Capitolo 26

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«Lo so che sembra un sogno, è fantastico.» sorrisi per l'ennesima volta in quella mattina.

«E' da ieri sera che ti chiediamo di mostrarci le rose, quando ti deciderai a farlo, piccola stronza?» mi chiese Alice, addentando un pancake e mandandomi un'occhiata truce, mentre io le risposi con una linguaccia.

«Già, stiamo aspettando.» Valentina sollevò un sopracciglio ed increspò le labbra.

«Almeno fatemi finire la colazione, per favore.» mugolai contrariata, bevendo un po' della mia tisana. Non sentii alcuna risposta e quando riabbassai la tazza, trovai le quattro ragazze a fissarmi, così presi le ultime sorsate continuando a guardarle di rimando.

«E va bene! Avete vinto voi, venite.» sbuffai, riponendo la tazza nel lavello, dopo aver provato a reggere i loro sguardi.

«Siiii!» Giulia si precipitò su per le scale, per arrivare in mansarda prima di tutte, mentre io scossi la testa e le altre si batterono il cinque.

«Bolt finirà le batterie prima di arrivare in cima, possiamo anche fare con calma.» scherzò Samanta. Infatti riprendemmo la bionda alla terza rampa di scale, trovandola con le mani sulle ginocchia a riprendere fiato.

«Fumare fa male, eh?» la prese in giro sua cugina, beccandosi un pungo sul braccio.

«Ahia! Non serve che diventi violenta, quello riservalo per il sadomaso con Filippo.» continuò imperterrita la mora, facendoci trattenere a stento una risata, ma la bionda non tardò a rispondere con un bel dito medio.

«Basta adesso, altrimenti niente fiori.» intervenne la rossa ed io la guardai abbastanza confusa, poi ci riavviammo per le scale.

«Cate non puoi mettere un ascensore per gli anziani? Dalla tua tavernetta alla mansarda ci sono tre rampe di scale, non vorrai mica far morire qualcuno d'infarto.» scherzò Samanta, una volta arrivate in camera mia.

«Oggi è il giorno del pigliamo per il culo la Giulia?» sbuffò lei ed io roteai gli occhi al cielo e presi il piccolo mazzo dal vaso in cui le avevo riposte.

«Eccole.» attirai l'attenzione su di me e sulle tre rose che avevo in mano.

«Sono stupende, semplici, ma complicate, come te.» commentò Alice, sfiorandole ed io non potei non sorridere. Ero consapevole di essere una persona dai pochi colori, ma con una miriade di sfumature se venivo osservata nei dettagli.

«Luke ha fatto centro.» Samanta ammiccò.

«E non solo nel suo cuore, mi sa.» Giulia inarcò un sopracciglio ed io portai di riflesso gli occhi al cielo, mentre il solito rossore comparì sulle mie guance.

«No, ve lo posso assicurare.» scossi la testa.

«Farà meglio a fare tutto bene, altrimenti gli stacco le palle.» minacciò Vale, guardandosi le unghie.

«Tranquilla Vale, mi sa che ci sarà la fila, Cate compresa.» rise la rossa, provocando un assenso generale.

«Oh sì, e se necessario farò anche peggio di Andrea.» scherzai, provocando una risata generale.

«Alla fine lo ha detto ai ragazzi che uscite insieme?» chiese la mora.

«Io non gli ho fatto alcuna pressione, però lui insiste che lo vuole fare entro questa sera, quindi va più che bene.» risposi.

«Attenta, dici così da martedì, ma oggi siamo a venerdì.» Vale mi guardò storto.

«Lo so, ma mercoledì i ragazzi hanno litigato e solo questa mattina hanno fatto "pace", dopo che ho fatto ragionare tutti e quattro. Sembrava fossi la loro psicologa personale e tutto questo perché vogliono cambiare il logo della band, visto che suoneranno come spalla ai concerti di una band locale e dopo essere stati ingaggiati dall'Atlantics.» spiegai anche cosa fosse successo nei dettagli in quei due giorni, ma poi un ricordo di sabato scorso mi balenò nella mente.

Guitar // Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora