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Il buio viene squarciato da un raggio lunare che illumina lo strascico di un abito scarlatto.

- Chi c'è?

Nessuna risposta.
Sbatto le palpebre più volte nel vano tentativo di abituare gli occhi nell'oscurità innaturale. Avanzo di qualche passo ed il mio vestito si impiglia in una siepe: riesco a sentire il fruscio delle foglie.
Mi libero frettolosamente, sorgendo in lontananza lo strascico scarlatto. La luna fa capolino da dietro ciò che sembra una nube scura ed i contorni del luogo in cui mi trovo iniziano a delinearsi. Sorpresa, mi guardo intorno. Sono nel labirinto. La donna vestita di rosso svolta l'angolo ed io la seguo. So che è quello che vuole, devo solo scoprirne il motivo.

- Aspettate! - esclamo, affrettando il passo e giungendo di fronte la fontana sormontata dalle statue che hanno le sembianze mie e di Evan.
La donna misteriosa resta di spalle, accanto ad essa, lo sguardo rivolto verso le statue.
È snella ed alta, elegantemente fasciata nel suo abito, dalla fattura simile a quello di una sposa, ma anziché candido e puro, esso è rosso come il sangue. Rabbrividisco istintivamente, ma mi impongo di non indietreggiare.
Una cascata di boccoli di un castano scuro le accarezza le spalle, arrivandole fino a metà schiena ed io non posso fare a meno di ammirarne la bellezza e la perfezione.

- Chi siete? Perché desideravate che vi seguissi? - provo a chiedere, avanzando di un passo, ma un'improvvisa sensazione di gelo mi blocca.

- Adesso non è importante per te sapere chi sono io, Eleanor - ribatte la donna dopo qualche istante di silenzio. Ha una voce melodiosa, simile al tintinnio di tanti campanellini. Non si volta, continua a tenere lo sguardo fisso sulla fontana davanti a sé, ma riprende a parlare:

- Sappi però che sono qui per aiutarti. Sei una ragazza intelligente, meriti una vita che sia adatta a te. L'uomo che ti tiene prigioniera è malvagio ed indegno, ma io posso salvarti, farti fuggire davvero e stavolta sarà per sempre. Non ti troverà più. Potrai vivere la tua vita alla maniera che più desideri e senza paure o preoccupazioni. Devi solo fidarti, Eleanor.

Il gelo aumenta improvvisamente, inducendomi ad indietreggiare ancora. Le sue parole sono morbido velluto che mi avvolge e mi accarezza.

- Come sapete tutto questo? - riesco a domandare.

Emette una lieve risata.

- Mostratevi! - esclamo, correndo verso di lei, ma il gelo mi pervade e lei sparisce dalla mia vista così come il labirinto.
Sbatto le palpebre, osservando i drappeggi del letto a baldacchino della stanza di Evan. Mi sollevo sui gomiti, confusa, guardandomi intorno ed incontrando il suo sguardo penetrante.

- Qualcosa non va? Sembri disorientata - nota.

- Come sono finita qui? - domando, ma me ne pento all'istante. Possibile che si sia trattato solo di un sogno? Eppure è parso così reale...non era il frutto della mia fantasia.
Evan alza un sopracciglio, sembra sorpreso.

- Ti sei addormentata - dice semplicemente.

- Ne sono consapevole, - ribatto, - ma non...siete stato qui tutta la notte?

Fa un cenno del capo. - Ti sono rimasto accanto dal momento esatto in cui sei scivolata nel sonno fino ad ora.

- E non sono mai uscita? Dalla stanza o...dalla villa?

Adesso Evan alza entrambe le sopracciglia.

- Camminare nel sonno, volete dire? - sorride. È il segno che si sta prendendo gioco di me, in aggiunta al tono formale. Di colpo torna estremamente serio.

- Sei uscita dalla villa?

- Credo fosse un sogno, ma...

- Raccontamelo - fa un cenno della mano, invitandomi a continuare, ma il suo tono non ammette repliche.

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