Otto

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- Che mi sono perso? - Daniel circondò le spalle delle due ragazze, indagando Giulia con gli occhi : - Non vai a cercare qualche bel ragazzo tu?-
- Lei è lesbica - sputò fuori Kristina; si sentiva a disagio, così vicina a Daniel davanti a Giulia.
- Oh, scusa - Daniel tolse il braccio, con immenso sollievo della ragazza - Ho chiamato Federico, recuperiamo dopodomani -
- O... Okay - Kristina guardava Giulia quasi... mortificata?
- Ora che ne dici di andare a casa... Io e te? - Daniel  fissava Kristina come se fossero davvero solo loro due. Di solito a Kristina piaceva questa sua capacità di isolarla dal mondo, di farla sentire l'unico essere vivente sulla terra, ma non davanti a Giulia.
- Restiamo un altro po'? Siamo arrivati ora... -
- Io mi sto annoiando - sbuffò Daniel, poi accarezzò la coscia di Kristina, parlandole contro la guancia : - Vado a casa, ti aspetto al letto- le labbra le sfiorarono il collo prima sparire fra la folla.
- Voi... - Giulia era atterrita - Vivete insieme? -
Kristina era ancora confusa dal gesto di Daniel, lui le faceva sempre quell'effetto:- Noi... più o meno - si schiarì la voce.
Vide gli occhi di Giulia spegnersi:- Lo ami proprio eh? - fece un sorriso bieco che le arrivò dritto al cuore, perché?
- Credo di sì -non riusciva a guardarla. Con la coda dell'occhio la scorse buttare indietro la testa e ingurgitare un lungo sorso di birra, fare una faccia disgustata e tornare a sedersi. Kristina sentiva l'impulso di andare da lei e stringerla forte, quella ragazza così nera e cupa che di colpo era piombata nella sua vita. Voleva stringerla forte e addormentarsi con lei, dimenticandosi di tutto lo schifo che  era la sua vita in quel momento.
Ma che razza di pensieri erano? Era solo la nuova della classe, non si conoscevano nemmeno. Kristina bevve un altro sorso di birra, si riprese i cappotto senza incrociare lo sguardo di Giulia  e scrutò la folla fino a intravedere due figure aggrovigliate fra le altre, attraversò la pista fino a raggiungere l'amica incollata al ragazzo cui aveva offerto la birra.
- Mary! Io me ne vado! - le urlò nell'orecchio per attirare la sua attenzione. La ragazza la guardò:- Francesa arriva alle dieci e mezza- obbiettò staccandosi dal ragazzo
- Prenderò la metro - Kristina alzò le spalle
- Sì, per farti stuprare! Dov'è Daniel? -
- Se n'è andato -
- Ma allora esisti, Dio! - Mary rise, Kristina se ne andò: Mary non aveva mai sopportato Daniel, ma quella sera non la reggeva. Non reggeva nessuno.
- Ehi! - Kristina spintonava la gente per arrivare all'uscita, nel frastuono sentiva la voce di Mary venirle dietro: - Aspetta!  - le due erano alla porta quando Mary riuscì ad afferrarla: - Mi dispiace, okay? - fece una risatina - Credo di essere un po'... fuori - Kristina la guardò meglio: aveva i capelli arruffati,  le guance rosse e gli occhi luccicanti.
- Quante birre hai bevuto? - urlò, anche se la musica era abbastanza bassa da permettere una conversazione.
- Ehm... due? - Mary rise: - Questa festa non è così male, dopo tutto. -
- Se me ne vado, prometti almeno di non ballare sul tavolo come l'ultima volta? - Kristina aveva gli occhi chiusi e una mano sulla fronte, a Mary ricordò sua madre.
- Uhm... certo, mamma. Quindi te ne vai? -
- Sì, vado da Daniel. - si voltò per uscire, Mary la bloccò un'ultima volta: - Manda un messaggio quando arrivi, e stai attenta -
- Ora sei tu che sembri tua madre - Kristina sorrise: - Non preoccuparti- e uscì infilando il cappotto sottile e stringendosi in esso, l'unica cosa che aveva per proteggersi dal freddo.

- Ehi, è occupato? - una ragazza con i capelli corti e biondi indicò una delle sedie intorno al tavolo di Giulia, che scosse la testa e prese ad arricciarsi una ciocca scura.
- Sei nuova qui, vero? - si era seduta a gambe larghe con i gomiti sul tavolino, le braccia fasciate da una camicia grigio perla aperta fino al terzo bottone. Giulia distolse lo sguardo, sperando di non arrossire: - Sì... mi sono trasferita da poco. -
- Genova? -
- Roma. -
- Cavolo, di solito c'azzecco. - la ragazza indicò la birra abbandonata: - La bevi? -
- Odio la birra - Giulia fece un versaccio, la ragazza rise e prese un lungo sorso dalla bottiglia, una lacrima di birra le sfuggì alle labbra tracciando i contorni del mento e del collo. Giulia la trovò incredibilmente sexy.
- Sei una di poche parole. Bene, non mi piacciono le fighette petulanti. -
- Fighette... petulanti? - Giulia si trattenne dallo scoppiare a ridere, ma l'altra ragazza lo fece per lei, così Giulia si unì: - Sì, è un nuovo termine per fare colpo. Sta funzionando? -
Giulia smise di ridere di colpo: quella ragazza ci stava provando con lei?
- Ehm... io... - abbassò la testa: - Come hai fatto a capire...? -
- Certe cose si capiscono e basta - la ragazza alzò le spalle, poi tese la mano: - Mi chiamo Alessia, piacere. - 
- Io sono Giulia - le strinse la mano - Ti va...di ballare? -
- Perché no - Alessia tirò indietro il ciuffo di capelli biondi, scoprendo degli occhi grigio-verdi che stupirono Giulia: erano decisi, raggianti, scintillanti. Giulia se ne innamorò mentre l'altra la portava sulla pista, susurrando: - Alessia? -
-Mh? -
- Fighette petulanti... è indecente per fare colpo - sorrise.

***

Avevo promesso un capitolo "extra" la settimana scorsa, ma visto che non ho potuto ve lo beccate adesso. Prendetelo come regalo di Natale in ritardo.
E passate a leggere il mio diaro "Diario(?) di un'adolescente", Okay? Okay.
Ultima cosa: mi farebbe davvero piacere sapere che ne pensate della storia, potreste lasciare un commento o una stellina? Merci

Natal's

Più dell'amore (Girl X Girl)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora