Una volta scesa dal treno mi incamminai in direzione di un bar della stazione, perché volevo avere una completa visuale di tutto. Mi serviva per non smarrire la retta via. Dovevo uscire dalla stazione e cercare la via più breve per arrivare al centro. La mia intenzione era quella di prendermi qualcosa da mangiare visto l'ora e poi andare da mamma.
Presi il cellulare e andai sulle mappe, controllando la mia posizione nello schermo. Poco distante dalla stazione c'era un McDonald. Sarei andata lì, perché come fast-food mi andava bene.
Stavo controllando le coordinate quando qualcuno si rivolse a me.
<< Ti sei persa?>>
Alzai lo sguardo dal telefono per indirizzarlo su una ragazza davanti a me. Ero certa che fosse stata lei a parlare. Era una ragazza molto bella, con lunghi capelli castani e un paio di occhi dello stesso colore.
<< Ti sei persa?>> ripeté parlando con me. Io scossi la testa e lei sorrise. Era davvero bellissima.
Feci per chiederle se mi conosceva quando lei si avvicinò a me e disse <<se hai bisogno di aiuto chiedi pure>>
La guardai negli occhi e credetti di vederci il paradiso. Era davvero bella, indossava una gonna che metteva in risalto le sue gambe lunghe. Una camicetta nera e un paio di stivaletti dello stesso colore.
Non mi andava di osservarla troppo, così le dissi che andava tutto bene.
<<Okay>> disse lei, poi si allontanò da me lasciandomi sola.
Seguii con lo sguardo il movimento del suo corpo, finché non sparì in mezzo alla folla.
Mi sentii una stupida e continuai a guardare la mappa sul telefono.
Uscire dalla stazione non era difficile, e con ancora il pensiero di quella ragazza mi incamminai per uscire.
Ben presto arrivai all'uscita e controllando di nuovo il cellulare mi accorsi che la via che portava in centro era a destra.
Mi incamminai con passo incerto, ripensando all'incontro di poco fa. Quella ragazza bellissima aveva davvero parlato con me, preoccupandosi di chiedermi se andasse tutto bene.
Avrei voluto parlare con lei un po' di più, ma lei si era dissolta nell'aria.
Scacciai il pensiero e mi concentrai a seguire la strada.
Il McDonald era vicino. Avevo molta fame.
Dopo 10 minuti arriva sana e salva al fast-food, e mi accorsi di quanto fosse pieno.
C'era una fila per ogni cassa, ed io mi inserii in quella destra, vicino i bagni.
Mi guardai intorno ma non riconobbi nessuno di quelli che conoscevo.
Apparentemente della mia città c'ero soltanto io.
Portai una mano in tasca e sentii la presenza delle monetine. Ma quando ne presi una tutte le altre caddero sul pavimento.
Mi sentii una sciocca, e per poco non le lasciai lì.
Invece dovevo raccoglierle da terra, per non dare l'impressione che non mi importasse niente dei miei soldi.
<< Tieni>>
Mi voltai alla mia destra e per poco non urlai per la sorpresa. Accanto a me c'era la ragazza della stazione. Teneva tra le dita una moneta e capii che era la mia.
<< Ti sono cadute tutte le monete. Ti aiuto>> disse cordiale, poi si allontanò da me per iniziare a raccogliere i soldi. Decisi di smettere di restare impalata e di aiutarla. Nel giro di pochi minuti avevo raccolto tutte le monetine che mi erano cadute dalla tasca.
Ringraziai la bellissima ragazza e lei arrossii. Quel rossore assomigliava al colore delle rose.
<< Figurati>> mi disse, per poi indicare la fila.
<< Hai perso il tuo turno>> mi disse con tono di voce triste.
<< Non fa niente>> risposi inserendomi nella fila di nuovo. Lei mi venne dietro e si sistemò alle mie spalle.
<< Ti va di offrirmi qualcosa o faccio da sola?>> mi chiese sorridendo.
Io annuii come inebetita, e la guardai come si guarda un gioiello prezioso.
Certo che volevo offrirle qualcosa.
Mi chiesi come mai quella ragazza stesse parlando con me. Che cosa l'attirava di me?
Me lo chiesi perché non riuscivo a capire.
La fila procedeva a rilento ma non mi dispiaceva.
La ragazza si guardò intorno ed io guardai lei.
Era davvero bellissima. La sua pelle, il gioco di luci prodotto su i suoi capelli, quella luce che proveniva da una delle finestre. Mi soffermai a pensare a quanto fosse bella.
Però lei si accorse che la stavo guardando e mi sorrise.
<<Tocca a te>> disse.
In effetti toccava davvero a me. Tornai sulla terra e mi rivolsi alla cassiera.
<<Un piatto di insalata e una Coca-Cola. Poi...>> mi voltai in direzione della ragazza la quale si avvicinò a me e appoggiò la mano sulla mia spalla.
Quel tocco mi diede i brividi, e sperai che non togliesse mai la mano.
<< Per me una ciambella al cioccolato>> disse alla cassiera che annuì segnando il suo ordine.
Poco dopo mi passarono il cibo.
<< Dove vuoi sederti?>> chiesi alla ragazza.
Lei indicò un tavolo poco distante dalle casse, poi si mosse in quella direzione. La seguii, l'avrei fatto anche in mezzo al fuoco.
Si sedette sulla sedia e mi guardò con il sorriso. La imitai spostando la sedia da sotto il tavolo per poi sedermi.
Dopo averla guardata ancora una volta iniziai a mangiare la mia insalata.
Lei fece lo stesso con la ciambella.
<<Mi chiamo Camila. E tu?>> mi chiese.
Deglutii e mi rivolsi a lei << Lauren>>
<< Che bel nome. Ha un bel suono>>
<< Anche il tuo>>
Era dolce proprio come lei.
<<Grazie Lauren. Che ci fai in questa città?>> mi chiese poi addentando la sua ciambella.
<< Sono venuta a trovare mia madre>>
<<Oh. Genitori separati?>> mi chiese con naturalezza. Io annuii, mangiando ancora un po' di insalata. Lei fece lo stesso con la sua ciambella e nel giro di pochi minuti la terminò.
Su ripulì le mani in una salvietta, poi prese un sorso della mia coca senza neppure chiedermi il permesso.
Ma non mi diede alcun fastidio, anzi.
Le sorrisi e presi il bicchiere di carta, bevendo un sorso di bevanda.
<< Io sono qui per lavoro>> disse lei. Io la guardai e capii che non voleva altre domande. Non gliene feci nemmeno una, la lasciai tranquilla.
Terminai la mia insalata e la guardai mentre si guardava intorno.
Avrei voluto dire qualcosa ma la posizione che assunse il suo corpo me ne impedì.
Seguii con lo sguardo il suo cercando di capire cosa stesse guardando, e lo vidi.
Un uomo grande e grosso si stava muovendo nella nostra direzione.
Vidi Camila irrigidirsi e spostare con un movimento veloce la carta della ciambella lontano da se.
Quell'uomo faceva paura.
Un'ombra oscura scese su di noi quando quello si sedette al nostro tavolo.

Ecco il capitolo 1.
Vi piace? Me lo fate sapere in un commento? Siamo solo all'inizio ma vorrei sapere che cosa ne pensate :) Come storia non è molto lunga quindi penso di aggiornare una volta alla settimana :) Voglio tanti commenti 😂😍❤ scherzo, non vi obbligo, voglio solo sapere che cosa ne pensate ❤❤ Alla prossima

18 gennaio 2017

CamilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora