Le lacrime iniziano a scivolarmi silenziose lungo le guance, come la carrozza sulla quale sono stata costretta a salire inizia ad allontanarsi da Londra.
Evan mi osserva attentamente, mentre io mi sforzo di non incontrare il suo sguardo. Non potrei sostenerlo.
Quando le campagne iniziano a comparire, mi costringo a parlare: - Potrei...potremmo fermarci a casa mia? Non ho salutato mia madre quando me ne sono andata e vorrei farlo ora.
Gli occhi di Evan sembrano incupirsi per un istante.
- Ma certo - concede. Resto sorpresa: è stato fin troppo facile.
Fa un cenno al cocchiere e la carrozza si ferma davanti il cancello in ferro battuto della proprietà della mia famiglia. Evan apre la portiera e mi aiuta a scendere. Mi dirigo verso l'entrata della villa e busso un paio di volte, ma non ricevo alcuna risposta. Notanto che in realtà la porta è soltanto accostata, la spingo e questa si apre lentamente. Entro nell'ingresso, e la scena che mi si prospetta davanti è nauseante.
Schizzi di sangue ricoprono le pareti ed il pavimento. Seguo una scia scarlatta con lo sguardo e quasi non svengo. Mia madre giace ai piedi delle scale con l'osso del collo spezzato e l'abito impregnato di sangue. Un singhiozzo mi scuote le spalle.
Alice. Lei era fuori con me. Deve essere viva. Corro verso le cucine, ma più mi avvicino, più una brutta sensazione si impadronisce di me. Infatti, quando giungo a destinazione, resto paralizzata. Il corpo senza vita di Alice è a terra in una pozza di sangue secco, talmente ridotto male da essere quasi irriconoscibile. Mi sento svenire. Un conato di vomito mi cadere in ginocchio, poco più in là rispetto ad Alice. Aver vomitato non mi fa sentire affatto meglio. Urlo, lasciando che la paura ed il dolore esplodano dentro di me. Sento dei passi alle mie spalle.
Alzo lo sguardo su di lui.
- Voi avete fatto questo. Le avete uccise così brutalmente! - grido, ma Evan rimane impassibile.
- Ti avevo detto che se fossi fuggita, le conseguenze sarebbero state pagate. Sono stato di parola. Lo sono sempre, come quando ho detto che ti avrei trovata.
- Non vi perdonerò mai. Mai! - esclamo tra le lacrime.
- Ho anche detto di non avere bisogno del tuo perdono - ribatte tranquillamente, ma le sue parole sono come pugni diretti al mio stomaco. Mi accascio sul pavimento sporco di sangue bagnandolo di lacrime. Poi il buio mi avvolge nel suo freddo abbraccio.

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Bleeding Roses
ParanormalEleanor Donato è riuscita a fuggire dalla buia dimora di Evan Woods, con l'aiuto di una misteriosa carrozza. È tornata nella residenza della madre, che però l'accoglie terrorizzata, desiderosa di portarla indietro. Eleanor si crede finalmente al sic...