Sei

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Giulia stava  congelando nella sera difronte al cancello chiuso della scuola, erano le otto meno dieci.
Dopo la conversazione di ieri mattina, aveva evitato di incrociare le due ragazze: a ricreazione restava seduta in classe senza che nessuno provasse a parlarle, perfino il suo compagno di banco non aveva più fatto alcun tentativo di conversazione;   essere ignorata non era un problema, almeno sfuggiva il confronto e non doveva preoccuparsi di sembrare amichevole, ma d'altra parte sentiva la mancanza delle battute e le risate superficiali che alleggerivano le ore di lezione che solo i compagni di classe possono dare.
Inoltre, dopo l'uscita di Mary quella mattina, Giulia continuava a chiedersi se anche gli altri sapevano oppure no, e ammesso che lo sapessero, se era per quello che la evitavano. Cosa doveva fare, dichiararsi anche agli altri della classe o sperare che Mary mantenesse il segreto? Nonostante non parlasse, Giulia sentiva di cosa parlavano le altre: ragazzi, marche di fondotinta, la collezione invernale di Zara, ragazzi, taglie di reggiseno, ragazzi... poi cambiavano argomento e abbasavano la voce, Giulia capiva solo alcune parole: "si vergogna" "casa libera" "fa male"... non aveva indagato oltre.
Poi quel pomeriggio Mary le aveva inviato un messaggio, ricordandole di trovarsi alle otto davanti scuola, che al regalo ci avevano pensato loro e di vestirsi carina perchè "non si sa mai..." Giulia aveva convinto sua madre a mandarla, si era portata i soldi per il regalo e l'invito; aveva messo dei leggins neri e un maglione invece della felpa oversize e dei jeans scoloriti; solo la faccia era rimasta uguale: capelli lunghi sullo sguardo, spessa linea di matita nera sotto gli occhi, viso pallido e labbra mangiucchiate dall'ansia.
Quando una 500 malridotta si fermò davanti a lei e la portiera si aprì, Giulia desiderò sprofondare:
Mary indossava un vestito grigio scuro attillato con una cascata di brillantini sulla gonna che le sfiorava le caviglie, ai piedi portava delle ballerine grigie; gli occhi e le ciglia scintillavano anch'esse di brillantini e sulle labbra risaltavano di rosso scuro, i capelli erano raccolti in una coda bassa al lato della testa e tra le braccia reggeva una grossa busta contenete il regalo per Monica. Giulia pensò alle sue convers nere mentre anche Kristina scendeva dall'auto: aveva dei tacchi neri lucidi, una calzamaglia nera e un tubino blu scuro che la copriva fino a metà cosce: sulle labbra lucide spiccava un brillantino come piercing al posto del solito cerchietto nero, gli occhi erano ingranditi dal mascara e le palpebre coperte da una sfumatura grigio-blu, i capelli chiarissimi raccolti disordinatamente dietro la testa. Entrambe indossavano un lungo e sottile cappotto nero aperto sul davanti per proteggersi dal freddo.
- Sei venuta! - esclamò Mary mentre l'auto ripartiva, Giulia scorse una giovane donna con gli stessi capelli castani di Mary al volante.
- Già... - mormorò Giulia imbarazzata dal suo aspetto. Kristina l'abbracciò per salutarla - Sei bellissima - le mormorò all'orecchio. Lo pensava davvero: I capelli scuri in avanti sul viso che gettavano strane ombre sugli zigomi, le labbra perfette e delineate erano rosee senza bisogno del rossetto, gli occhi scuri e allo stesso tempo luminosi che spiccavano anche grazie alla linea di matita nera che gli dava espressione sulla pelle liscia e chiara senza bisogno di fondotinta; il maglione ricadeva morbido sulle forme del corpo fin quasi alle ginocchia e le gambe magre erano fasciate dai leggins; Giulia era uno stupendo gioco di contrasti e non se ne rendeva nemmeno conto.
Giulia arrossì sentendo la voce di Kristina tanto vicina, scosse la testa prima di rispondere: - Non è vero, voi lo siete - disse cercando di distogliere l'attenzione da sé.
- Dov'è Daniel? Siamo in ritardo - si lamentò Mary. Kristina guardò il telefono: - Sta arrivando. Non eri tu a dire che non bisogna essere troppo puntuali? - ridacchiò.
- Sì, ma questo coso pesa - protestò cercando di reggere il bustone con un braccio solo, invano.
- Cos'è? - Giulia chiese dando i soldi a Kristina.
- Un carillon del cazzo - sbuffò Mary.
- Un carillon? - Giulia alzò le sopracciglia - Perché un carillon? -
- Monica li adora - spiegò Kristina - Da quando ha iniziato danza classica in prima elementare. Anche l'anno scorso gli ne abbiamo regalato uno -
- Sì, ma era più piccolo e se lo è fatto andar bene comunque. Perché quest'anno abbiamo dovuto prendere i tizi che faceva il passo a due? -
- Perché l'alternativa era un coso minuscolo con la bimbetta che saltava, quelli medi con la ballerina da sola erano finiti - spiegò Kristina. Mary sbuffò di nuovo.
Giulia vide arrivare un ragazzo alle spalle di Kristina, era più alto di loro tre e indossava dei jeans e una giacca con la camicia bianca sbottonata fino a metà, aveva la pelle olivastra e i capelli nerissimi ricadevano appena sulla fronte. Prese Kristina da dietro e le baciò il collo. La ragazza sussultò prima di voltarsi:
- Vaffanculo, mi hai fatto prendere un colpo - imprecò stringendosi nel cappotto leggero. Daniel la abbracciò da dietro: - Ciao - disse ad alta voce per salutare anche le altre due; Giulia cercava un punto su cui posare lo sguardo che non comprendesse la scena difronte a lei, Mary rispose con un "Ciao" gelato prima di dire: - Questa è Giulia, la ragazza nuova in classe con noi. Giulia, questo è Daniel -
- Ciao Giulia - salutò il ragazzo privo di interesse, continuando ad abbracciare da dietro Kristina.
- Ciao - accennò Giulia senza guardarlo. I quattro restarono per qualche secondo in silenzio finché Mary pestò un piede a terra, spazientita.
- Bé? Andiamo? - e così dicendo si accostò alla ragazza e iniziò a camminare in direzione del Red Ice, Daniel e Kristina le seguirono.

***
HELLAO
Scusate, so che in questo capitolo in pratica non succede nulla perché è tutto descrittivo, pubblicherò il prossimo entro la settimana.

♡☆BUONA VIGILIA☆♡

Natal's

Più dell'amore (Girl X Girl)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora