Diciassette

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Doveva trovare un posto dove stare, entro quella sera. Andare a prendere le cose a casa di Daniel, per portarle dove? Kristina si sciacquò la faccia nel bagno di Mary sapendo che non non ce l'avrebbe fatta. Era meglio non pensarci.

Giulia non poteva pensare a quel pomeriggio. Si rigirò nel letto. Era stato il pomeriggio più assurdo della sua vita, ancora più della notte con Kristina. Stava per essere aggredita con dello spray al peperoncino. Perché era lesbica. Altro che sua madre e sua nonna, quella sì che era omofobia. Pensò a tutto ciò che di male era stato fatto agli omosessuali nella storia, dai moti di Stonweel all'attentato di Orlando l'estate prima. Assurdo.
E poi era andata a casa di Alessia, e si era trovata a rifiutare quella ragazza stupenda perché 1) non era innamorata 2) era la sua prima volta e non era pronta. Ripensò alle due motivazioni: cazzate, semplicemente, aveva avuto paura. Aveva sentito il panico infondo al petto e aveva rifiutato, fine della storia. Era una fifona.

La mattina dopo a scuola Giulia arrivò prima del previsto, così da potersi godere il marasma mattutino che nasceva e che si sarebbe spento nel suono della campanella; in quel fiume di gente riconobbe la testa chiara di Alessia e la sua amica rasta. Le raggiunse senza pensarci, gli occhi di Alessia si illuminarono vedendola.
- Piccola! Ciao -
Piccola?
- Ehm... ciao - Giulia strinse la ragazza in un mezzo abbraccio
- Ehi, ci sono anch'io! - la ragazza rasta protestò lì a fianco, come si chiamava?
- Ciao... - Giulia non riusciva a ricordarne il nome
- Debora - rispose quella. Era una sua impressione? A Giulia parve di sentire un'ombra di ostilità nel tono dell'altra
- Che fai oggi pomeriggio? - Alessia le mise un braccio intorno alla spalla
- Ehm...- perché non rispondeva?
- Ehi, tu oggi pomeriggio devi accompagnarmi a vedere la chitarra! Avevi promesso! - proestò Debora, Alessia sorrise:- Avevo promesso niente scopate oggi pomeriggio, ma Giulia non è una scopata. È LA scopata - scoppiò a ridere e con lei altre due ragazze che assistevano alla scena, Debora si voltò verso una Giulia sempre più tesa e a disagio: - Ah, quindi non l'hai mai fatto ancora? Sei vergine? -
- S...sì -
- Tranquilla piccola, a te penserò io - Alessia le stampò un bacio all'angolo delle labbra, si sentì chiamare:
- Giulia! Molla le tue amiche lesbicone e vieni qui! - era Mary che si sbracciava pochi metri avanti, accanto stava la testa bianco platino preferita di Giulia.
- Arrivo! - Giulia sguasciò via fino alle sue amiche, pensando che solo Mary poteva dire cose come "amiche lesbicone ".
- Può stare da te Kristina questa notte? - cominciò Mary
- Eh? - Kristina fulminò l'amica: - Era questa la tua soluzione geniale? -
- Se la rivede mia madre uccide prima me e poi lei - scosse la testa Giulia, lo sguardo a terra.
- Dai, torno da Daniel, sul serio - Nemmeno Kristina poteva sopportare quelle parole, ma erano l'unica soluzione
- Tu da quel depravato del cazzo non ci torni - Mary sembrava categorica.
- E che vado, sotto i ponti? Dormirò sul divano -
- Casa di Daniel non ha un divano - ricordò l'altra: - Ho capito, dico a Marco che andasse a farsi fottere da qualcun altro, vieni da me -
- No! Non devi annullare per me, tanto sarei dovuta tornare per prendere un po' di roba...-
- Giulia, che fai oggi pomeriggio?- domandò ancora Mary
- Niente credo-
- Bene, accompagnerai Kristina a casa del suo ex e io mi andrò a fare la ceretta - fece una faccia dolorante: - totale - finì.
- Non è ancora il mio ex - sentenziò Kristina. Giulia fu sollevata di avere una buona scusa per Alessia, ma si stava chiedendo quanto: accompagnare una ragazza che mi piace a casa del suo ex fosse una buona scusa per una che voleva portarti al letto.
Una ragazza che mi piace?
Suonò la campanella.

All'uscita di scuola c'era sempre una gran folla di ragazzi brufolosi che bloccava le porte, anche quel giorno. Kristina si voltò verso Giulia, era tesa: - Allora, mi accompagni? -
- Okay - Giulia inviò un messaggio alla madre, mentre Mary blaterava descrivendo il suo Marco come chissà quale dio greco. Si salutarono alla macchina della sorella di Mary, Kristina e Giulia andarono alla fermata del tram. Una volta salite, Giulia notò l'altra giocherellare con un semplice anello di metallo che Kristina portava al pollice.
- È suo? - chiese indicando le mani attorcigliate di Kristina
- Cosa? - Kristina era sovrappensiero, aveva a malapena sentito la domanda
- L'anello - fece Giulia
- Ah... sì - era titubante - Non mi va di parlarne -
- Non ti ho chiesto di parlarne - la voce di Giulia era stata un pochino dura, forse?
- E brava, non me lo chiedere- sbuffò Kristina
- Stiamo andando a casa sua, non puoi evitare il pensiero semplicemente non parlandone- osservò l'altra
- Sei snervante, te l'hanno mai detto? -
- Forse. Di sicuro mai una come te -
- Come me? - Kristina alzò un sopracciglio. Giulia sbuffò, avrebbe dovuto statre zitta
- Di solito quelle come te non mi parlano nemmeno - ammise. Kristina non ne aveva abbastanza: - Che significa quelle come me? -
- Quelle belle... come te - Giulia aveva la testa bassa, si sforzò di nascondere il rossore
- Io non sono bella, sono solo incasinata - Kristina nascose la sorpresa. Giulia credeva che lei fosse bella. Wow.
Scesero dal tram.

- Non dovrebbe essere in casa, di solito a quest'ora è fuori...- le tremavano le mani mentre cercava di infilare la chiave nella toppa, dopo un paio di minuti che tentava e falliva, Kristina mollò le chiavi a Giulia:
- Apri tu -
- Perché io? - Giulia si ritrasse
- Vedi qualcun altro? - Kristina era stufa, voleva finirla con quella storia il prima possibile.
Di malavoglia, Giulia prese le chiavi e aprì, sentiva il fiato di Kristina sul collo, fra i capelli...
- È... - si girò a guardarla, erano vicinissime: - È.. aperto - deglutì.
Entrarono in silenzio, la casa sembrava vuota. Kristina buttò a terra lo zaino. Partì della musica.
- Sei stata tu? - Kristina si voltò di scatto verso Giulia, che scosse il capo.
"Oh want you...stay with me..'cause you're... all I need... this ain't love is clear to see... but darling..."
- Stay with me - Daniel aveva una rosa in mano, uscì da una porta chiusa nel soggiorno: - Kris... - gusrdò, stoppò la musica: - Che ci fa quella in casa mia? -
Era vestito bene, la camicia avvolgeva il corpo snello, la rosa un pò sciupata e i capelli in disordine facevano un bell'effetto.
Le due ragazze erano statue di sale sulla porta. E adesso?

***

Scusate, finale scritto a cavolo. Vi sta piacendo la storia? Fatemelo sapere con una stellina o un commento (o anche no, come vi pare)

Passate a leggere le altre "storie" sul mio profilo anche se non le aggiorno da una vita e mezzo, vedrò di rimediare al più presto.

Bis bald

Natal's

Più dell'amore (Girl X Girl)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora