Chapter 5

44 7 17
                                    

           

«Come si permette quel coso di ribattere alle mie battute, non è colpa mia se i bassisti sono rincoglioniti e la mia teoria adesso si è solo rafforzata.» borbottò nuovamente la mia amica quando caricò la chitarra nel mio bagagliaio, provocandomi una risata. Da quando eravamo uscite non faceva che borbottare o sussurrare sentenze ed io continuavo a ridere per le sue espressioni, ma non diedi troppo peso alle sue parole. 'Secondo me quella band, invece, era proprio brava; un po' perché non riuscivo a togliermi dalla testa quella canzone, "Gotta get out" mi sembra che l'avesse chiamata Ashton, ma anche a causa di quel ragazzo e della sua voce', pensai.

«Sami puoi chiamare l'Alice e sentire a che punto sono? Intanto noi partiamo che cerchiamo parcheggio.» dissi facendo una pausa mentre entravo in macchina e mi allacciavo la cintura, poi guardai l'orologio.

«Cazzo, sono le 10 adesso. Siamo in super ritardo.» esclamai frustrata, odiavo arrivare in ritardo. Ottenni come risposta solo una piccola risata da parte della mia amica.

«Alice mi ha risposto, dice che lei, Vale e Giuli sono appena arrivate e ci aspettano direttamente al tavolo.» rispose lei.

«Ma ti pare che una volta che Vale deve tardare davvero, lei è in anticipo! Io non ci credo, in vent'anni che la conosco è arrivata puntuale una sola volta.» dissi sorpresa ed ancora più frustrata. Non appena la mia amica si allacciò la cintura partii a manetta. Sin da piccola avevo anche la passione per la guida sportiva e diciamo che quella sera ne diedi prova alla mia amica. Appena scendemmo dall'auto parcheggiata davanti al locale, ci avevo messo solo otto minuti contro quelli che sarebbero dovuti essere quindici, Samanta non appena fu fuori baciò l'asfalto.

«Ricordami di non essere mai in ritardo con te, davvero, mai più. Avevi sempre detto che non eri male a guidare ad alta velocità, ma secondo me questa sera avresti stravinto il Rally di Monza.» disse con gli occhi fuori dalle orbite e fingendo un'espressione nauseata e timorosa. Non riuscii a non ridacchiare.

«Dai non fare quella faccia, non sono andata nemmeno così veloce.» risposi con un ghigno malefico sul viso.

«Fortuna, Schumacher.» mi affibbiò quel soprannome scuotendo la testa.

«Se mai, mi dovresti chiamare Valentino Rossi, non Schumacher.» risposi io.

«Scusa, perché Valentino? Lui non correva con le moto?» disse lei, assumendo un'espressione confusa.

«Sami così mi deludi! Valentino corre ancora in MotoGp, ma si dà il caso che lui vinca da ormai due anni consecutivi il Rally di Monza ed il rispettivo Master Show (gara aggiuntiva che si svolge durante quel rally) ed in più ha collezionato dal 2011 i rispettivi secondi posti in tutte e due le categorie (tranne nel 2012 che ha vinto). Quindi diciamo che è più appropriato il Pesarese.» dissi convintissima e sognando ad occhi aperti.

«Cate così mi fai paura. Entriamo, che è meglio.» sentenziò lei, ancora scuotendo la testa.

Varcammo l'ingresso del "The Pub", demmo il nome del tavolo al cameriere all'ingresso e lui ci fece strada verso le nostre amiche. Non appena ci videro si alzarono e ci vennero incontro. Ci salutammo, io abbracciai e salutai più a lungo Giulia perché non la vedevo da almeno quattro mesi, purtroppo lei frequentava l'università ad Urbino con orari totalmente diversi dai nostri e quindi era molto difficile vederci. Valentina e Samanta frequentavano con me architettura a Rimini, mentre lei studiava psicologia ed Alice frequentava l'accademia di belle arti ad Urbino.

«Ragazze potevate dirmi che ci sarebbe stata un'altra ragazza con noi questa sera, almeno presentatemela.» disse Giulia rivolta alle altre, ma guardandomi con un'espressione sconvolta. Scoppiammo tutte in una risata, io scossi anche leggermente la testa e lei riprese il discorso: «Cate stai benissimo, ti trovo in formissima! Dillo che questa sera vuoi far morire qualcuno di crepacuore.»

Guitar // Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora