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<<Hei>>, sussulto sentendo la voce di Chris.
<<Scusami, non volevo spaventarti>>,
<<tranquillo, ero così immerso nello studio che non mi ero nemmeno accorto della porta di casa che si chiudeva>>, chiudo i libri e rimetto tutto nello zaino.
<<Bene, cosa dovevi dirmi?>>,
<<Ehm... In realtà non ne ho molta voglia di parlarne ora, magari dopo>>,
<<Sì, certo>>.

<<Bene, cosa ti va di fare?>>,
<<Giochiamo a COD?>>,
<<Ti ricordi?>>, sono quasi incredulo, pensavo che fosse qualcosa di poca importanza, pensavo che se la fosse scordata.
<<Certo, dai vado ad accendere la Play>>, piano piano sta ritornando quello di prima. Tutti i miei viaggi mentali sul suo carattere in un futuro si placheranno, ora credo che potrebbe tornare tutto come prima... Chissà se si ricorda di quella notte. Scaccio via il pensiero, semmai ne parleremo stasera.
Giochiamo come facevamo tempo fa, ridendo come cretini, senza accorgersi del tempo che passava. Tutto si interrompe quando il telefono squilla, è Ethan. Chris lo vede, è abbastanza confuso, glielo si legge in faccia. Prendo il telefono e lo metto in silenzioso.

<<Io avrei un po' di fame, e te?>>, mi fa notare Chris, in effetti sono le 20. <<Sì, mia madre ci ha lasciato la cena in forno>>, scendo e apro il forno. Ho sempre amato il pollo di mia madre, me lo faceva quando ero triste, per tirarmi su il morale, tipo quando lei e mio padre litigavano.
Chiamo Chris, che scende.
<<Bene, è giunto il momento>>, dice mentre si pulisce la bocca col tovagliolo. Sinceramente ho un po' d'ansia, non so cosa potrebbe avere da dirmi.
<<Ricordo che qualcuno mi parlava, quando ero in coma>>,
<<Tutti ti parlavano>>, so dove vuole andare a parare.
<<Lo so, ce n'erano tante, ma nessuna era come quella voce. Si sentiva il calore di quella persona, l'importanza che avevo per lei, quanto le mancavo. Ogni giorno aspettavo che venisse, avevo bisogno di risentirla. Fin da quando mi disse che provava dei sentimenti forti per me, io volevo risentire quella voce>>, lo guardo attento,  ho paura di quello che potrà chiedermi.
<<John. So che eri te. Anche se non mi ricordo cose apparentemente importanti per il nostro vecchio rapporto, io sento che ti conosco da tanto tempo...>> il resto delle sue parole non le sento, sono sotto shock solo per il fatto che mi abbia riconosciuto. Il modo in cui lo diceva non mi va giù, non può diventare quello che volevo che fosse, ora che ho un ragazzo. Di certo Ethan non lo lascerò, questo è assodato.

<<...Mi senti?>>,
<<Come? Eh, certo>>, prendo i piatti e li metto nel lavandino.

Questa volta non c'è nessun film horror o altro, solo il rumore dei nostri due respiri all'unisono, la sua testa appoggiata al mio petto, lui abbracciato a me come se cercasse riparo da qualcosa.
•••
La sveglia suona, Chris è accoccolato a me come un koala, è troppo tenero, vorrei non andare a scuola per stare con lui, ma ho già fatto troppe assenze.
Lo scosto piano, cercando di non svegliarlo.
Quando sono pronto per andare vado in camera per svegliarlo.
<<Chris, hey, svegliati>>, gli sussurro mentre lo scuoto piano. I suoi profondi occhi verdi mi fanno perdere un battito, un brivido mi percorre per la schiena quando mi sfiora leggermente la pelle con le sue dita, <<Buongiorno>>, sfoggia il suo gran sorriso che mi incanta sempre.
<<Devi tornare a casa, devo andare a scuola, se vuoi ci possiamo vedere oggi pomeriggio per poi andare alla festa>>,
<<Ok>>, sussulto quando lo vedo che alza il viso direzione delle mie labbra ma mi rassereno quando vedo che si scosta per abbracciarmi.

All'entrata della scuola praticamente tutta la classe mi ha dato la conferma per stasera, i proprietari del "locale" (se si può chiamare tale una stanza simile ad un loculo) che abbiamo affittato mi hanno mandato un messaggio dicendomi che per stasera è tutto confermato. Mi sento soddisfatto del mio operato, speriamo che la giornata non sia un disastro.
•••
È da più di un' ora che sono davanti all'armadio, ormai completamente disfatto, per scegliere il mio outfit per la festa. Non so per quale motivo ma ho talmente tanta ansia che non mi reggo in piedi... infatti sono stravaccato sulla poltrona, cercando di farmi un'idea su come dovrò uscire di casa. All'improvviso un lampo di genio mi abbaglia: all'angolino dell'armadio, sotto una miriade di altri vestiti, c'è un maglione che mi è sempre piaciuto. In realtà era un vecchio maglione di Chris che non usava più, quando l'ho visto nel suo armadio fu amore a prima vista e, quando Chris capì che mi piaceva davvero tanto, me lo regalò. Fuori si sta bene e il maglione non è nè troppo leggero nè troppo pesante, quindi è perfetto. Ci abbinerò dei jeans neri con le mie Vans, è da un sacco di tempo che non le mettevo.
Finalmente esco di casa, mi sentivo come se la camera mi stesse soffocando. Quando la porta davanti a me si apre vedo Chris, che ha la felpa che gli ho regalato al suo compleanno con su scritto "Slytherin Quidditch" che sarebbe la sua casata di Hogwarts. Mi guarda con uno sguardo sorpreso, guardando il mio maglione. Abbiamo esattamente la stessa faccia allo stesso tempo, tutti e due ci ricordiamo... aspetta. <<Chris, ti ricordi di questo maglione?>>,
<<Certo. È quello che ti sei "preso in prestito" e che poi non mi hai più ridato!>>,
<<Hey! Me lo avevi regalato>>, mentre gli parlo gli mollo un pugno sul braccio.
<<Dai entra, mio padre fra un po' ci accompagna>>.

Più o meno dieci minuti dopo mi trovo in macchina, diretto alla festa. Indico la via al padre di Chris e in poco tempo arriviamo sul posto. Tutti sono già lì, tutti tranne Mia. Scendiamo dalla macchina e tutti sono esultanti, sono felicissimi di rivedere il proprio compagno, e lui è felicissimo di rivedere loro. Di alcuni non si ricorda, di altri vagamente, fin quando non cerca qualcuno tra la folla rimanendo deluso.
Cerca il mio sguardo, sembra quasi che si stia mettendo a piangere, io scuoto piamo la testa e lui si avvicina a velocemente.
Mentre mi abbraccia mi sussurra,
<<Perché non è venuta?>>,
<<Abbiamo litigato, non voleva stare peggio vedendo che non ti saresti ricordato di lei. Sta attraversando un momento difficile vedrai che tutto si...>>
Mi interrompo quando sento che qualcosa non andava per il verso giusto. Infatti qualcosa c'era che non andava bene: Ethan. Stephan mi guarda stranito, chiedendomi chi è usando il labiale. Io sono come shockato, perché è qui?
Ethan si avvicina a me e a Chris, che mi teneva piano la mano. Ora è talmente vicino che riesco a sentire l'odore di alcool dritto nelle mie narici.
<<Vuoi sapere di chi appartiene ?>>, dice parlando con Chris, facendo riferimento a me.
Non mi da nemmeno il tempo di chiedergli cosa ci faceva qui che mi prende e mi bacia, alla vista di tutti.
Ora mi sento come se ci fosse un cartello enorme sopra la mia testa con su scritto "SONO GAY!" Che mi indica.
Mi stacco immediatamente ed esco dalla stanza, in cui è sceso un silenzio tombale, portandomi dietro Ethan.
<<Cristo, ma perché?!>>,
<<Quel coglione non si doveva azzardare a toccarti>>,
<<Ethan, sei ubriaco fradicio, puzzi di alcool a morte e mi hai fatto fare una figura che non immagini davanti a tutti>>,
<<Madonna, che sarà mai un bacio?>>, dice mentre si avvicina a me.
<<Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?! Come hai fatto a venire qui?>>,
<<Ho costretto William a dirmi dov'eri, non voleva perché sapeva che ero ubriaco e non voleva che facessi casini>>,
<<Ma li hai fatti comunque!>>.

Sto camminando avanti e indietro da più o meno venti minuti, mia madre è a lavoro, quindi non può venirmi a prendere. Non voglio chiedere a nessuno dentro, nemmeno a Chris.
L'unica possibilità è chiedere a Ethan ma sono talmente arrabbiato con lui che ho paura di non riuscirmi a trattenere dal fargli qualcosa.

<<Bene. L'unica cosa che ti chiedo è accompagnarmi a casa, che in realtà non sarebbe nemmeno la scelta giusta data la tua condizione>>, non dice niente ed entra in macchina, sembra più sobrio di prima, anche se poco.
Arriviamo a casa e scendo dall'auto. Appena vedo che sta spegnendo la macchina lo fulmino,
<<Ti azzardi a scendere e non puoi immaginare cosa potrei farti>>.
Rimette in moto la macchina con gli occhi bassi, scendo e chiudo la portiera alle mie spalle.
Mentre prendo le chiavi sento la macchina patire, le lacrime scendono come pioggia. Subito i singhiozzi si fanno sentire. Sento il bisogno di Ethan, ma allo stesso tempo sento la rabbia incolmabile dentro di me. Non ho idea di quando riuscirò a tornare a scuola o quando riavrò veramente il bisogno di quel coglione.
Ora devo solo stare da solo a elaborare l'accaduto.
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Spazio autore
Non.
Ci.
Credo.
Non ci credo che ho finalmente finito, FINALMENTE. Ragazzi, non so quante volte dovrei chiedervi scusa, sono un sacco dispiaciuto per non aver pubblicato da quasi tre mesi.
Beh... che dite, sono riuscito a farmi perdonare? ;)
-Peeta

Innamorato Di LuiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora