capitolo 13

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Durante la cena il branco sembrò abbandonare la tensione di quel pomeriggio e godersi lo spezzatino preparato da Derek.
-Dio Derek, è così buono.-mugolò in estasi Scott, facendo ridere Allison e guadagnandosi uno sbuffo divertito da parte dell'alpha.
-Sei pornografico quando mangi, Scott.-sogghignò Erika. Scott alzò gli occhi al cielo, ma dimenticò la frase della ragazza subito dopo aver messo in bocca un altro pezzo di carne.
-Peccato che tu sia vegetariano, Stiles. Ti perdi la spettacolare cucina di Derek.-esordì Lydia, con un lieve ghigno.-Ma suppongo che possa dimostrarti la sua abilità in altri modi.-aggiunse, stuzzicandolo palesemente. Derek inarcò un sopracciglio e poi si voltò verso Peter, fulminandolo con lo sguardo. Lo zio nemmeno se ne accorse, impegnato a ridere sotto i baffi e ad osservare la reazione di Stiles, che si stava strozzando con un pomodoro. Scott dette una pacca sulla schiena all'umano, guardandolo preoccupato.-Tutto bene, amico?-
Stiles lo guardò sconvolto. Solo lui aveva colto un doppio senso nella frase di Lydia? Si girò a guardare anche gli altri e constatò con un misto di sollievo ed esasperazione che anche Erika e Jackson ghignavano, mentre Isaac era arrossito e Boyd aveva la solita faccia impassibile.
Non osò guardare in faccia Derek, strofinando le mani sui jeans e distogliendo lo sguardo da quello penetrante e malizioso di Lydia. Peter, poi, aveva messo su un ghigno piuttosto inquietante. Stiles si rifiutò di guardare in faccia anche lui. Sicuramente non voleva che si accorgesse del suo rossore, nonostante fosse sicuro che tutti i lupi a quella tavola fossero in grado di fiutare le sue emozioni. Dannati licantropi.

Nonostante l'imbarazzo, la cena proseguì piuttosto tranquillamente, e Stiles si ritrovò ad apprezzare quella nuova familiarità.
Il branco di Derek era unito e sembrava che bastassero a loro stessi. A Stiles sarebbe piaciuto essere parte di qualcosa del genere.
Erano sempre stati solo lui e suo padre. Le cene erano animate dalle partite di baseball in televisione e dai commenti lamentosi  di suo padre sulle insalate che lo costringeva ad ingerire ogni giorno, come il buon figlio preoccupato per la sua salute che era. Chissà se stava mangiando schifezze, ora che lui non era lì.

Derek percepì improvvisamente un'ondata di tristezza provenire dal ragazzino al suo fianco. Il branco se ne era appena andato lasciando la cucina un disastro e Stiles si era offerto di aiutarlo a sistemare (Peter ovviamente era stato il primo a dileguarsi quando si era parlato di lavare i piatti).

-Cosa c'è che non va?-chiese Derek, in modo forse un po' brusco.
Stiles scosse la testa e forzò un sorriso.-Potresti dire a Chris di controllare cosa mio padre stia mangiando in questi giorni? Ha il colesterolo parecchio alto e...-iniziò a dire, buttandola sullo scherzo ma interrompendosi in un sussurro. Non gli venne in mente altro da dire e si impegnò nell'asciugare un piatto con particolare veemenza.

Derek lo fissò per qualche attimo, aggrottando le sopracciglia.
-Lo dirò a Chris.-disse cautamente, ricevendo un sorriso dal più piccolo. E Dio, come era bello e triste il suo sorriso.
Senza nemmeno rendersi bene conto di cosa stava facendo, Derek tirò a sè l'umano e lo abbracciò stretto, sentendo il suo respiro spezzarsi in un ansimo sorpreso e le sue braccia indugiare un attimo sul suo petto, per poi scivolare lungo i suoi fianchi e ricambiare l'abbraccio.
-Ancora una settimana.-sussurrò Derek. Stiles annuì debolmente, poggiando la testa sul petto del licantropo e beandosi del calore che trasmetteva.
Da una parte pensava con nostalgia alla sua vita di prima, e sicuramente sentiva incredibilmente la mancanza di suo padre, ma d'altra parte stare con il branco gli piaceva. Sapeva di non esserne parte, ma le cene con loro gli piacevano. Gli trasmettevano un certo calore nel petto. Il calore che nella sua mente doveva trasmettere una famiglia.
E Derek. Derek era così bello, così forte, e lo faceva sentire al sicuro tra le sue braccia. Dormire con lui scacciava tutti i suoi incubi e la sua voce lo calmava ma allo stesso tempo lo metteva in agitazione. Si ritrovava sempre più spesso a pensare al licantropo e alla dolcezza con cui lo stringeva a sè di notte, con cui lo abbracciava come in quel momento, con cui accarezzava i suoi capelli quando pensava stesse dormendo. E sapeva di non doverci pensare, perchè in una settimana sarebbe tutto finito. Che lui fosse morto nel tentativo di portare il darach allo scoperto o che il suo piano avesse avuto successo e lui fosse potuto tornare a casa, sapeva che Derek non avrebbe più fatto parte della sua vita. E questo pensiero gli provocava una fitta nel petto piuttosto dolorosa.

-Andiamo a dormire, ragazzino.-mormorò il suddetto licantropo direttamente nel suo orecchio, provocandogli un brivido.
Brivido che ovviamente Derek notò. Ci volle tutto il suo autocontrollo per non lasciare che il suo lupo prendesse il controllo e si appropriasse delle labbra morbide di quell'umano che lo stava facendo impazzire.
Derek non sapeva più cosa pensare. Si era ovviamente reso conto di desiderare il più piccolo, di sentire l'inspiegabile bisogno di proteggerlo e di farlo suo, marchiarlo e rivendicarne la proprietà. E sapeva che non avrebbe dovuto provare nulla di tutto ciò, perchè in una settimana soltanto Stiles sarebbe uscito dalla sua vita e lui sarebbe tornato alla solita quotidianità. E Stiles avrebbe fatto lo stesso.
Il suo lupo scalpitava al solo pensiero e Derek si sentì un egoista, perchè desiderò tenere Stiles lì per sempre. E quando realizzò ciò a cui aveva appena pensato capì di essere fottuto e che Peter, per una volta nella sua maledetta, inutile vita aveva ragione.
-Dormi con me?-chiese Stiles, gli occhioni ambrati puntati nei suoi, e più che una domanda sembrò un'incerta richiesta.

Derek annegò nei suoi occhi chiari, nel desiderio che vedeva negli occhi dell'altro e nella fragilità ma allo stesso tempo l'incredibile forza che quelle iridi facevano trasparire.
E non gli importò più se avevano una settimana soltanto, se Peter era in casa con loro o se il darach avrebbe potuto usare questa sua improvvisa debolezza contro di lui.

Non gli importò perchè aveva deciso di arrendersi a quella debolezza.

Stiles guardò confuso le iridi di Derek cambiare colore e illuminarsi di un rosso intenso, ma non cercò di tirarsi indietro, affascinato. E forse fu quello sguardo, forse le braccia del ragazzino ancora strette attorno alla sua vita o forse il suo lupo, ma Derek si arrese e portò le mani sulle guance di Stiles con uno scatto, tirandolo verso di sè e posando le labbra sulle sue con irruenza. Ci fu un infinito attimo di stasi, poi Derek si staccò lentamente. Non ebbe tempo di pensare a ciò che aveva appena fatto perchè Stiles gli allacciò le braccia al collo e si tuffò nuovamente sulle sue labbra.
E fu un bacio disordinato, goffo, inesperto, perfetto.

Kidnapping ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora