capitolo 1

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Stiles si svegliò con un forte mal di testa, le tempie che pulsavano incredibilmente e un sapore dolciastro e metallico in bocca. Sentiva freddo, e gli facevano male i polsi, legati dietro la sua schiena con una corda (era una corda? Lo sembrava). Okay, quest'ultimo particolare era piuttosto inquietante. L'adolescente aprì gli occhi di scatto e non vide altro che buio. Iniziava già a iperventilare, quando dalla penombra cominciarono a delinearsi i contorni di quella che sembrava essere una cantina. Una buia, fredda, umida cantina. Come nel più banale dei clichè sui rapimenti. Perchè sì, Stiles era stato rapito. Fece mente locale, concentrandosi su ciò che ricordava della giornata. Era andato a scuola, aveva fatto il compito di chimica (era andato da schifo...cioè, mai na gioia proprio), si era fatto mettere in punizione da Harris perchè il filtro cervello-bocca non funzionava granchè e aveva passato metà del suo pomeriggio riordinando i libri della biblioteca ( Harris era uno schiavista). Poi...ah, sì. Era uscito da scuola e nel parcheggio, mentre si dirigeva verso la sua amata jeep, qualcuno lo aveva preso alle spalle e gli aveva premuto un fazzoletto puzzolente sul naso. Ancora, tipico clichè.
Stiles strattonò le corde ai polsi, sbattendo le palpebre ed esaminando l'ambiente. Era seduto per terra, con mani e piedi legati, non c'erano finestre (quel buco nel muro non contava, vero?)e intorno a lui non c'era nulla di utile ad una fuga. Perchè, davvero, per quanto potesse essere ingegnoso, non riusciva a farsi venire in mente nessun piano per scappare che potesse avere successo con, nell'ordine, una bottiglia di olio, una cesta di legno e...quello era un salvagente? No, perchè dovevano spiegargli cosa diavolo ci faceva lì un salvagente.
Non aveva neanche spazio per muoversi liberamente (non che potesse muoversi granchè), perchè la cantina era minuscola, una topaia claustrofobica da cui voleva uscire al più presto.
Che poi, perchè diavolo si trovava lì? Vendita illegale di organi? Tratta degli schiavi? Improbabile, non sarebbe stato solo e poi era una vittima ad alto rischio. Suo padre aveva pestato i piedi a qualcuno? Più che probabile, dal momento che era lo sceriffo. Oppure era colpa sua? Ma, per quanto si sforzasse, non gli veniva in mente nessuno che avesse un particolare motivo per rapirlo, se si escludeva forse Harris, che magari era stanco di sopportare il suo sarcasmo fuori luogo. Si, poteva essere.
Stiles interruppe le sue elocubrazioni quando sentì una porta cigolare in modo inquietante. Le scale che portavano alla cantina si illuminarono e una figura slanciata iniziò a scenderle.
-Oh, sei sveglio.-disse una voce calda, abbastanza rassicurante e, almeno dal punto di vista di Stiles, piuttosto giovane. Gli si avvicinò un ragazzo non troppo alto, più o meno della sua età ma molto più muscoloso e con la mascella un po' storta.-Tutto bene?-chiese. Stiles inarcò un sopracciglio, come a dire "serio, amico?"e il nuovo arrivato annuì tra sè e sè.-Giusto. Domanda stupida.-si disse da solo.
-Perchè mi trovo qui? Che poi, dove diavolo è qui? E tu chi sei? Non sei troppo giovane per rapire le persone? No, perchè se tu non lo avessi capito (scusa, ma ci tengo a precisarlo perchè non mi sembri troppo sveglio) questo è sequestro di persona. S-e-q-u-e-s-t-r-o. E mio padre è lo sceriffo. E...-Stilea avrebbe continuato, sotto lo sguardo spaesato dell'altro, il suo monologo all'infinito, se una seconda persona non fosse entrata nella stanza, scostando malamente il ragazzo con la mascella storta e guardandolo malissimo. Il nuovo arrivato era decisamente alto e muscoloso, più grande di Stiles di almeno cinque o sei anni e con gli occhi più verdi e minacciosi che l'adolescente avesse mai visto.
-Vai di sopra, Scott. Manda qui Peter.-
Il ragazzo con la mascella storta- Scott- si riscosse e salì velocemente le scale.
-Sei il capo qui? No, perchè hai un po' l'aria del capo. Tipo, sarà per le sopracciglia? Wo, amico, fanno un po' paura, lo sai? Sono proprio sopracciglia da leader, complimenti...-
-Stai zitto.-lo riprese Sopracciglia Inquietanti, come Stiles lo aveva appena soprannominato nella sua mente. Se non avesse avuto le mani legate avrebbe fatto il gesto di chiudersi la bocca con una zip.
Quello che doveva essere Peter sopraggiunse in quel momento. Era un uomo sulla quarantina, attraente ma anche un pizzico inquietante, con quegli occhi che sembravano scrutare Stiles fino nell'anima e quel sorrisetto un po' da psicopatico.
-Mi hai fatto chiamare, nipote?-chiese Peter, rivolgendosi a Sopracciglia Inquietanti ma non staccando gli occhi da Stiles.
-Sì. Sei sicuro che sia una buona idea tenerlo qui? E, soprattutto, sei sicuro che sia quello giusto?-ringhiò, contrariato.
Peter scrutò Stiles con sguardo critico, girandogli intorno e annusando l'aria intorno a lui, sogghignando all'espressione del ragazzo e al suo disagio che stava divenendo paura vera e propria, nonostante lui cercasse di non darlo a vedere.
-Mio padre è lo sceriffo.-pigolò il ragazzino a quel punto.-Quindi fossi in voi mi lascerei andare. Tipo ora. E smetti di annusare in giro, sei inquietante.-
Peter sogghignò ancora. Dio, aveva proprio il ghigno di uno psicopatico.
-Sì, è decisamente lui.-affermò sicuro.-Ma come ti ho detto la cosa migliore sarebbe ucciderlo e sbarazzarci immediatamente del cadavere.-precisò, come se stesse parlando del tempo e non di un omicidio. Stiles si irrigidì a quelle parole e il nipote sbuffò.-Ti ho già detto che non lo faremo. Per ora ci limiteremo a tenerlo al sicuro. Ma la mia domanda era se questo posto è sicuro.-
Peter scrollò le spalle.-Come vuoi.-si arrese.-Ma forse questo non è il posto adatto in effetti. Lydia ha una casa in montagna, sopra Beacon Hills. Potremmo portarlo lì.-suggerì.
-Derek!-chiamò qualcuno dal piano di sopra, facendo alzare lo sguardo a Sopracciglia Inquietanti.-Ho radunato il branco.-
-Va bene, arrivo.-
Stiles osservò attento quello scambio di battute, sempre più convinto di trovarsi in un covo di pazzi, e respirò a fondo per calmarsi. "Okay. Ce la posso fare. Se resto calmo posso uscirne."
Peter lo stava ancora scrutando di sottecchi, ma Stiles non riusciva a capire cosa gli passasse per la mente. Sperava solo di non dover mai restare solo con lui.
-Okay. Ditemi cosa sta succedendo e cosa volete da me.-disse, cercando di impedire alla sua voce di tremare.
-Stai zitto, moccioso.-ringhiò il capo, facendo segno a Peter di venire con lui e salendo le scale che portavano di sopra per poi chiudere a chiave la porta dello scantinato.
Stiles, di nuovo solo nella penombra, si guardò intorno circospetto, cercando di farsi venire in mente qualcosa. Provò a strattonare le corde, rendendosi conto che non erano così strette, e, guardando la bottiglia di olio, gli venne un'idea geniale. Si diede il cinque mentalmente per averci pensato e strisciò giù dalla sedia, un po' impedito nei movimenti dai piedi legati insieme.
Raggiunse la bottiglia d'olio e, girandosi di schiena, la aprì, rovesciando l'olio a terra e immergendoci le mani. Dopo averle rese abbastanza scivolose, iniziò a strusciarle contro le corde nel tentativo di sfilarle da lì e, dopo una buona dose d'olio e di pazienza, ci riuscì, esultando a bassa voce.
Si pulì velocemente le mani sulla felpa che indossava e si slegò i piedi, alzandosi e guardandosi in giro. Non c'erano finestre, e l'unica porta era quella da cui erano usciti i due psicopatici. Perfetto.
Stiles prese un altro respiro profondo e salì le scale, implorandole di non scricchiolare. Guardò dalla fessura della porta ma vide solo un corridoio vuoto e malmesso, poi provò ad abbassare piano la maniglia ma si rese conto che la porta era chiusa a chiave. Doppiamente perfetto.
Il ragazzino borbottò qualcosa contro la sua sfortuna e si frugò nelle tasche, estraendone le chiavi della macchina e uno scontrino. Davvero utile. Si guardò in giro cercando qualcosa che potesse fare al caso suo, ma il salvagente e la cesta non sembravano adatti a scassinare una porta. Se solo avesse avuto qualcosa come una forcina avrebbe aperto quella porta in un attimo, dato che aveva passato l'infanzia a evadere dalla sua camera quando veniva messo in punizione.
Doveva pensare, o non sarebbe mai uscito da lì.
Stava per arrendersi e tornare a sedersi, quando sentì qualcuno avvicinarsi alla porta e un'idea gli folgorò la mente. Scese velocemente le scale e recuperò la bottiglia d'olio, sogghignando mentre lo spargeva sul primo scalino, poi si nascose dietro la porta e attese che questa si aprisse.
Il ragazzo con la mascella storta fece capolino e, quando vide che la sedia era vuota, si precipitò dentro, inciampando immediatamente sul primo scalino e ruzzolando fino in fondo, mentre Stiles sgattaiolava fuori e girava la chiave nella toppa, dandosela subito dopo a gambe. Si voltò a destra e sinistra, nel panico. Alla sua destra vide una porta che sembrava l'ingresso e corse da quella parte, rischiando più volte di inciampare sui suoi stessi piedi e di sfracellarsi a terra e riuscendo per miracolo ad arrivare incolume alla porta. Abbassò la maniglia con foga e quando la porta si aprì ebbe un moto di sollievo, correndo fuori immediatamente, pronto a scappare alla velocità della luce da quel branco di psicopatici.
Non fece nemmeno un passo che andò a sbattere contro qualcosa di duro, sussultando. Sarebbe anche caduto all'indietro se un braccio forte non gli avesse avvolto la schiena, sostenendolo.
Stiles alzò lentamente la testa, scontrandosi con il cipiglio incazzato di Derek, che lo guardava emettendo una specie di ringhio sordo. Era fottuto. Decisamente fottuto.

Kidnapping ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora