Sedici

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- Ehi! -
Le due ragazze si abbracciarono, Alessia le stampò un gran bacio sulla bocca. Giulia pensò a sua madre e sua nonna, poi a suo nonno: smise di pensarci.
- Dove andiamo? - chiese alla ragazza appena si staccò dalle sue labbra: aveva un buon sapore.
- Casa mia? - Alessia aveva un luccichio divertito negli occhi
C'era qualcosa, Giulia non si fidava di quegli occhi - O...okay - ma in senso buono.
Le due corsero, ridacchiarono, si baciarono mentre raggiungevano la loro meta. Alessia indicò uno dei palazzoni immersi in un bel giardino curato, aveva il fiatone: - Lì è casa mia, ora è vuota, i miei sono al lavoro - Giulia non sapeva che dire, che fare. La baciò di nuovo.

- Guarda fra! Puttane lesbiche a ore due! - le due si staccarono mentre un gruppo di ragazzi poco più grandi di loro le indicavano sbellicandosi per la strada, Giulia rimase paralizzata, Alessia no: - Povero bimbo, è la prima volta che vedi una cosa del genere fuori dai siti porno del tuo computer? -
- Alessia...- Giulia cercava di tirarla via, intanto uno dei ragazzi si avvicinava con la bocca serrata, un altro tirò fuori dallo zaino una bomboletta spray
- Non permetterti di parlarmi così, puttana lesbica - senza quasi che Giulia lo vedesse, un pugno volò al mento di Alessia che buttò la testa indietro, intanto quello che aveva parlato per primo si avvicinò con la bomboletta: - Vi piace il messicano? - Giulia fece appena in tempo a vedere il disegno di un peperoncino sulla latta che Alessia la tirò via correndo per la strada mentre i ragazzi spruzzavano il peperoncino nell'aria e si allontanavano ridendo e gridando i peggio insulti mai coniati. La nube di peperoncino si dissolse quando le due erano già lontane, Alessia si fermò dietro l'angolo di una pizzeria col fiatone: - Porca merda, 'sti naziskin -
- Naziche? - anche Giulia aveva il fiatone, Alessia fece un gesto con la mano: - Lascia perdere - mormorò, alzò la testa: un grosso livido le si stava formano sotto il mento.
Le due arrivarono a casa di Alessia per un altra strada, il livido sotto il mento cominciava a scurirsi da un giallastro ad un verdino quando erano al portone, violastro quando arrivarono in camera di Alessia.
- Non hai una pomata o... - Giulia si sentiva a disagio in una casa sconosciuta, Alessia si buttò sul letto pieno di vestiti: - Nah, lascia stare - tese le mani: - Vieni qui -
Giulia sudava freddo. Poggiò la
testa appena sotto il collo di Alessia e l'abbracciò con gli occhi ben aperti, come se dovesse stare attenta a qualcosa. La mano dell'altra ragazza scese sul suo fianco, sollevò il lembo della maglietta e...
- Aspetta - Giulia era rigida, si tirò su di scatto - Io non l'ho mai fatto -
- Cosa, toglierti una maglietta? - ridacchiò Alessia. Non era più tanto bella con quel livido sotto la bocca.
- Lo sai cosa - Giulia esitò: - Forse è meglio che ci vediamo un'altra volta -
- Già - Alessia si alzò dal letto - ti accompagno alla porta -

Kristina era seduta sulla panchina del parco. Non era una cosa che faceva spesso, mettersi lì buona con le cuffie nelle orecchie a guardare la gente correre o camminare sul marciapiede, a pochi metri da lei. Si chiese dove avrebbe dormito domani notte e domani notte ancora, magari proprio su quella panchina.
Daniel. Era il decimo messaggio che le inviava e la dodicesima chiamata che lei rifiutava. Non sapeva perché, ma sentiva di non poter stare più con lui. Pensò di scriverglielo. No, meglio di no. Alzò lo sguardo dal telefono.
- Giulia? - aveva parlato ad alta voce. Si coprì la bocca, la ragazza non aveva sentito. Urlò il suo nome a costo di fare una figuraccia. - Giulia! -
Giulia si voltò meccanicamente, stava costeggiando il parco, come indicava google maps, per tornare a casa sua. Quando vide la massa di capelli bianco platino raccolti su una spalla rimase sorpresa, in senso buono. Sorrise: - Ciao - rispose mentre si avvicinava, si  mise sulla panchina accanto a Kristina e indicò le cuffie: - Che ascolti? -
Kristina le infilò una cuffia nell'orecchio.

"It's a damn cold night... trying to figure out this life... won't you... take me by the hand take me somewhere new, I don't know who you are but I... I'm with you..."

- Azzeccata no? - Kristina parlò dondolando la testa a ritmo della musica, Giulia la guardava incantata
- Azzeccata, sì. - Giulia sentì le guancie calde: - Che ci fai qui? -
- Un  sopraluogo per... trovarmi una panchina per domani notte, credo - alzò le spalle.
- I tuoi genitori...? -
- Non ci sono. Sto con degli stronzi di genitori affidatari-
- E dove stavi prima? -
- Da Daniel - Kristina sentì una lacrima impunita salirle all'occhio destro, tirò su col naso:- Io lo amo, però...-
- Però? - Giulia sentiva che c'era qualcosa, qualcosa che Kristina nascondeva nel profondo e che la faceva scoppiare a piangere la sera prima di andare al letto. Si figurò la scena nella testa: non poteva sopportare che una ragazza così bella piangesse.
- Niente, lascia perdere -
- Hai mai pensato bene a queste due parole? - Giulia lasciò lo sguardo vagare la strada
- Eh? - Kristina si girò a guardarla: lo sguardo perso davanti a se, gli occhi scuri come pozze nere e i capelli neri smossi dal vento, liberi di volare sul viso della ragazza in mille fili scuri
- Lascia perdere. Lascia che le cose perdino. Lascia che tutto ciò di cui stiamo parlando perda, perda qualsiasi sia la battaglia che stava combattendo. - Giulia si voltò imbarazzata: - Scusa, certe volte parlo a vanvera - si alzò in fretta dalla panchina: - Credo... è meglio se torno a casa - si alzò, inciampò in un sasso e cadde a terra. Kristina si alzò di scatto per aiutarla, le due si trovarono vicine... troppo vicine.
- Io... è meglio se vado - ripetè Giulia. Kristina, che la stringeva, la lasciò andare.- Okay -
- Ci vediamo a scuola - Giulia se ne andò con due pomodori al posto delle guance. Kristina rimase a guardarla, di spalle, ora che nessuno se ne sarebbe accorto.
- Già... ci vediamo a scuola -

***
Ce l'ho fattaaaaaaaaaaaaaaaa
Scusate il ritardo, ieri non ci stavo con la testa. Spero di riprendere a pubblicare regolarmente ogni finesettimana, com'era prima, ma non vi assicuro niente.
Passate dalle altre mie "storie" , anche quelle non aggiornate dai tempi del medioevo, trovate tutto sul mio profilo.
Grazie di tutte le visualizzazione e i voti, quelli anno sempre bene all'autostima.

(Il pezzetto di canzone è da 'Im with you' di Avril Lavigne, grazie f-L-avia)

Natal's


Più dell'amore (Girl X Girl)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora