Lo schiaffo

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CAM' S POV

Mentre scattiamo le foto, mi accorgo che Athena non è per niente a suo agio e così decido di chiedere qualche minuto di pausa per farle cambiare idea.. La prendo per il braccio e senza dire una parola la porto nel mio camerino e inizio a baciarla, dopo aver chiuso la porta. - Fermati! Cam, che cosa stai facendo? - continuo a baciarla - Cam! - La lascio andare e fa qualcosa che non mi sarei mai aspettato, non da lei, non da qualcuno che amo e che pensavo mi amasse. 

La sua mano si appoggia sulla mia guancia e riesce a farla girare verso sinistra, mai e poi mai avrei pensato che la mia Athena mi avrebbe tirato uno schiaffo. La mia mano subito si posa sulla mia guancia e mi giro incredulo a guardarla e vedo che anche lei non riesce a credere alla sua reazione ad uno dei miei baci. I suoi occhi si riempiono di lacrime e appoggia una mano sulla bocca, mentre lascia l'altra sospesa fra lo spazio che ci divide, sperando forse che io mi avvicini a lei. Non mi muovo. Restiamo così per qualche secondo o forse ore, non lo so. Non riesco a capacitarmi di come possa essere successo questo, che cosa ho sbagliato? Perché mi ha tirato uno schiaffo? So che dovrei chiederle il motivo, ma non ci riesco... Così faccio l'unica cosa che non avrei mai dovuto fare... - Vattene! - i miei occhi ora sono pieni di rabbia nei suoi confronti, i miei lineamenti si induriscono e spero con tutto me stesso che se ne vada subito, perché non so per quanto resisterò... Lei resta ferma - Athena, vattene... - resta ancora una volta ferma - Cam, perdonami... Io... - cerca di avvicinarsi, ma le urlo contro - VATTENE! - e così la vedo sorpassarmi e andare verso la porta, dopo un click la porta si richiude dietro di me e rimango da solo. Mi siedo sul divanetto e resto fermo per qualche minuto, poi decido di uscire e continuare a lavorare...

ATHENA' S POV

Dopo aver tirato uno schiaffo a Cameron, mi chiede di uscire dal suo camerino e impaurita dalla mia azione, decido di fare come dice lui. Uscendo, vengo fermata da alcune persone, ma senza pensarci due volte mi dirigo verso la Signora Johnson - Mi dispiace, non posso lavorare qui.. Questo non è il mio mondo e devo andarmene.. - Delle lacrime continuano a lasciare i miei occhi, ma sono decisa ad andarmene il prima possibile da questo posto e dopo essermi cambiata, esco dall'edificio senza guardarmi neanche per un secondo alle spalle. Corro a casa e dopo essermi tolta la giacca mi precipito in soffitta e torno a piangere ancora più forte. Piango così tanto da non accorgermi che sono passate ore dal mio arrivo a casa e non mi accorgo neanche che Cameron è tornato a casa,  mi addormento sfinita sopra il divano in soffitta. 

Sono le due di notte, quando Cameron sale in soffitta e vede la sua migliore amica dormire sopra il divano. Si avvicina senza fare rumore al divano e non può fare a meno di notare le guance rosse che le lacrime e lo sfregare delle mani di Athena hanno lasciato nel percorso. Una parte di lui vorrebbe inginocchiarsi davanti alla sua amata e baciarle il viso rosso, ma un'altra parte gli dice che lo merita, che merita le sue lacrime e che è giusto così. Per qualche strana ragione si lascia guidare dalla seconda parte e decide di tornare a dormire nel suo letto caldo.

Apro gli occhi e controllando l'orologio alla parete mi accorgo che sono solo le sette del mattino, un'idea si forma nella mia testa e così mi precipito verso la cucina pronta a cucinare una colazione per Cameron. Preparo gli ingredienti per i pancakes e quaranta minuti dopo inizio a cucinare il tutto, cucino anche il bacon e le uovo, spremo le arance e aggiungo un  po' di zucchero. Non appena è tutto pronto, inizio a versare il succo nei bicchieri e in questo momento entra Cameron in cucina. - Giorno, ho preparato la colazione... Cam, io... - non faccio in tempo a terminare perché senza guardarmi neanche in faccia, Cameron è già uscito di casa senza toccare neanche una delle  cose che ho preparato per noi, per lui.

Scusate per il ritardo, spero vi piaccia...

Scusate per il ritardo, spero vi piaccia

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