La prima cosa che pensai fu quella di chiamarla, ma non sapevo che cosa sarebbe successo una volta fatto il numero.
E se stava dormendo? E se stava lavorando? E se avesse risposto Michael?
Tutte quelle domande mi costrinsero a pensare di non chiamarla.
Non subito almeno.
Mi avvicinai alla scrivania e presi il portafoglio dove inserii il foglietto.
Lì sarebbe stato al sicuro.
Mi concentrai sui suoni che provenivano dalla camera di mio fratello. Lui e Jennifer stavano ancora parlando, così decisi di andare da loro.
Uscii dalla camera da letto e mi recai in quella di Shane.
Per cortesia prima di entrare bussai e lui mi disse di entrare tranquillamente.
Li trovai seduti sul letto, intenti a parlare.
Quando mi videro smisero immediatamente e mio fratello mi sorrise.
<< Non ho sonno. Posso restare con voi?>> chiesi restano sulla porta.
<< Si certo>> disse Shane alzandosi dal letto per fammi posto.
Entrai timidamente in camera e mi sedetti sulla scrivania. Jennifer mi sorrise e la guardai a lungo prima di soffermarmi su mio fratello.
<< Papà è andato a lavoro?>> mi chiese Shane. Io annuii e guardare fuori dalla finestra.
Si vedeva benissimo la luna da quella finestra.
Mentre mio fratello e la sua ragazza parlavano la guardai a lungo, pensando a Camila.
Sperai che stesse bene.
Shane mi chiese come era andata con la mamma ed io gli dissi quello che avevo detto a papà. Non mi andava di parlare della mamma nemmeno con lui.
Shane sembrò capire perché non mi chiese altro.
Parlammo del lavoro di Jennifer per un po'. Lei era una poliziotta, e ammiravo il suo lavoro.
Mi chiedevo sempre come facesse a tenere con sé una pistola, senza paura.
Come si comportasse di fronte ai criminali. La ammiravo.
Mio fratello invece era un infermiere, ma quella sera non doveva lavorare.
Ascoltare i loro discorsi mi aiutò a distrarmi ma poco dopo avvertii il sonno.
Decisi di andare a letto e mi alzai dalla sedia dicendo che andavo a dormire. Loro annuirono e mi lasciarono andare.
Tornai in camera mia pensando al numero di telefono custodito nel portafoglio.
Mi distesi a letto pensando al numero di telefono custodito nel portafoglio.
Mi addormentai pensando numero di telefono custodito nel portafoglio.
Dovevo chiamarla al più presto.Il giorno dopo andai a lavorare a supermercato.
C'era qualcosa di rassicurante nel mettere in ordine gli scaffali. Mi concentrai con cura su ogni cosa, prendendomi del tempo per me stessa.
Non era un lavoro troppo difficoltoso ma a fine giornata ero stanca morta.
Decisi di andare a mangiare in un fastfood, e non potei non pensare a Camila.
A quello che era successo. Pensai di trovarmela vicino ma non ci fu nessuna ragazza che venne verso di me.
Tornai a casa sconsolata e mi rifugiai in camera da letto.
Volevo dormire e basta.
Erano le 16:00, c'erano ancora tante cose da fare prima di dormire. Mio fratello era a lavoro all'ospedale, toccava a me fare il bucato, così passai il tempo a raccogliere i suoi abiti e i miei e a metterli in lavatrice.
Continuavo a pensare di chiamare Camila, ma non ero ancora pronta.
Quando Shane tornò a casa gli feci trovare qualcosa da mangiare, ed io andai in bagno per farmi una doccia. Era ormai troppo tardi per fare qualsiasi cosa quando finimmo di sparecchiare. Lavò lui i piatti, ed io andai in camera da letto per dormire. Papà non era ancora tornato, anche quella sera aveva il turno di notte.
Mi stesi sul letto e mi preparai ad affrontare una nuova giornata.
Al mio risveglio era pressoché tutto uguale. Shane mi fece trovare la colazione quando scesi in cucina. Trovai papà seduto a tavola intento a bere del caffè. Sembrava essere molto stanco così lo lasciai stare.
Anche quella mattina avevo il turno al supermercato, Shane in ospedale, così usciremo di casa insieme lasciando papà a riposare per qualche ora.
Arrivata al supermercato mi concentrai sul lavoro anche se continuavo a pensare di chiamarla.
Decisi di farlo una volta a casa e per tutto il tempo in cui rimasi al lavoro fui euforica.
Più volte feci cadere dalle scaffali delle cose, ma fortunatamente non mi rimproverò nessuno.
Tornai a casa in orario e come sempre mi dedicai alle pulizie di casa. Papà e mio fratello erano ancora lavoro così avevo tutto il tempo per me. Accesi un po' di musica, tutto pur di rimandare il momento in cui avrei preso il telefonino.
A dire la verità avevo paura, paura che mi rispondesse lui.
Avevo anche paura che fosse un numero falso, o peggio ancora non più raggiungibile.
Ma sapevo anche che dovevo chiamarla, così una volta finite le faccende mi sistemai in camera mia con il portafoglio tra le mani. Mi sedetti sul letto ed estrassi il foglietto dalla tasca in cui l'avevo inserito.
Poi presi telefono cellulare e digitai il numero.
Avevo il cuore in gola mentre aspettavo che qualcuno mi rispondesse.
<<Pronto?>> disse una voce femminile.
Per poco non mi cadde il telefono dalle mani.
<< Pronto? Sei Camila?>> chiesi.
<< Si, e tu chi sei?>> chiese lei.
<< Sono Lauren, Lauren del McDonald. Ti ricordi di me?>>
<< Certo che mi ricordo di te. Finalmente mi hai chiamata. Non ci speravo più. Perché ci hai messo così tanto?>>
Tirai un sospiro di sollievo. Lei si ricordava di me e aveva aspettato con ansia la mia chiamata.
Non mi sembrava vero e glielo dissi.
Lei rise, una risata cristallina e bellissima che mi fece tremare da capo a piedi.
<< Certo che ti aspettavo. Ci hai messo un sacco di tempo. Come stai?>> chiese.
<< Io sto bene tu?>>
<< Non c'è male. Sono contenta di sentirti. Pensavo avessi perso il mio numero>>
<< No aspettavo soltanto il momento giusto per chiamare>> dissi stropicciando il foglietto con il numero.
<<Va bene Lauren, ho capito. Adesso però purtroppo non ho molto tempo. Devo andare. Però voglio vederti. Perché non ci vediamo alla stazione di Londra mercoledì? Alle quattro apre il Luna Park. Non ho ancora avuto modo di andarci. Ti va di venirci con me?>>
Deglutii a disagio, poi mi alzai dal letto e andai alla finestra. Guardai fuori cercando la risposta giusta da dare. Lei voleva rivedermi, mi aveva chiesto di uscire assieme. Non mi sembrava vero.
<<Ehi, sei ancora lì?>> mi chiese.
Scossi la testa e dissi di si. Dissi si alla sua proposta di vederci.
Lei ne fu molto contenta.
<< Bene Lauren. Ora devo proprio andare. Ci vediamo mercoledì alle quattro, non mancare>> e detto questo riattaccò, senza darmi modo di rispondere.
Chiusi la telefonata e rimisi il cellulare in tasca, poi tornai sul letto e mi ci distesi sopra.
Mi sembrava di poter volare. Ero felice come non mai.
Avrei rivisto quella bellissima ragazza. Non so perché mi sentissi così euforica. Io ero etero, almeno pensavo di esserlo. Eppure con questa ragazza perdevo completamente la ragione.
Nelle ultime ore che mi rimasero prima dell'arrivo di mio fratello pensai a cosa dirgli mercoledì.
Se gli avessi detto che uscivo con degli amici lui non mi avrebbe mai creduto perché non avevo amici.
Di conseguenza decisi di dirgli che uscivo da sola come sempre.
Per fortuna il mercoledì non avevo il turno al supermercato.
Avrei avuto tutto il tempo per stare con lei.
Non stavo più nella pelle e non riuscivo più a stare ferma così mi alzai dal letto e andai a fare una doccia.
Quando tornarono a casa papà e Shane mangiammo in silenzio e io mi occupai dei piatti. Mio fratello uscì per andare da Jennifer, papà andò a letto presto ed io ne approfittai per leggere qualcosa.
Avevo la testa completamente da un'altra parte, così rinunciai e andai a letto presto anche io.
Pensai a Camila quando entrai in camera.
Pensai a Camila quando mi stesi sul letto.
Pensai a Camila quando mi addormentai.La ragazza nella foto è Jennifer ❤ Che ne pensate del capitolo? Me lo fate sapere in un commento? 😍❤
Grazie di tutto, vi adoro! ❤ alla prossima8 febbraio 2017
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Camila
Fanfiction"È una delle tante legge non scritte, quella che noi ragazzi non riusciamo a parlare d'amore. Possiamo affrontare qualsiasi altro argomento -sesso, droga, rock'n roll- ma non ammetiamo mai di esserci innamorati. Questo rende le cose complicate quand...