CAPITOLO 23

19 4 0
                                    

/Benjamin/
È quasi l'una di notte e Ginevra è ubriaca marcia. Poco dopo l'avvenimento con le tre troiette, siamo andati a bere qualcosa e lei era già brilla dopo due o tre bicchieri. Ho tentato più volte di portarla via, ma non ha ceduto. Ma adesso basta, non si regge neanche in piedi e quei suoi movimenti con la sua gonna e con tutti i ragazzi che ci sono qua dentro, me compreso, non agevolano la situazione.
Io: «Adesso però andiamo a casa, okay?» dico afferrandola per i fianchi. Lei, stavolta, non oppone resistenza e si lascia "trascinare" fuori. Prima però devo trovare Fede. Avvisto la sua giacca rossa e lo prendo per il colletto.
F: «Ma che cazz...?! Cosa vuoi Ben?!» indico Ginevra e lui, capendo la situazione, mi aiuta a portarla fuori di qui. Mannaggia a me e alle mie scelte! Non so come, riusciamo ad uscire e ad arrivare in hotel, senza troppi intoppi.
Io: «Grazie Fé e scusa ancora per averti rovinato la serata...» sto armeggiando con le chiavi della camera e con l'altro braccio tengo ben salda Ginevra.
F: «Tranquillo, è come una sorella ormai...» dice indicandola con un cenno. Entra in camera e, non appena riesco ad infilare la chiave, lo faccio anch'io. Appoggio Ginevra sul letto, poi vado a chiudere la porta. Accendo la luce e vado verso di lei. Ma come si è ridotta? Mi spoglio e decido di fare lo stesso con lei. So che siamo fidanzati, ma se lei domani, saprà che io l'ho vista nuovamente in intimo, si chiuderà a riccio e non riuscirà mai più a liberarsi da tutti questi complessi che si fa sul suo corpo. Sul suo fantastico e bellissimo corpo che si ritrova. Giusto. Su quel suo culo sodo e perfetto e poi su... Okay, basta. Su quel suo bellissimo corpo, su cui hai fatto migliaia di pensieri, soprattutto dopo aver letto il suo libro e.... Basta, basta! Sto impazzendo, davvero. Prendo la mia t-shirt e gliela infilo. Poi comincio a sfilarle la gonna. La abbasso, poi la ripongo ben piegata nell'armadio. Che gambe ragazzi...! Ora passo al top. Ma come diamine si toglie questo affare?! Solo dopo circa 20 minuti, mi accorgo che sul lato c'è una zip, che idiota! La abbasso e cercando di non guardare, glielo tolgo. Ginevra intanto continua a dimenarsi, rendendo ancora più difficile il mio lavoro, e a farfugliare cose senza senso.
G: «Ben, non sai quanto voglia fare sesso con te....» a quel punto lascio cadere il top a terra, che poco prima stavo piegando, e mi irrigidisco, voltandomi verso di lei. Ma che cosa sta dicendo?
G: «Non sai quanta voglia abbia di saltarti addosso, di buttarti sul letto e di baciarti fino a farti scordare come ti chiami. Non sai quanta voglia abbia di fare l'amore con te quando indossi soltanto i boxer, ma anche quando sei completamente vestito. Sì, perché con te non è semplice sesso, è amore. Perché io ti amo, e ti ho aspettato 2 fottutissimi anni. E quindi voglio fare l'amore con te. Però...» un po' barcollante, è riuscita a raggiungermi e adesso, siamo qui, in piedi, in mezzo alla stanza, io con soltanto i boxer e lei con la mia maglietta (che la rende ancora più sexy) e l'intimo. Le mie mani sono sui suoi fianchi, e la mia presa è piuttosto salda, ma non forte, altrimenti le farei male. Le sue braccia forti, sono avvolte attorno al mio collo e le sue mani accarezzano la mia testa e le mie spalle. Autocontrollo Ben, autocontrollo. Non posso approfittare di lei, e nemmeno voglio! Voglio aspettarla, aspetterò altri 2 anni se necessario, ma l'aspetterò. Per lei farei qualsiasi cosa. Comunque ha detto che vuole fare l'amore con me, e non del semplicissimo sesso. L'amore. L'amore, vuole fare l'amore con me! Con me!
Io: «Però cosa? Piccola, guardami...» le metto un dito sotto il mento così da poterla guardare negli occhi. In confronto a lei, sembro un gigante. Solo quando si alza sulle punte riesce a baciarmi, altrimenti devo abbassarmi io....
Io: «Non dobbiamo per forza fare l'amore oggi, sono disposto ad aspettare anche altri due anni per te, okay? Ora, mi dici che cos'hai?» annuisce, e finalmente riesco a guardarla negli occhi. Sono pieni di lacrime e alcune sono anche riuscite a rigarle le guance. In questi due giorni sta piangendo tantissimo, però anche prima era così: per quello a cui teneva, piangeva, sempre. Aspetto che parli, mentre le asciugo le lacrime con una mano e con l'altra le accarezzo i fianchi da sopra la maglietta.
G: «Io... Ho paura....» dice in un sussurro, come se avesse timore che io la senta.
B: «Di cosa? Sai che non sarei mai capace di farti quello che ti ha fatto Cody...» mi crede davvero capace di questo?! Come può anche solo pensarlo?! Non potrei mai farlo!
G: «No! Non è di questo che ho paura, so che tu non lo faresti mai! Ho paura di avere un qualunque rapporto con qualcuno, in primo luogo perché ho paura che mi possa fare del male come lui....» ma che cazz...? «Aspetta, non saltare a conclusioni affrettate! Intendo dire questo: ho paura che quando lo farò con qualcuno, mi faccia del male non picchiandomi, ma essendo diciamo "la mia prima volta".....» è super imbarazzata, comunque credo di aver capito cosa intende, quindi annuisco.
G: «Ecco, quando lo farà, ho paura che mi faccia male tanto quanto me ne ha fatto Cody.... E poi ho paura anche che....» ha appena farfugliato qualcosa, ma a voce troppo bassa perché io la possa sentire.
Io: «Hai paura che?»
G: «Ho paura che qualcuno, tu soprattutto, non mi accetti per il mio corpo. Insomma, guardami!»
Io: «Hey, hey, hey! Chi ti ha detto queste cose? Che sei brutta, o comunque che hai un brutto fisico?» immagino già la risposta...
G: «Quel giorno, Cody, mi ha detto di tutto, che sono brutta, grassa, e che faccio schifo. E infondo è vero, guarda!» con rabbia, butta per terra la maglietta. Deglutisco mooolto rumorosamente, ma si è vista bene?! Cioè, è uno spettacolo! Farebbe invidia a chiunque!
Io: «Forse tu non hai capito che sei bellissima. Quello stronzo voleva solo ferirti, e per di più era ubriaco! Ascolta me, ascolta la persona che ti ama: sei bellissima, hai un bellissimo corpo, sei fantastica, puoi anche dire che non è vero, però ti assicuro che è così.»
G: «Anche lui diceva di amarmi...»
Io: «Ma le cose si dimostrano con i fatti, non con le parole, e io ti ho aspettato per due anni! Lui appena gli hai detto che lo stavi lasciando, ti ha violentata! Io quando hai detto a mia mamma che "mi vedevi più come un amico", non ti ho fatto niente, sono scappato, è vero, però....» qualche lacrima mi riga il volto. Odio piangere, non mi piace farmi vedere debole dalle persone, soprattutto da quelle a cui voglio bene....
G: «Allora avevo ragione! Sei veramente andato via per quel motivo! Comunque io non ho paura perché sei tu la persona in questione, se anche ci fosse Fede, tuo fratello o mio fratello, chiunque!» mi irrigidisco immediatamente.
Io: «Non riesco neanche ad immaginarti con loro, non so cosa gli farei se anche solo provassero a toccarti.....» pensare a mio fratello o a Fede che la toccano o che.... No, basta! Lei ama te!
G: «Io però amo te, quindi non ci sono problemi....» dice prendendomi le mani che, sto muovendo freneticamente tra i capelli e nell'aria.
G: «Ti chiedo soltanto di aspettare un altro po', finché non....»
Io: «Te l'ho già detto, aspetterei altri due anni, e anche di più per te.... E ora, andiamo a dormire.... È tardi.» dico baciandola e raccogliendo la maglietta da terra. Sembra che la sbronza le sia un po' passata, lo spero.
Io: «Credo che la maglietta posso restare anche lì dov'è per stanotte, no?» mi si illuminano gli occhi. Non so se l'ha detto perché è ancora ubriaca o perché comincia a fidarsi di più, però sono felicissimo. La accompagno nel letto e mi infilo al suo fianco. Mi dà le spalle, così le circondo un fianco con un braccio e con l'altro disegno piccoli cerchi sulla pelle morbida e fresca della schiena, soffiando di tanto in tanto e facendole venire i brividi. Di colpo, si alza e, a fatica, raggiunge la sua borsetta, da cui estrae l'IPhone. Dopo aver armeggiato un po', lo appoggia sul comodino e si rimette sotto le coperte.
Io: «Cos'hai fatto?»
G: «Ho messo la sveglia, domani voglio andare a visitare la città, cercherò di non svegliarti....»
Io: «Perché, non posso venire anch'io?»
G: «Tu devi andare a Napoli, domani....» il panico mi assale.
Io: «E tu non vieni?»
G: «Io.... Avrei la scuola e poi, in mezzo alla gente....»
Io: «Chissene frega della scuola e delle persone, che vadano tutti a fanculo. Tanto a scuola sei un genio, anche se perdi 2 settimane, non succede niente. Io voglio che tu venga con me a tutti gli instore, perché ho bisogno di te.» spero che venga.
G: «Davvero ci tieni così tanto che io ci sia?»
Io: «Quante volte te lo dovrò ripetere che tu per me sei importante?!» e poi mi bacia, dolcemente. Ci siamo baciati un sacco di volte in questi giorni, e non mi stancherò mai e poi mai delle sue labbra, mai!!!
G: «Ti amo.»
Io: «Ti amo anch'io. Ora però dormi, che domani ci svegliamo presto!»
G: «Buonanotte Ben.» dice stampandomi un ultimo bacio, per poi voltarsi dall'altra parte.
G: «Ah, e tieni sotto controllo il tuo amichetto lì sotto, okay?» dice ridacchiando, ma sono sicuro che è diventata rossa per l'imbarazzo.
Io: «Vedi l'effetto che mi fai? Che mi fa il tuo corpo? In più, siamo in questa posizione e tu sei solo in intimo, quindi...» ridacchio leggermente anch'io, rendendomi conto solo ora di essere parecchio eccitato. Si gira verso di me solo per tirarmi scherzosamente un pugno sul petto, poi si rimette nella posizione di prima, anzi, ancora più appiccicata al mio corpo.
Io: «Buonanotte piccola.» dico lasciandole un tenero bacio sulla testa. Perché infondo lei è la mia piccola e me la cresco io.

Io sua, lui mio❤️. #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora