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S'immerse nella calca di studenti pronti a varcare l'uscita della scuola.

Aveva bisogno di stare da sola e Lucy che la inseguiva chiedendo perdono, non aiutava.

Scese velocemente i pochi gradini e e dopo aver guardato un' ultima volta la mora affannata pochi metri dietro di lei, sistemò lo zaino sulle spalle e con un veloce scatto iniziò a correre.

Si maledì mentalmente, nella fretta di scappare, non si era fermata per prendere il biglietto della sua ammiratrice segreta.

L'aveva aiutata ad aprire gli occhi riguardo Lucy e voleva in qualche modo sdebitarsi.                    
Se solo avesse saputo la sua identità.

Nel frattempo, dall'altra parte della città, Camila aspettava pazientemente la bella scura.            
Ormai stavano insieme da un mese e Camila aveva preparato un pranzetto coi fiocchi per festeggiare.                                                                                                                                                                   Aveva sistemato casa la sera prima e doveva solamente rendersi decente per Normani.

Guardò l'orologio appeso alla parete della cucina e, notando che mancavano più di quindici minuti, salì al piano di sopra diretta verso il bagno.

In dieci minuti era pronta.                                                                                                                                              
Vestito bianco e in pizzo lungo fino poco sopra le ginocchia, fiocco in testa e trucco leggero.

Scese giusto in tempo le poche scale perché il campanello suonò proprio mentre faceva l'ultimo scalino.                                                                                                                                                                                      
Si sistemò il fiocco e andò ad aprire.

Ed eccola lì.

Ah no, non era Normani.

-Posso aiutarla?-

-Mi è stato richiesto di far recapitare questi fiori a questo indirizzo. Camila Cabello?-

-Sono io-

-Ecco a lei, mi serve una firma qui- indicò con l'indice un foglio posto sulla sua cartelletta.

Camila prese la penna e firmò sul punto segnato.

-Da parte di chi sono?-

-Non saprei signorina- disse dispiaciuto il ragazzo

-Grazie mille lo stesso, arrivederci-

L'altro annuì e Camila chiuse la porta alle sue spalle.

"Mi spiace ma ho avuto un piccolo contrattempo, mi farò perdonare.                                          
Domani sera ti porto a cena fuori.

Ti amo, Normani"

Ciò citava il biglietto.

Lanciò quelle rose sul divano e, sconsolata, tornò in camera sua pronta per una serata fatta di malinconia ed episodi di Orange Is The New Black.

___

-Cosa ci fai tu qui?- disse la polinesiana con una punta di acidità.

L'altra, davanti a lei, tolse fuori dal suo cappotto una rosa blu e gliela porse.

-Normani?-

-Mi spiace. Davvero-

Stava per chiuderle la porta in faccia,  quando Normani la fermò con un piede.

-Se non lo levi ti farò male-

-Oh fanculo-

Con uno scatto l'apri e prese la polinesiana tra le sue braccia.

-Vattene- soffiò Dinah sulle sue labbra.

Pochi centimetri le dividevano.

Ci pensò Normani ad annullare la distanza tra le due, posando le labbra sulle sue.

Un casto bacio che a poco a poco si trasformò in un bacio famelico, bramato a lungo da entrambe.

-Questa notte sono solo tua- sussurrò la scura, prendendo l'altra a mo' di sposa e varcando la soglia della porta della camera da letto.

Oh sì, sarebbe stata una serata decisamente calma per entrambe.

___

-Me ne dia un'altra-

-Signorina, vada a casa- disse il barista alla ragazza, ritirando da sotto il suo naso l'ennesima bottiglia di birra vuota.

Era ancorata a quello sgabello da circa un paio d'ore e non ne voleva sapere di smuoversi.            
I suoi problemi stavano affogando con l'alcool , ma sapeva che appena passato l'effetto di questo, tutta la merda sarebbe tornata.

Non sapeva perché aveva reagito così, i sentimenti che provava per Lucy stavano sempre più sfumando, ma aver visto davanti a sé la castana che se la faceva con un'altra le aveva dato parecchio fastidio.

L'aveva fatta sentire come l'idiota di turno, quella usata senza che se ne accorgesse.                        
Sentiva di non volerne più per nessuno, e non c'era cosa peggiore di non essere importanti per qualcuno.

Cercò di alzarsi, ma si risedette appena vide una figura a lei familiare dall'altra parte del locale.

Ma forse era solo l'effetto dell'alcool.

Abbassò lo sguardo e ai suoi piedi notò un biglietto ripiegato con cura.

"Ed io proverò a rimetterti in sesto"

-Fix you, Coldplay








  


Sweet Songs [Camren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora