Montecarlo - Monaco.

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MONTECARLO – MONACO

Nove ore di treno sembrarono interminabili per i ragazzi sebbene la maggior parte di esse le passarono tutti dormendo.
-Ragazzi siamo quasi arrivati!- esclamò Roxanne dopo che l’altoparlante ebbe annunciato la prossima fermata.
-Ragazzi che posto! Dovremo pagare anche solo per guardarlo!- esclamò Lysander ammirando i palazzi fuori dal finestrino.
-Non credo troveremo un posto dove poter mettere la tenda, verremo cacciati immediatamente- disse Lorcan.
-Tu, mio caro Lorcan, dimentichi che stai viaggiando con due astuti Serpeverde. Basteranno un semplice incantesimo anti-babbano e uno di disillusione e potremmo metterci anche nel centro del casinò!- disse Albus con una scintilla negli occhi.
-Cerchiamo comunque un posto appartato però, sarebbe meglio- aggiunse Rose.
Una volta scesi dal treno girarono un po’ per la piccola ma elegante città fino a trovare un angolo indisturbato in un parco cittadino.
-Non è il massimo, ma può andare- disse Roxanne una volta finiti gli incantesimi.
-Adesso cosa facciamo?- chiese Rose.
-C’è da chiederlo? Siamo a Montecarlo, si gioca!- disse Albus con uno sguardo sempre più preoccupante.
-Quindi hai intenzione di intrufolarti in un casinò? Per le leggi francesi siamo ancora quasi tutti minorenni!- gli ricordò Rose.
-Devo proprio spiegarti tutto? Un semplice confundus sistemerà ogni faccenda puramente burocratica-
-Mi sembra una pessima idea, Albus. Non ho intenzione di finire in prigione. E poi non è ancora ora di pranzo, saranno chiusi-
-Allora rimandiamo a oggi nel tardo pomeriggio. Mettiamo la cosa ai voti. Chi è favorevole al casinò anche se potrebbe essere necessario un confundus qui e uno lì?-
Tutti alzarono le mani tranne Rose, le braccia rigorosamente incrociate sul petto, e Lysander.
-Perfetto, 4 a 2 per noi. Se voi Corvonero siete troppo noiosi per venire con noi potete anche starvene qui. Intanto proporrei un paio d’ore di riposo, poi mangiamo qualcosa, ci prepariamo e poi ci si diverte!- disse Albus chiudendo la questione andando in camera.
-Forse è meglio se andiamo con loro e li controlliamo un minimo, non credi?- sussurrò Lysander all’amica Corvonero.
-Purtroppo hai ragione-
Tutti i ragazzi andarono a recuperare le ore di sonno perse durante il viaggio e fu Scorpius il primo ad alzarsi e ad andare in cugina.
-Che fai?- gli chiese Rose, assonnata e in pigiama.
-Cerco qualcosa da cucinare per pranzo-
-Credo ci sia della pasta nella credenza-
-E mi sa che dovremo accontentarci dell’olio perché non abbiamo altro con cui condirla-
-A me basta- rispose Rose riempiendo una pentola d’acqua e mettendola sul fuoco mentre Scorpius cominciava a mettere tavola.
-Shh, non fate rumore o potreste spaventarli. Stanno collaborando- disse Albus, entrando nella stanza, rivolto ai gemelli che scoppiarono a ridere.
-Imbecille vieni ad aiutarci- gli disse Rose andando a buttare la pasta.
-E qualcuno svegli Roxanne- aggiunse Scorpius.
Pochi minuti dopo i ragazzi, compresa una Roxanne ancora parecchio assonnata, erano seduti a tavola per pranzare sebbene l’orologio segnasse le tre passate.
-Per che ora volete andare?- chiese Rose mentre Roxanne e Lysander sparecchiavano.
-Ah quindi hai deciso di venire? Direi per le sei, va bene a tutti?-
-Sapete che gli uomini devono indossare la giacca, vero? E noi ragazze dobbiamo vestirci eleganti, altrimenti non ci fanno entrare- disse Roxanne.
-Davvero?- esclamò Albus.
-Per me non è un problema, ho sempre un vestito elegante in valigia- disse Scorpius con un’alzata di spalle.
-Io non me lo sono portato!- esclamò Albus.
-Io ho solo la giacca, non l’intero abito- disse Lorcan.
-Io nemmeno quella- aggiunse Lysander.
-Beh possiamo uscire a comprarli oppure duplicare sia l’abito di Scorpius, che più o meno ha la taglia di Albus, che la giacca di Lorc. Con una camicia sotto penso possa andare, no?- propose Roxanne.
-Voi due avete un vestito elegante?- chiese Lysander alle ragazze.
-Me n’ero portata uno e ne ho comprati altri due a Barcellona- disse Roxanne.
-Io ne ho uno e uno mi basta. Quindi? Duplichiamo o li andiamo a comprare?- aggiunse Rose.
-Io li duplicherei, se ai proprietari non dispiace. Risparmiamo tempo e denaro, intanto è per una sera sola- disse Albus.
-Per me potete fare come volete, dobbiamo duplicare anche la camicia o quella la hai?- disse Scorpius alzandosi per andare a prendere il vestito.
-Di camicie ne ho diverse, mi manca solo la giacca- rispose Albus mentre il biondo tornava in salotto con un abito giacca e cravatta blu scuro e lo posava su una poltrona.
-Geminio- pronunciò Rose sfoderando la bacchetta e puntandola sul tessuto, un secondo dopo due vestiti poggiavano delicatamente sulla poltrona.
-Su, andiamoci a vestire- disse Roxanne dopo che anche la giacca di Lorcan fu duplicata e ognuno si chiuse nella propria camera.
I ragazzi uscirono molto prima delle ragazze, tutti elegantemente vestiti, e dovettero attendere ancora 20 minuti affinché anche le ragazze fossero pronte.
-Ragazze siete bellissime- disse Lorcan non appena queste uscirono dalla loro camera.
Roxanne indossava un vestito con una spallina sola in chiffon verde acqua mentre la cugina un abito sempre in chiffon ma senza spalline e blu notte.
Entrambe avevano ai piedi un paio di scarpe con un tacco vertiginoso.
-Siete estremamente carini anche voi!- esclamò Roxanne guardando gli amici.
-Basta smancerie, andiamo- li spronò Albus dirigendosi fuori dalla tenda.
-Ehi ragazzi, dateci una mano! Con questi tacchi su un terreno così irregolare rischiamo di romperci il collo- disse Roxanne ai ragazzi già qualche passo davanti a loro.
Albus e Lysander tornarono indietro per aiutare le ragazze e, appena una decina di minuti dopo, il gruppo varcò le porte del prestigioso casinò di Montecarlo.
Appena entrati i ragazzi rimasero tutti senza parole per un momento: l’eleganza e lo sfarzo dell’edificio erano secondi solo all’arredamento al suo interno.
-Vi sentite anche voi dei poveracci?- chiese Lorcan guardandosi attorno senza nemmeno notare i cenni d’assenso dei compagni.
-Cosa volete fare?- chiese Scorpius, il primo a riprendersi.
-Penso sia impossibile rimanere tutti in gruppo. Direi di vederci davanti alla sala del ristorante alle 8, tra un paio d’ore- propose Rose e tutti acconsentirono.
Dopo aver pagato l’ingresso e confuso gli addetti ai documenti si divisero in gruppetti: Al e Scorpius si fiondarono al tavolo del Poker, Lysander e Lorcan alla Roulette mentre le ragazze si fermarono alle slot machine nell’atrio per un po’, poi fecero un giro e provarono diversi giochi.

Alle otto meno pochi minuti tutti si trovarono davanti alla Sala ristorante.
-Salve, c’è posto per sei?- chiese Scorpius al maitre.
-Mi spiace, al momento siamo al completo ma tra una ventina di minuti potremmo avere posto per voi. Se mi lasciate un nome vi metto in lista. Intanto posso consigliarvi un ottimo aperitivo al nostro bar?- rispose l’uomo in un perfetto inglese.
-Malfoy. Certo, grazie mille-
I ragazzi si diressero al bar dove ordinarono dei cocktails direttamente al bancone, venti minuti dopo tornarono dal ristorante dove il maitre li fece accomodare ad un tavolo nella Sala principale.
-Non sono mai stata in un ristorante così elegante, farò sicuramente qualche disastro- disse Rose sedendosi cercando di non sgualcire troppo l’abito.
-Beh non è tanto diverso da un qualunque altro ristorante- le rispose Scorpius mentre il cameriere si avvicinava.
-Bonsoir, je suis François et serai votre serveur, ce soir. Avez-vous décidé quoi commander des boissons?- disse il cameriere.
-Oui, je voudrais une bouteille de Bourgogne et deux bouteilles d'eau no gas, s'il vous plaît- rispose Scorpius sorprendendo tutti.
-Parli francese?- chiese Albus stupefatto non appena il cameriere si fu allontanato.
-Poco, venivo spesso in Francia in vacanza con i miei. E comunque ho solo ordinato da bere- disse lui con tono non curante.
-Avete letto il menù? Metà dei piatti non li ho mai sentiti, ed è scritto anche in inglese!- disse Roxanne girando le pagine in pergamena del menù.
-Quando avrete deciso ditemelo così, quando torna il cameriere, ordino- disse Scorpius al resto dei ragazzi.
Tutti ordinarono piatti semplici e conosciuti e, alla fine della cena, convennero tutti sulla bontà del cibo.
I ragazzi furono così galantuomini da offrire la cena alle ragazze dividendo il conto per quattro anziché per sei e, subito dopo aver pagato, tutti tornarono alle sale da gioco dalle quali uscirono a mezzanotte passata, chi vincente, chi perdente.

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