Toby continuava a farmi un sacco di domande e commenti, ma a me non importava, avevo già smesso di ascoltarlo da un po' di tempo. Lui, però, continua incessantemente a dire che avessi sbagliato, e forse non aveva tutti, ma una vita senza errori non è una vita che vale la pena di vivere. Le nostre scelte e gli errori che a volte ne conseguono ci rendono unici, ci rendono ciò che siamo e se Jack era un'errore, beh ero contenta di aver sbagliato.
«Toby sta zitto» sbottai irritata, credevo di poterlo sopportare, di riuscire ad ignorarlo, ma mi sbagliavo, era veramente troppo, bastavano i miei pensieri a tormentarmi.
«Jack è uno stronzo, ti farà soffrire» urlò, non potevo più sopportarlo, non aveva tutti i torti, certo, ma l'unica che poteva dirlo ero io: io conoscevo Jack non lui, che non si era mai preso la briga di parlargli, che non aveva fatto altro che criticarlo dal primo istante in cui l'aveva conosciuto.
«Ti devo forse ricordare Alexis, ti ha tradito per ben tre volte e tu continui a cascarci, basta solo che le ti faccia gli occhi dolci. Quindi sta zitto, sei l'ultimo a poter dispensare consigli e commenti» urlai, credevo che sarebbe stato l'inizio di un'animata discussione, ma non fu così, e finalmente si stette zitto.
Il mio telefono iniziò a squillare e il mio cuore si fermò per un istante, quando vidi il nome sullo schermo: era Jack; chiusi la chiamata, non volevo che Toby ascoltasse, l'avrei richiamato più tardi o avrei aspettato che mi richiamasse, anche se l'ansia mi avrebbe probabilmente ucciso prima.

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Insieme per forza
Short StoryAvery è costretta, da una bufera di neve, a condividere la camera con il suo ex. Cosa succederà?