Durante il viaggio non parlammo molto, ma ci tenemmo per mano tutto il tempo. Camila fumò la sua sigaretta, io le carezzai i capelli. La voglia di stare con lei era davvero tanta, ora che eravamo da sole. Ripensai a quello che era successo nella sua camera da letto e per poco non mi feci scoprire perché le strinsi troppo forte la mano. Lei non disse nulla, si limitò a sorridermi, bellissima. Che cosa sarebbe successo una volta sole?
Non parlavo della droga e della disintossicazione.
Per arrivare al cottage prendemmo un taxi quando arrivammo a Londra, e ancora una volta fu Camila a pagare. Mi sentivo in colpa perché stava consumando tutti i suoi soldi ma lei mi disse di non preoccuparmi. Il viaggio in taxi fu silenzioso come quello in treno e quando arrivammo al lago, il tassista ci lasciò accanto ad una stradina che conduceva al cottage. Presi i bagagli dalla mano di Camila, poi la sua mano con la mia e la guidai lungo la stradina. Faceva freddo, così cercai di fare presto. Quando arrivammo Camila spalancò la bocca.
<< Wow è bellissimo>> disse ridendo. Io annuii, sentendola sicura e forte, come alla stazione quando ci eravamo conosciute. Presi la chiave di casa e aprii la porta, spingendola dall'interno per entrare. L'oscurità ci invase, così cercai il primo interruttore. Feci luce e mi voltai verso Camila, la quale era sempre alle mie spalle.
Entrammo in casa, poi chiusi la porta d'ingresso a chiave.
<< Vieni, laggiù c'è la cucina. Intanto chiamo mio fratello>> dissi indicandole il corridoio. Camila annuì e seguì con passo deciso la strada che le avevo indicato. Chiamai Shane e gli dissi di essere arrivato poi raggiunsi Camila in cucina. Aveva appoggiato i bagagli sul tavolo e si stava guardando in giro.
<< Vado ad accendere il riscaldamento. Aspettami qui>> le dissi. Lei annuì, sedendosi a tavola. La lasciai per accendere il riscaldamento e mi sentii subito meglio. Eravamo soltanto io e lei, non c'era nessuno ad inseguirci. Era un sogno che si era avverato. Finalmente ero sola con lei.
Quando tornai in cucina Camila disse di voler preparare qualcosa da mangiare. Io le dissi di sì, e assieme mettemmo su qualcosa di commestibile. Mangiammo sedute a tavola, in silenzio, ascoltando i rumori che provenivano da fuori.
<<Ti devo fare una domanda>> le dissi toccando con serietà il suo braccio. Camila mi gaurdò a lungo poi annuì.
<< Hai intenzione di smettere con l'eroina?>>
Nei suoi occhi lessi la confusione poi mi sorrise e per poco non crollai sul pavimento. Avrei voluto baciarla.
<< Ho paura a dirti di sì. Ho paura di affrontare tutto quello che succederà. Tutto quello che dovrò subire. Ma si, voglio smettere>> disse lei toccandomi la mano. Annuii rincuorata.
<< Dimmi la verità. Ti sei fatta a casa mia?>> le chiesi. Lei annuì ancora una volta.
<< Soltanto una volta. Mi dispiace così tanto Lauren>> e mi abbracciò, forte, affondando le mani nella mia schiena. Mi sentii bene, in pace con me stessa, e le accarezzai i capelli.
<< Va tutto bene. Andrà tutto bene>> dissi stringendola a me.
<< No invece. Sarà terribile,me lo sento>>
<< Ci sono io qui con te. Non ti lascio sola>>
Rimanemmo lì, strette l'una all'altra senza aggiungere altro, condividendo il calore dei nostri corpi. Camila mi appoggiò la testa sulla spalla ed io le accarezzai i capelli, piano.
<<Resta con me stanotte, ti prego>> mi disse. Io annuii. Certo che sarei rimasta con lei.
Ci alzammo da tavola poi sistemammo le sedie sotto al tavolo e mano nella mano andammo a cercare le camere da letto. Trovammo la matrimoniale e Camila si voltò verso di me prima di entrare.
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Camila
Fanfiction"È una delle tante legge non scritte, quella che noi ragazzi non riusciamo a parlare d'amore. Possiamo affrontare qualsiasi altro argomento -sesso, droga, rock'n roll- ma non ammetiamo mai di esserci innamorati. Questo rende le cose complicate quand...