<< Presto, ti devi nascondere, nel bagno presto>> mi disse prendendomi la mano e aiutandomi ad alzarmi.
<< Ne sei sicura? Forse è qualcun altro>> dissi insicura.
<< No, è lui, riconosco i passi. Avanti, nasconditi>> mi disse spingendomi in direzione del bagno. Feci quello che mi aveva detto, percorrendo tutta la camera da letto e avvicinandomi al bagno. Camila mi spinse al suo interno, e prima di vedere il buio lei mi disse <<non uscire per nessun motivo al mondo. Se ti scopre ci ammazza entrambe, hai capito?>>
Io annuii, incapace di fare altro. Poi Camila chiuse la porta e restai nel buio. Il desiderio venne sostituito dalla paura. Sentii i passi di Camila nella stanza, poi quelli di qualcun altro, e dopo qualche attimo si aprì la porta e risuonò la voce di Michael.
<< Che cosa stai facendo?>> chiese a Camila per poi chiudere la porta. Sentii i suoi passi lungo tutta la stanza.
<< Niente, mi hai svegliata>> disse lei, con voce calma << stavo dormendo>>
<< Ancora? Alle 20 di sera? Cazzo, dovresti mettere un po' a posto qui dentro. Non avevi l'appuntamento con il tipo del bar questa sera?>> disse Michael con voce decisa.
<< No, è domani>> disse Camila e la sentii alzarsi dal letto evidentemente per andare da lui.
<< Che stai guardando? Ti sei fatta di nuovo?>> le chiese Michael e lei disse di no.
<< Guarda che se la finisci non ne avrai altra, tienilo bene a mente>> e detto questo avvertii i suoi passi venire verso di me, verso il bagno. Mi appiattii al muro, il cuore in gola, cercando di restare immobile. Se fosse entrato nel bagno sarebbe stata la fine per me.
<< Hai il numero di quel tipo? Iggy?>> le chiese Michael. Camila sospirò forte, poi si sedette di nuovo sul letto perché sentii le molle cedere.
<< No, l'ho perso. Pensavo ce l'avessi tu. Ma ti ho detto che l'appuntamento è domani>>
<< Non parlarmi in questo modo brutta puttana. Ho capito quello che mi hai detto. Ma per me ti sbagli o vuoi fottermi>>
<< No, non voglio fotterti, te l'ho detto. È domani>>
La rabbia mi stava friggendo il cervello. Avrei voluto fare qualcosa per aiutare Camila, ma lei mi aveva detto di restare nascosta in quello stupido bagno, a non fare niente. Sperai che Michael se ne andasse ma era tutto inutile. Dovevo restare immobile.
Sentii il rumore di oggetti spostati, una bottiglia, il pacchetto di sigarette.
<< Ti ho detto di mettere apposto cazzo>> disse Michael con voce seria, che mi diede il voltastomaco.
<< Non posso, mi fa male il polso>> rispose Camila.
<< Ti fa male cosa, il polso? E perché mai?>>
Michael si mosse lungo la stanza e giurai si trovasse davanti a Camila perché lei mugolò di dolore.
<< Mi fai male, piano>> si lamentò lei, facendomi allarmare. Le stava facendo male, forse le aveva stretto il polso in una morsa. Mi sentii impotente, a stare lì senza poterla aiutare.
In quel momento mi squillò il telefono.
La suoneria echeggiò in tutto il bagno, e con il senso di panico che mi stava logorando il cervello controllai chi accidenti fosse. Era Shane, mi stava chiamando mio fratello. La suoneria cessò di suonare quando rifiutai la chiamata ma il danno era fatto, Michael mi aveva scoperta.
<< Chi c'è lì dentro?>> lo sentii dire.
<< No, aspetta, non c'è nessuno Michael>>
I suoi passi, i tentativi inutili di Camila di fermarlo. Non mi mossi di un centimetro, il sangue mi era diventato di ghiaccio. Trattenni il fiato, i passi rallentarono, poi Michael aprì la porta. La prima cosa che vidi furono i suoi capelli biondi, poi lo sguardo di morte e freddo.
<< Guarda chi abbiamo qui>> disse senza ridere, senza fare niente, soltanto muovendo le labbra. Restai immobile sotto al suo sguardo, tenendomi ben salda al muro, desiderando di sprofondare.
<< Chi cazzo sei?>> chiese Michael entrando nel bagno, ma quando mi guardò meglio negli occhi e mi riconobbe, sorrise. Le mie gambe non vollero rispondere, ero pietrificata dalla paura. Tutto dentro di me urlava di scappare, ma non riuscivo a muovere un muscolo.
Michael si avvicinò a me con un passo rapido, poi portò le mani verso di me afferrò la mia maglietta, spingendomi sul muro. Sentii le ossa della nuca sbattere contro la superficie di ceramica e per poco non caddi a peso morto.
<< Non so che cosa cazzo ci fai tu qui, ma non mi scappi>> disse inchiodandomi con il suo sguardo. Era un assassino oltre che un protettore ed uno spacciatore. Sotto la sua maschera si nascondeva quello. Mi soffermai a guardare i suoi occhi verdi, incapace di muovermi, poi la sua testa esplose in tante piccole scintille e mi lasciò andare.
Cadde a peso morto ai miei piedi, e quando mi guardai intorno cercando di riprendere fiato vidi Camila con in mano una lampada. Lo aveva colpito forte alla testa.
<< Dobbiamo fare qualcosa>> mi disse seria, sbrigativa, prendendo la mia mano e lasciando cadere la lampada sul pavimento. Prese la mia mano e mi condusse fuori dal bagno, andando velocemente all'armadio. Lo aprì ed iniziò a vestirsi, lanciandomi poi una corda.
<< Legalo, fa in fretta>> mi disse. Presi la corda al volo, ancora scossa da quello che era appena successo, e feci quello che mi aveva detto. Michael respirava ancora, era soltanto privo di sensi. Lo legai forte, sperando che non si svegliasse, poi mi rivolsi a Camila.
<< Dobbiamo scappare. Altrimenti siamo morte entrambe>> dissi. Lei annuì, senza guardarmi, poi prese le chiavi della stanza, il pacchetto di sigarette e sotto i miei occhi iniziò a frugare nelle tasche di Michael. Ne tirò fuori delle bustine, altre sigarette, altra droga. Ne aveva tantissima. Non so perché lo fece ma non le chiesi nulla.
Dopo si alzò, tornando all'armadio e tirando fuori una sacca che riempì con le sue cose. Io guardai Michael e sperai che non si svegliasse.
<< Andiamo>> mi disse Camila sbrigativa, tendendomi la mano che presi senza esitare. Sentimmi dei mugolii ma li ignorammo, perché non potevamo perdere alcun tempo. Arrivammo alla porta e la spalancammo, uscendo in corridoio. Quel senso di libertà durò un attimo perché Michael si era risvegliato.
<< Puttana, dove cazzo sei?>> urlò con voce pesante, pesante come lui. Camila non si fece intimorire, anzi, chiuse la porta a chiave dopo averla sbattuta con forza. Sentimmo dei tonfi sul pavimento ma ignorammo anche quelli.
<< Andiamo, non abbiamo molto tempo>> dissi a Camila prendendole la mano. Ci muovemmo lungo il corridoio sino ad arrivare alle scale, poi arrivammo al primo piano ed infine alla porta principale. Erano le 20, avevamo poco tempo prima per prendere il treno.
<< Hai qualche soldo con te?>> chiesi a Camila. Lei annuì e gliene fui grata.
<< Dobbiamo prendere un taxi per la stazione. Vieni con me>> le dissi senza lasciarle la mano.
Tra tutte le auto che passavano per quella strada riuscimmo a trovare un taxi. Soltanto in auto riuscii a tirare un sospiro di sollievo. Per un po', almeno, eravamo al sicuro. Michael era lontano. Ma non sapevamo dove andare.
23 marzo 2017
Ho aggiornato un po' prima del previsto. Vorrei sapere che cosa ne pensate della storia fino a qui :) mi farebbe davvero molto piacere ❤

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Camila
Fanfiction"È una delle tante legge non scritte, quella che noi ragazzi non riusciamo a parlare d'amore. Possiamo affrontare qualsiasi altro argomento -sesso, droga, rock'n roll- ma non ammetiamo mai di esserci innamorati. Questo rende le cose complicate quand...