Undici

6.2K 356 18
                                    

Giulia si rigirava nel letto, continuava a pensare ad Alessia... e a Kristina.
Ma perché? Perché continuava ad avere in testa quella ragazza bianco platino?
Aveva passato una serata fantastica con Alessia, per la prima volta era andata ad una festa etero e non era rimasta seduta al tavolo come un'asociale disadattata. Si era divertita, e Alessia le piaceva, ma...
Ma Kristina quella sera era stupenda, e quando la aveva abbracciata mentre aspettavano Daniel, quel "sei bellissima" che aveva sussurrato... Giulia sapeva che non era vero, che era solo per metterla a suo agio, probabilmente gli aveva fatto pena. Si ricordò che, quando glielo aveva detto Alessia, Giulia aveva pensato che era la prima volta che qualcuno lo diceva perché lo pensava e non per farle piacere.
Avrebbe voluto fosse stata la seconda.

Kristina arrancava scalza sul marciapiede, moriva di freddo. Guardò ancora il telefono, chiedendosi dove andare: a casa con i genitori affidatari non poteva, erano due settimane che non tornava e avevano cambiato la serratura. Casa di Daniel era fuori discussione: non ce l'avrebbe fatta a sentire di nuovo quella voce contro la pelle o quelle mani addosso.
Quasi senza pensarci, compose il numero di Mary sperando che non stesse già dormendo il doposbronza.
Chiamò una volta. Chiamò due volte. Tre. Mary doveva essersi addormentata da un pezzo.
La mente di Kristina iniziò ad annaspare sotto il peso della situazione : era sola e malvestita per strada alle due di notte, senza nessuno a cui chiedere aiuto. Senza un posto dove andare.
Poi l'occhio le cadde sull'ultimo contatto aggiunto in rubrica.
Era una pazzia, non si conoscevano, non sapeva nemmeno dove abitasse. Se non le aveva risposto Mary, figurarsi lei.
Pigiò il tasto di chiamata.

Il telefono iniziò a vibrare sotto il cuscino, Giulia pensò di ignorarlo: stava per addormentarsi, ai messaggi avrebbe risposto domani.
Ma quello continuò a vibrare finché lei non si degnò di guardarlo: doveva star sognando.
Sullo schermo c'era il nome di Kristina.
Passò qualche secondo ancora a fissare l'avviso lampeggiante di chiamata, poi rispose.

- Pronto? -
Kristina non se n'era accorta, ma aveva trattenuto il fiato.
- Ciao, sono Kristina - fece una pausa per respirare - non pensavo che avresti risposto. -
- Perché mi hai chiamato? - aveva la voce assonata, Kristina se la immaginò stropicciarsi gli occhi con i capelli scuri arruffati, le venne da sorridere.
- Stavi dormendo? -
- Quasi - ammise Giulia, convincendosi sempre di più che quella conversazione non poteva essere reale: - Che è successo? -
- Io... - aveva risposto, e ora? -Posso dormire da te?-

Giulia strizzò gli occhi, non poteva essere reale.
-Cosa? - doveva aver capito male.
- Ho detto se... se posso dormire da te - la voce esitante, quasi disperata, colpì Giulia:
- Ehm... - era tardi, i suoi nonni dormivano e sua madre era fuori casa per lavoro da ieri - Credo... credo di sì - credo di sì? Ma che aveva in testa? Immaginò Kristina accanto a lei, mentre dormiva: era l'immagine più bella e lontana che riuscisse ad immaginare.

- Davvero? Cioè posso venire da te? - Kristina non credeva alle sue orecchie, non poteva essere così fortunata: - Sicura che vada bene per te? -
- Mia madre è fuori, in casa ci sono solo i miei nonni - si sentì dall'altro capo del telefono: -Dove sei? -
- Sono... - Kristina aveva continuato a camminare, doveva muoversi o sarebbe congelata: - Vicino alla stazione-
- Okay... non dovresti essere lontana- Giulia non conosceva la zona abbastanza bene da dare indicazioni precise: - Prendi il viale... quello più grande, dalla piazza della stazione -
- Mhm... okay - Kristina si guardò intorno, la piazza era appena illuminata dai lampioni: c'era qualcuno che dormiva sulle panchine avvolto in teloni di plastica e una comitiva di ragazzi ubriachi che uscivano da un bar; la ragazza prese il viale principale affrettando il passo: - In che direzione? -
- Ehm... c'è un sottopassaggio da attraversare - Giulia si sforzava di ricordare: - dopo continui dritto fino al 93 -
- Oh... capito - Kristina intravide dei ragazzi stesi sul marciapiede del sottopassaggio, con la schiena appoggiata al muro. Passò sull'altro marciapiede, era buio: sperò che nessuno la notasse.

Giulia attaccò il telefono e si affacciò alla finestra, guardando nella direzione da dove sarebbe dovuta arrivare Kristina. Era una pazzia, domattina i suoi nonni avrebbero dato di matto.
Sembrò passare una vita, poi una figura snella con una chioma bianco platino entrò arrancando nel campo visivo di Giulia: era Kristina. Il telefono vibrò di nuovo:
- Sono al 93 - disse col fiatone. Giulia le aprì: - Scala B, terzo piano - mormorò. Mentre Kristina scompariva ingoiata dal palazzo, Giulia andò ad aprire la porta il più silenziosamente possibile, passarono appena un paio di minuti prima che le porte dell'ascensore riggettassero una ragazza tremante e bellissima, con il volto pallido e le labbra bluastre con un brillantino al lato.
- Kristina? - Kristina era sul pianerottolo, si voltò verso la voce che l'aveva chiamata: Giulia s'intravedeva dallo spiraglio di una porta aperta, con i capelli spettinati e gli occhi semichiusi; il cuore di Kristina parve scoppiare.
- Giu... Giulia - non ce la faceva, un violento singhiozzo spezzò il silenzio e Kristina scoppiò a piangere per l'ennesima volta, finendo tra la braccia della ragazza alla porta.
- Ehi... - Giulia si chiese cosa accidenti stesse accadendo, era troppo irreale anche per essere un sogno: - Vieni dentro - Kristina era stretta a lei, soffocava i singhiozzi contro il suo collo: - Scusami... ti prego... -
-Fai piano - Giulia chiuse la porta e abbracciò Kristina : -Va tutto bene -

" Va tutto bene " quella frase rieccheggiò nella mente di Kristina, quasi ci credette: era al caldo, le braccia dell'altra ragazza la stringevano: sì, andava tutto bene.
Giulia aveva smesso di farsi domande; era Kristina, ed era così vicina da poterne sentire il profumo: sapeva di freddo, di pianto, di shampoo per capelli e qualcos'altro. Passarono alcuni minuti abbracciate nell'ingresso, il silenzio mischiato ai singhiozzi sommessi.
Kristina si era calmata, ma aveva paura di lasciare andare l'altra: non voleva essere cacciata, non voleva farla scappare.

***
Hellao.
So che la storia sta procedendo lentamente, magari questa settimana vi beccate un capitolo extra, chissà.
Ennesima spammata del mio diario "Diario(?) Di un'adolescente", e di un altro proggettino appena nato: "In questo gayo mondo", passate anche lì.

Natal's

Più dell'amore (Girl X Girl)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora