Sono in piedi nell'ingresso quando mia madre torna a casa. Ha i capelli castani raccolti in una semplice acconciatura ed indossa un'abito verde dai ricami dorati. Alice chiude la porta alle sue spalle ed attente pazientemente in silenzio. Lo sguardo di mia madre si deposita a lungo su di me, mentre lo stupore si fa strada sul suo viso, proprio come è accaduto con Alice, la nostra domestica.
- Eleanor - sussurra, ma la voce tremante la fa sembrare una domanda.
- Madre - sorrido emozionata. Vorrei abbracciarla, ma qualcosa nella sua espressione mi ferma.
- Vi sentite bene? - chiede Alice accorrendo. Mia madre annuisce, poi le fa cenno di andarsene.
- Sei proprio tu? Sei tornata? E sei...viva? - domanda una volta che Alice ci lascia sole.
- Sono fuggita - spiego brevemente. Il volto di mia madre è notevolmente pallido, ora.
- Buon Dio...- esclama sommessamente sfiorando con le dita la piccola croce che porta al collo. Si allontana di qualche passo, poi si blocca e torna rapidamente verso di me. Mi solleva i capelli, scoprendomi il collo e l'orrore nella sua espressione si fa ancora più intenso. - Ti ha toccata - dice vedendo i segni evidenti dell'ultima notte trascorsa con Evan. - La mia collana non ti ha aiutata?
Gli occhi mi si velano di lacrime.
- Me l'ha presa - dico soltanto e la donna di fronte a me annuisce.
- Vatti a cambiare e fatti aiutare da Alice. Continueremo a parlare a cena.Sedere di nuovo a tavola con le persone a cui tengo è una gioia immensa. Alice mi ha fatto indossare un abito blu ed ha pettinato i miei lunghi capelli castani.
- Come hai fatto a tornare se non ti ha lasciata andare? Come sei potuta fuggire? - il tono preoccupato di mia madre mi fa alzare lo sguardo dal mio piatto ormai vuoto.
- Non lo so, l'ho fatto e basta. Ho trovato una carrozza ad aspettarmi e sono giunta fino a qui.
- Una carrozza? - si acciglia, poi scuote la testa.
- Sai cosa significa, vero? Il fatto che sei tornata qui - dice, e la voce le trema.
Deglutisco, annuendo. Certo che lo so. Evan mi troverà e mi ucciderà.
- Devi andare da lui. Subito - dice risoluta, alzandosi.
- Cosa? Perché? - obietto. Mi alzo anche io, e la raggiungo fino a trovarci una di fronte l'altra.
- Verrà qui. Sarà furioso. Non sarà difficile per lui trovarti. Meglio che vada tu da lui per prima, così avrai una possibilità, seppur piccola - spiega, iniziando a camminare nervosamente avanti e indietro per la stanza.
- Una possibilità di vivere? - domando e la mia voce esce strozzata.
Mia madre resta in silenzio, ma i suoi occhi umidi la conferma della mia affermazione.
Scuoto la testa, rifiutando di accettare una cosa simile.
- No. Preferisco morire che tornare con lui - dico, ma il peso che avevo sullo stomaco cresce ulteriormente. Mia madre si mette una mano davanti la bocca per reprimere un singhiozzo che esce strozzato. - Lo so, Eleanor. Ma anche se può sembrare il contrario, se non posso averti con me voglio avere la certezza che tu sia viva, egoisticamente parlando.
- Se mi portaste da Evan, è come se mi accompagnaste alla gogna - sibilo, - sono fuggita da una vita miserevole e voi non siete altro che preoccupate per ciò che vi accadrà se Evan dovesse giungere fin qui. Con permesso - concludo andandomene indignata.
Entro nella mia vecchia stanza arredata da semplice mobilio. Mi rifiuto di credere che mia madre sia così egoista da spingermi tra le braccia di un mostro, purché a lei non accada nulla.
Mi raggomitolo sul letto e non mi rendo conto di scivolare pian piano nel sonno.È buio e non so dove sono, ma capisco che qualcuno mi sta osservando dalla pesantezza dell'aria che mi avvolge opprimendomi. Sento un movimento alle mie spalle ed una mano mi stringe la spalla. Resto immobile, mentre la mano scivola lungo il mio collo.
- Eleanor, goditi questi pochi attimi di libertà perché sto venendo a reclamare ciò che mi appartiene - sussurra l'uomo. Evan. Mi volto di scatto verso di lui, ma prima che possa guardarlo in faccia, i miei occhi si aprono per la forte luce del sole che filtra dalle finestre. Sbatto le palpebre ripetutamente: ancora devo abituarmi a tutta questa luce.
È stato solo un sogno. Evan non è qui. Ma allora perché il cuore mi batte così veloce e la pelle brucia nel punto in cui la sua mano si è posata?
Ti troverò ovunque andrai.
Mi volto di scatto. Qualcuno ha parlato. Ho sentito la sua voce forte e chiara nella mia testa. Come è possibile? Mi alzo dal letto per guardarmi attorno, ma di Evan di non c'è traccia. Sollevata, lascio andare il respiro che non mi sono accorta di star trattenendo.
Il bussare alla porta mi fa sobbalzare. Mi avvicino con cautela e la apro.
- Buon giorno, signorina Eleanor. Com'è stata la vostra prima notte di nuovo a casa? Avete dormito bene?
Alice sorride, tenendo in mano una pila di panni puliti. Vedendo la mia espressione, il suo sorriso svanisce. - State tremando. Qualcosa non va?
Si affretta a posare sul letto sfatto i panni e viene verso di me. Mi scosta i capelli dal viso mentre mi osserva attentamente.
- Buon Dio! Cosa...- esclama, indietreggiando leggermente portandosi le mani alla bocca.
- Cosa? - chiedo, ma nello stesso istante sento un forte bruciore al collo. Corro al piccolo specchio della toiletta e rimango inorridita.
Dio. I segni del morso di Evan sono diventati di un rosso incandescente.
- Che significa? - sussurro tra me e me. - Chiamo vostra madre. Aspettate qui, per favore! - urla mentre si allontana correndo.
Mi siedo sul letto, sconvolta.
- Cosa succede? - esclama la donna accorrendo. Si blocca sulla soglia, seguita da Alice. Il terrore è così leggibile nei suoi occhi...
- Sta arrivando, non è vero? - sussurra Alice e mia madre fa scorrere le dita lungo la sua collana, afferrando saldamente il crocifisso.
- Non puoi restare qui, Eleanor.
- E voi non potete spingermi fra le sue braccia - ribatto, allo stesso tempo scossa da un brivido al pensiero del mio corpo stretto a quello di Evan.
- Qualunque cosa tu voglia fare, non puoi rimanere qui. Devi partire per la città. Subito, se possibile. Manderò una lettera per avvisare del tuo arrivo a Londra ad un caro amico di tuo padre - dice mia madre, poi si avvia verso la sua stanza.

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Bleeding Roses
ParanormalEleanor Donato è riuscita a fuggire dalla buia dimora di Evan Woods, con l'aiuto di una misteriosa carrozza. È tornata nella residenza della madre, che però l'accoglie terrorizzata, desiderosa di portarla indietro. Eleanor si crede finalmente al sic...