Capitolo 10

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Cercai di trattenere le lacrime che minacciavano di scendere, parlare di quel periodo era estremamente difficile, perché nonostante l'avessi lasciato lo amavo ancora, solo che poi col tempo ero riuscita a seppellire i miei sentimenti. Jack rimaneva impassibile, ma, ormai, lo conoscevo bene e sapevo che dentro di lui si celava la tempesta.
«Ero depresso e lo sai bene» disse a denti stretti, probabilmente neanche a lui faceva tanto piacere parlare di quel periodo, ma era evidente che fosse determinato ad andare fino in fondo.
«Si lo so bene, perché è l'unica cosa che mi hai detto, ti ho supplicato di parlarne con e non mi hai mai detto nient'altro» replicai, io e lui andavamo in scuole diverse, non avevamo amici in comune e lui non era il tipo da avere migliori amici, quindi se non voleva che qualcuno sapesse qualcosa, allora nessuno la sapeva. Odiava confidarsi con gli altri, preferiva tenersi tutto dentro, solo che non sempre è possibile e a volte si finisce per essere sconfitti dai propri tormenti. Io per lui ero un libro aperto e lui per me era un mistero, e questo mi era sempre piaciuto: era intrigante e affascinante; e mi era sempre andato bene, fino a quando non avevo capito che aveva letteralmente perso il controllo sulla sua vita, io volevo aiutarlo, ma lui non me l'aveva permesso.

Insieme per forzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora