CAPITOLO 22

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B: «Hey, ci sei?!» dice Ben svegliandomi dal mio sogno ad occhi aperti. Siamo in macchina diretti all'hotel, dove ceneremo e poi andremo a fare un giro in città.
Io: «Scusa, stavi dicendo?»
F: «Stavamo decidendo se andare in discoteca. Cosa ne dici?»
Io: «Sì, dai. Ho proprio voglia di bere un po'.» detto questo entriamo nel ristorante dell'hotel e ordiamo il cibo.
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Siamo nella nostra camera e stiamo scegliendo come vestirci. Ben ha optato per un jeans strappato sulle ginocchia bianco, la Candy T-shirt della Penguin rigorosamente nera e una giacchetta in pelle nera. Io proprio non so che mettermi: non vado spesso in discoteca, o almeno non per bere, e poi non ho vestiti per questo genere di "occasioni".
B: «Ginevra, sei pronta?» dice Ben spuntando dal bagno. Sono davanti al letto con ancora addosso l'asciugamano, che mi sono avvolta quando sono uscita dalla doccia e sto guardando nella sua direzione.
Io: «Non so cosa mettermi! Aiutami!» sbuffando e ridacchiando, mi si avvicina. Ispeziona nella mia valigia e tira fuori qualcosa. Chiude il trolley e lo appoggia per terra.
B: «Con questi sarai una favola....» mi sussurra all'orecchio. Guardo quello che ha messo sul materasso e poi, prendendo l'intimo e la trousse dei trucchi, vado a cambiarmi in bagno. Con queste cose addosso non mi sento proprio a mio agio, non mi sembro io. La me di qualche anno fa, lo avrebbe indossato di sicuro, però adesso..... Non so neanche perché li ho messi in valigia! Ben ha scelto per me un top in "pizzo" rosa e una gonna, che mi arriva un po' più su della metà della coscia, bianca. Il tutto coperto da una giacchetta in pelle rosa.

Decido di lasciare i capelli, che poco prima avevo lavato e asciugato, sciolti e comincio a truccarmi, nulla di speciale: un filo di eye-liner, del mascara e un rossetto rosso, tendente al bordeaux

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Decido di lasciare i capelli, che poco prima avevo lavato e asciugato, sciolti e comincio a truccarmi, nulla di speciale: un filo di eye-liner, del mascara e un rossetto rosso, tendente al bordeaux. L'effetto nell'insieme è bellissimo e non avrei mai pensato di indossare qualcosa di questo genere ora, però Ben ha davvero un ottimo gusto. Esco dal bagno e recupero una borsetta marroncina nella quale inserisco l'IPhone, i fazzoletti e il portafogli. Nonostante siamo già a ottobre, fa ancora abbastanza caldo qui, quindi deciso di non indossare collant, sciarpe, cappelli o cose simili. Ben non è in camera, ma mi ha lasciato un bigliettino: "Sono da Fede, quando sei pronta, vieni lì. Ricordati che sei bellissima, okay? -B". Chiudo a chiave la porta e, prendendo l'ascensore, mi dirigo in camera di Fede. Con un rumore secco e un cigolio, le porte dell'ascensore si aprono e io percorro tutto il corridoio, bussando alla porta 22b.
X: «Chi è?» riconosci subito la voce di Fede. Mi ero già preparata una risposta sarcastica per Ben, uffa!
Io: «Ginevra!» mi apre subito la porta e nel farlo, mi saluta.
F: «Hey, cia... Oh, porca eva! Ma come siamo belle stasera!» ridacchio leggermente per la sua reazione, non sono poi così bella!
Io: «Grazie, li ha scelti Ben...Comunque ciao eh!» vado verso il letto e mi ci butto sopra, facendo attenzione che non si solevi troppo la gonna.
B: «Ginevra è arrivata?» dice Ben uscendo dal bagno e non vedendomi.
Io: «Ciao Ben.» dico salutandolo con la mano. Lui ridacchia e mentre si gratta la nuca, mi alzo in piedi recuperando giacca e borsa.
Io: «Allora, andiamo?» Ben non appena mi sono alzata, ha sgranato gli occhi e adesso continua a deglutire.
F: «Certo, andiamo!» apre la porta e ci lascia uscire. Mi sto avviando verso l'ascensore, quando qualcuno mi prende per il polso. Voltandomi vedo che è Ben, non mi sembra molto sereno.
B: «Tu non vieni in discoteca vestita così!» mi sussurra all'orecchio.
Io: «Hai scelto tu come mi dovevo vestire!»
B: «Non pensavo che fosse così corta e che ti stesse così fottutamente bene...» dice dolcemente accarezzandomi le braccia.
Io: «Hey...» con due dita gli alzo leggermente il mento, così che possa vederlo in faccia.
«Ben, ricordati che io ho occhi solo per te. Niente e nessuno mi potrà far cambiare idea...»
B: «Non è dei tuoi occhi che ho paura...»
Io: «Allora, facciamo così: se qualcuno mi importuna, ce ne andiamo, okay? Comunque ricordati sempre che io in questi due anni ho sempre e solo voluto te, anche quando...» mi si è già formato un groppo in gola, ma Ben non mi lascia nemmeno finire la frase che mi bacia in modo molto violento, ma allo stesso tempo dolcissimamente. Lo prendo per mano e, insieme a Fede, entriamo in ascensore.
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Siamo appena entrati in discoteca. Fuori, era pieno di ragazze: alcune erano delle Dreamer e quindi hanno chiesto loro foto, autografi e abbracci, altre non distoglievano gli occhi di dosso da Ben, da me e da Fede. Già non le sopporto, se solo provano ad avvicinarsi, giuro che le strangolo.
X: «Scusami?!» tutti e 3 ci voltiamo verso la voce. Come non detto. Le 3 oche di prima, sono qui davanti a noi.
B: «Dicevi a noi?»
X:«Sì, amore. Io sono Carlotta e loro sono Greta e Sonia. Quindi siete dei cantanti?»

Punto primo: amore lo posso chiamare solo e soltanto io, non sei la sua fidanzata.
Punto secondo: le tue care amiche hanno perso la lingua? O la usano solo per fare determinate cose?
Punto terzo: levati dalle palle troia!

Questo è tutto ciò che vorrei dire, ma fortunatamente riesco a frenarmi. Ben le sorride cordialmente.
B: «Piacere, io sono Benjamin e lui è Federico, mentre lei è la mia fidanzata, Ginevra.»mi stringe di più a sé.
Carlotta: «Non ti dispiace se te lo rubo solo per qualche secondo, vero?» dice voltandosi verso di me con fare meschino, mentre io stringo più forte la mano di Ben. Sto per mandarla a fanculo, quando lo sento parlare.
B: «Veramente dispiace a me, sai com'è dopo un'intera giornata passata a lavorare, vorrei divertirmi un po' con la mia ragazza. E da quanto vedo, immagino tu capisca cosa significhi divertirsi.» BOOM bitch! (No okay, basta😂) Quanto lo posso amare?! So che scherzava e che l'ha detto solo per farla andare via, però mi sono lo stesso irrigidita qualche secondo. Carlotta, con le sue servette al seguito, se ne va indignata e forse un po' schifata.
F: «Okay, questa me la ricorderò per tutta la vita!» siamo tutti piegati in due dalle risate. Appena ci siamo ripresi andiamo verso il bar.
Io: «E poi sei tu quello che dovrebbe essere geloso eh!» gli dico all'orecchio.
Un bicchiere, due bicchieri, poi il buio.

Io sua, lui mio❤️. #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora