Young and beautiful

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Anche se la ragazza dagli occhi verdi era stordita al risveglio, il primo pensiero che balenò nella sua testa era che avrebbe visto Camila quella mattina, e si svegliò con il sorriso.

Lauren si alzò dal letto e dopo aver preso dall'armadio la sua felpa preferita, reggiseno sportivo e dei jeans blu strappati sulle ginocchia, corse in bagno e si preparò.
Si fiondò sotto la doccia e lasciò che l'acqua bollente percorresse il suo corpo, bagnasse i suoi capelli che aderivano sempre di più alla pelle. Le goccie d'acqua cadevano sui suoi occhi, cosringendola a chiuderli.
Osò giocare con la fantasia e immaginò quali magnifiche sensazioni ed emozioni, quali bellissimi avvenimenti, avrebbe potuto provare e vivere con Camila quel giorno.
Immaginò di vederla seduta su una delle panchine del parco, con gli auricolari all'orecchio.
Il suo sguardo perso nel vuoto e qualche ciocca di capelli che le cadeva sul viso.
Immaginava lei stessa sorprenderla da dietro, metterle le mani sugli occhi e fare la fatidica domanda "chi è?", alterando un po' la voce.
Immaginò di sfiorare la sua pelle, abbracciarla, perdersi nei suoi occhi e scoprire finalmente quale segreto nascondevano. Immaginò di essere riscaldata dal suo calore e magari condividere con lei un'auricolare, ascoltare la sua musica e scoprire quali canzoni nella sua playlist la descrivevano di più.
Un sorriso nacque sulla faccia di Lauren. Un sorriso genuino, che le faceva sentire strani sensazioni nel petto e uno straordinario senso di calma.

Alle dieci del mattino Lauren era lì, seduta su una panchina al centro di Bayfront Park.
La musica nelle orecchie, il suo cuore quando era calmo portava il ritmo di "how to save a life" dei The Fray; ma solo l'immagine sfocata di una Camila mai vista dal vivo le faceva accellerare il battito.

Alle 10:30 Lauren era ancora su quella panchina, ma Camila non c'era. "Magari abita lontano e ha dovuto prendere un pullman che ha fatto ritardo, che ne sai?" pensava tra se e se.
La verità è che aveva il terrore che Camila non si sarebbe presentata, ma un luccichio di speranza regnava nei suoi occhi quasi immersi in un mare di tristezza.

11:00 del mattino e di Camila neanche l'ombra. Lauren in preda alla rabbia, alla delusione, alla tristezza e alla frustrazione, se ne andò.
Non le avrebbe scritto, non aveva intenzione di leggere o sentire qualsiasi assurda e stupida scusa che la ragazza le avrebbe rifilato.
Il cuore di Lauren era stato deluso tante volte, così tante che ormai credeva che una pugnalata non le avrebbe fatto così tanto male, specialmente da una sconosciuta. Eppure era così, non conosceva Camila, ma poteva dire che un colpo al cuore aveva fatto più male da parte sua che da chiunque altro.

Lei non sapeva quello che era successo alla sua Camz cinque ore prima...

"Camila nonna è morta" una voce maschile le sussurrò all'orecchio alle 6 del mattino. Una mano le accarezzava la spalla e la scuoteva dolcemente.
La ragazza dormiva vicino la sorellina e scuotè la testa nel tentativo di assimilare le parole che l'avevano appena destata dal suo sonno.
Camila si girò verso la voce ed aprì gli occhi per incontrare quelli tristi del padre.
"Cosa?" Chiese lei con voce assonnata e calma.
"Nonna è morta..." Ripetè Alejandro con sguardo affranto,
"È uno scherzo vero?" Chiese lei con voce seria e triste ma il padre negò con la testa e gli occhi di Camila divennero nubi piene di pioggia pronta a cadere.
Iniziò a piangere ma il padre le disse che quello non era il posto adatto per farlo considerando la bambina che dormiva al suo fianco.

Quello doveva essere un giorno bello, avrebbe dovuto incontrare Lauren, avrebbe dovuto perdersi nei suoi occhi verdi e avrebbe dovuto sentire quello strano formicolio lungo la sua schiena quando il suo fiato si sarebbe scontrato contro la sua spalla mentre si abbracciavano strette.
E invece era in un aereo diretto a Cuba.
Non aveva la forza ne di scrivere ne di parlare con qualcuno, aveva addirittura smesso di piangere. Non aveva neanche più la forza per quello.
I suoi occhi erano spenti e guardando fuori dal finestrino dell'aereo non trovava più meraviglia in quel mondo di nuvole che la circondava. Pensò che magari sua nonna era lì, solo che non poteva vederla, ricordò le più belle avventure vissute con lei, i più bei momenti passati insieme; quando da piccola Camila non si impegnava nei compiti ma la nonna sapeva che era intelligente e le chiedeva "dov'è la mia Camila?" con sguardo serio ma allo stesso tempo pieno di amore.
Non avrebbe più visto quello sguardo. Ogni tanto i suoi pensieri dalla nonna passavano a Lauren, erano ormai le 11 e sapeva che aveva ferito la ragazza dagli occhi verdi, le avrebbe spiegato tutto quando la sua anima si sarebbe riaccesa un po', in quel momento però era in un totale stato di apatia.

Dopo aver visto la madre e la zia piangere vicino al corpo senza vita della nonna, il cadavere fù portato in chiesa.
Quell'intaccato del prete lesse male il nome della nonna, secondo il suo parere si chiamava "Josefino".
Le lacrime ovviamente non mancavano.

Quella sera ritornò a casa completamente distrutta, non voleva vedere nessuno, non voleva senire nessuno, non voleva essere toccata da nessuno, se non da una persona che era sicura le avrebbe fatto smettere di piangere, almeno per un po'.

Camila: Ridge Road, numero 47...ti prego vieni da me.

Lauren ricevette quel messaggio, ma non rispose. Aveva passato l'intera giornata a pensare al motivo dell'assenza di Camila, la rabbia aveva controllato tutto il tempo il suo corpo, quando lesse il messaggio ella svanì e si trasformò in preoccupazione.
Ma non rispose.
Si alzò dal letto, ma non rispose.
Scese le scale e uscì di casa ma non rispose.
Sapeva che la cubana aveva bisogno di lei, ma non rispose.
Arrivò a quell'indirizzo ma non rispose.
Scavalcò la staccionata che recintava il giardino e cercò la finestra di Camila che riconobbe subito dalle tende color azzurro, che sapeva essere il colore preferito di entrambe.
Tirò dei sassolini contro la finestra dalla quale usciva una luce fioca ed essa si spalancò.
Una ragazza mora e dai lineamenti brasiliani si affacciò, quella poca luce illuminava il suo viso struccato e rigato dalle lacrime.
"Chi sei?" Chiese Camila non riuscendo a identificare la figura nel buio che era illuminata solamente dalla luce della luna.
"Ciao Camz." Sussurrò Lauren con un sorriso colmo di amore, lo stesso amore che la nonna rivolgeva a Camila, e ora rispose.

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