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Il suo sorriso.
I suoi occhi penetranti, a cui non riesci a sostenere lo sguardo, che ti toccano dentro e ti invitano a perderti dentro di loro.
Le sue piccole fossette che gli compaiono quando ride.
Quelle lentiggini leggere che solo pochi hanno visto.
Riesco solo a pensare a lui, è più forte di me. Non riesco a capire cosa voglio in questo momento, lo voglio e non lo voglio. Lo amo e lo odio... lo odio?
Sarei mai capace di provare dell'odio per Ethan? Sarei mai capace di allontanarlo e andare avanti senza il suo appoggio? Stasera ha fatto l'errore più grande della sua vita e non so come potrebbe sentirsi in questo momento, non so dove potrebbe essere, non so cosa potrebbe fare. Non so niente di lui e in un certo senso mi va bene così. Sento come se per un po' dovremmo stare lontani l'uno dall'altro. Deve pensare a quello che ha fatto e se non lo farà ne dovrò prendere atto.
Potrò conoscere un nuovo lato di Ethan, quel ragazzo perfetto che immaginavo. Per quale motivo sento come se non lo conoscessi abbastanza? Perché sento come se non avessi scavato affondo in lui?
Io pensavo di conoscerlo.
Ma, se pensavo di conoscerlo, potevo mai pensare che potesse mai fare una cosa del genere?
L'improvvisa vibrazione del telefono interrompe i miei pensieri ma, si sa, parlando del diavolo spuntano le corna. Ethan mi ha mandato un messaggio: -Perché?
Sento la rabbia ribollire dentro di me ma cerco di calmarmi, non ho voglia di litigare.
-Perché? Il "perché" dovrei chiedertelo io. Perché creare tutto quel casino?
-Ero ubriaco, cazzo, capiscilo.
-Gesù, vorrei soltanto che tu non ti faccia veramente vedere più in questo momento.
-Io non capisco veramente il motivo di lasciarmi andare via, potevamo aggiustare le cose. Insomma, potevi vedere benissimo che ci stavo male, che mi sentivo in colpa.
-Hai ragione e, sì, l'ho visto che ti sei reso conto della cazzata che hai fatto, ma il punto è che... lasciamo stare, devo solo dormirci sopra. Se vorrò ti manderò un messaggio quando mi sveglierò.
Blocco il telefono e mi stendo sul letto, inerme. Guardo il soffitto e, in realtà, non riesco a provare emozioni in questo momento. È come se si fosse spento tutto all'improvviso... beh, non faccio che pensare a Ethan e all'enorme casino che ha combinato, ma non ho idea di cosa mi succeda in certe occasioni. Gli occhi mi si chiudono come automaticamente e cado in un sonno profondo.

Mi risveglio con il sole alto nel cielo che filtra attraverso le tapparelle. Fatico a prendere la sveglia sul comodino, ma dopo alcuni tentativi riesco a vedere l'orario, <<Wow... appena le 14:23>> penso dentro di me.
Scendo e mia madre è sul divano, a guardare una qualche nuova sitcom o telenovela dal nome impronunciabile.
<<Ben svegliato!>>,
<<Spiritosa...>>,
Mi siedo accanto a lei, che posa il suo braccio sulle mie spalle.
<<Cos'è successo ieri sera?>>,
Come fa a saperlo? Penso,
<<Nulla, perchè?>> rispondo, esitando.
<<C'era la tua solita pila di "fazzoletti post-pianto" sul tuo comodino, sicuro che non è successo nulla?>>,
<<Sì, è successo qualcosa, è solo che, in realtà non mi andava molto di raccontarlo>>,
<<Tranquillo, sai come funziona qui: puoi raccontare tutto quello che vuoi alla tua mamma, bella o brutta, lei non ti giudicherà... beh, magari una ramanzina potrebbe essere anche d'obbligo ma tralasciamo questo dettaglio. Non ti voglio obbligare a raccontarmi tutto quello che succede nella tua vita>>, finisce di parlare e io sono quasi sull'orlo del pianto, senza un determinato motivo. Pensavo di aver pianto tutto quello che avessi da piangere ieri sera ma evidentemente non è così. Mi avvento su mia madre che mi stringe forte a se, nella stanza si sentono solo la TV e i miei singhiozzi.

Sussultiamo entrambi non appena qualcuno bussa forte alla porta di casa. All'inizio non ci muoviamo, ma mia madre si alza quando la persona dietro alla porta inizia a battere con più insistenza, <<Va di sopra>> dice con durezza.
Obbedisco ma non vado in camera, salgo abbastanza da vedere la situazione ma da non farmi vedere allo stesso tempo.
Vedo mia madre con un taglierino sulla tasca posteriore dei jeans e la mano tremolante quasi sulla maniglia della porta, ma tutto un tratto la serratura gira e la porta si apre.
Mia madre è sconcertata e spaventata allo stesso tempo. I suoi occhi sono sbarrati, e la bocca aperta. Riesco solo a vedere le gambe dell'apparente uomo fuori casa, con addosso dei pantaloni non troppo familiari.
<<David, cosa ci fai qui?!>>
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Spazio autore
Rido, ormai vi ho stancato con la solita frase fatta "scusate l'inattività ma...". Però, purtroppo, sono molto impegnato con lo studio e, grazie al wonderful esame che dovrei dare tra praticamente un mese (sì, per chi non lo sapesse vado in terza media), non riesco a scrivere YAAAAAS.
Però dopo qualche sforzo ci siamo riusciti a scrivere qualcosa di leggibile, dai, sono fiero di me stesso. ;)
Ci vedremo al prossimo capitolo biscottini. <3

Innamorato Di LuiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora