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"Devo mettere del borotalco. Così assorbirà il sugo e non rimarrà traccia" spiego a Jack, cercando negli sportelli il prodotto. Finalmente lo trovo e mi volto, quasi facendolo volare dalle mani. Si è tolto la canottiera, restando a petto nudo ed è la quintessenza della bellezza. La pelle olivastra, i tatuaggi e l'addome scolpito. Chiudo la bocca e con mano tremante prendo la maglia che mi porge. Spruzzo molto borotalco e la ripongo sul ripiano.
"Bene, direi che il più è fatto. Magari ti posso dare una t-shirt di mio padre" cerco in ogni modo di togliere l'imbarazzo.
"Se ti dà così fastidio vedermi senza nulla addosso, va bene." Risponde, con uno sguardo intenso.
"No, io non. Va bene, fai come vuoi" mi volto in preda al rossore.
Sento, tutto a un tratto, le sue mani che mi accarezzano le braccia, ed i brividi che mi scuotono.
Mi volta e mette una ciocca di capelli, dietro l'orecchio.
"Jack, io" Ma le sue labbra mi zittiscono.
Un bacio profondo, sensuale ed eccitante. La sua mano arriva all'orlo della mia maglietta, infilandosi sotto. Risale lungo la schiena, ed io non posso fare a meno di mugolare. Mi solleva, mettendomi seduta sul ripiano del lavabo. Approfondisce il bacio, mentre io lo stringo a me, quasi febbricitante. Sono eccitata all'ennesima potenza. Ed anche lui. Faccio scorrere le mani sull'addome, sentendolo contrarsi. Mi apre le ginocchia e si infila nel mezzo. Allora sì che prendo fuoco. Mi inarco verso di lui, che sta depositando piccoli baci sul collo, passando sotto il mento.
"Dio ti prego, non fermarti " lo scongiuro.
"Piccola, devo. Tra qualche minuto, nulla mi fermerà dallo strapparti le mutandine".
Gesù e tutti i santi, sto' per scoppiare.
"Fallo ti prego".
Mi guarda, cercando l'assenso e trovandolo. Mette le mani sotto la gonna e piano, molto piano, inizia a sfilarle.
Le posa sul lavandino e sento la sua cerniera abbassarsi. 
Mi sistemo meglio, per trovare una posizione comoda e lui si fa avanti. Riprende da dove lasciato, facendo scorrere il dito su tutto il mio corpo, per sparire verso il basso. Gusto il momento in cui saremo una cosa sola. Ed ecco che si sistema, e finalmente...
La porta si spalanca, facendo entrare Moon.
"Ivy mi potresti..." si blocca all'istante, vedendo la scena.
"Oddio, io... non so che dire, scusate" esce e richiude la porta.
Lui appoggia le mani accanto ai miei fianchi e la testa sulla mia spalla.
"Mi spiace. Non ho pensato a chiudere la porta. Scusami" dico, mortificata.
"Meglio così piccola. Fare sesso nel bagno, non è il massimo. Rimandiamo ad un altro giorno, ad un altro luogo" mormora, sconsolato.
Si ricompone e mi passa gli slip.
Scendo, dopo essermeli rimessi, a capo chino. Mi prende il viso e alzandolo, dice: "Non è un no. È un a più tardi" mi dà un piccolo bacio, recupera la maglietta e usciamo. Scendiamo di sotto e...

"Ho combinato una cavolata Jo" gli dico, scendendo le scale. Lui è appoggiato al tavolo, con un fianco, a braccia conserte.
"Che hai fatto?" Domanda, senza espressione.
"Sono entrata in bagno e..." mi tappo gli occhi, imbarazzata.
"LUI era nudo?" Ringhia.
"Sì, cioè non lo so'! Ho solo visto lei e ho capito. Sono corsa via, subito. Che figuraccia" mi mortifico ancora.
"Non più di quelle che ha fatto Jack, fidati. E il sesso non dovrebbe imbarazzarti così, è una cosa naturale" e dice questo, con la sua voce roca, profonda e sexy da morire.
"Non è questo. È solo che, uffa, non so' come spiegarmi." Mi innervosisco.
Vederlo così, mi sconvolge. La maglietta stringe il torace, i pantaloni fasciano le gambe. È irresistibile, e in più ciò che ho visto di sopra, mi scatena immagini di noi due.
"Non devi, ho capito. Io capisco molte cose, soprattutto di te, piccola mia" asserisce, facendo quel ghigno che mi sballa.
"Cosa avresti capito?" Domando, appoggiandomi alla ringhiera delle scale.
"Ciò che hai visto, ti ha aperto un mondo nuovo. Un universo in cui io e te, non ci fermiamo a baci e carezze, ne's pa?" E come al solito, non sbaglia.
"Jo, io..." mette un dito sulle sue labbra, mi zittisco.
"Non con me, amore. Non devi avere vergogna di desiderarmi. Io lo faccio, apertamente. Tu mi attrai, mi ecciti ad un livello assurdo. Sogno il tuo corpo, sogno te" Afferma.
"Joker, ti prego" mi trema la voce, insieme alle ginocchia. Il fuoco mi divora.
"Jo mi piace di più. Ma il mio confidarmi, non voleva metterti a disagio. Credo solo che in una relazione, e la nostra lo è, si debba essere schietti. Non ci deve essere vergogna né tabù. Con te, sono arrapato 24 ore su 24 e mi piace. Assecondo la mia natura, dovresti fare lo stesso. Ma capisco che è tutto nuovo per te, quindi amore, procederemo per gradi" Termina. Io ho il cuore che sembra un tamburo, le orecchie che fischiano e un calore insopportabile in basso. L'immagine del volto di Ivy, dell'estasi che provava con Jack, si affaccia a tradimento, scatto e lo afferro.
"Finalmente" mormora e mi stringe.
Mi ritrovo seduta sul tavolo, mani e lingue che si intrecciano, cercando inutilmente di estinguere il fuoco.
Gli tolgo la maglietta, baciandogli il petto. Tira indietro la testa, vedo il pomo d'Adamo e non so' come, lo trovo sexy. Passo la lingua sopra e lui ringhia.
Mi strappa la maglia, mentre gli conficco le dita nelle spalle, e sgancia il reggiseno. Mi morde e mi bacia, e in ogni punto che tocca, si accende un focolaio. Armeggio con la cerniera e gli abbasso i pantaloni, mentre lui continua a baciarmi dappertutto.
Afferra un seno e quasi urlo. Perdo del tutto la testa, mi lascio andare completamente e infilo una mano nei boxer.
"Cazzo" sibila. E mi viene da pensare che ha usato il termine giusto.
È caldo e pulsante, non so' cosa fare ma lui mi aiuta, facendomi un succhiotto. Impazzisco e lo stringo.
"Ancora" sibila. Inizio a muovere la mano, mi afferra la testa e mi guarda. Non credo sia mai stato più bello di così. E mi rendo conto di amarlo.
Si appropria della bocca e ci dà dentro. Io continuo a fare ciò che stavo facendo. All'improvviso si stacca, affannato.
"Togliti i pantaloni" mi dice. Non ci penso neppure un attimo, scendo e li sfilo, lanciandoli lontano. Mi riagguanta e mi rimette nella stessa posizione. Il contrasto tra il freddo del piano in marmo ed il calore del suo corpo è favoloso.
Fa scorrere le mani sulle cosce, fissando i miei occhi. Mi mordo il labbro, quasi a sangue.
"Fermami se non vuoi. Sei la sola che può farlo. Io, io non ho volontà con te" mugola.
"Non voglio che ti fermi. Ti voglio, come mai desiderato altro in vita mia" sono sicura di questo. Sono pronta per lui. Si infila nel mezzo delle mie gambe, si abbassa di poco i boxer, e preme il corpo contro di me. Una scarica mi avvolge, la sento nella spina dorsale.
"Non si torna indietro" sussurra.
"Non lo vorrei mai" replico. Spinge ancora e io non resisto più.
"Ti prego Jo" lo supplico.
Infila un dito nei miei slip e mi sistemo meglio.
"Oh santo cazzo". Ivy!
Lui si volta e urla: "FUORI DI QUI! È NUDA!" Jack fa un balzo e sparisce, Ivy resta ferma a bocca aperta.
"Iv ti prego vattene" la imploro. Se non se ne va, lui la butta dalla finestra. Lo sguardo omicida che ha, ne è la prova.
Ivy comprende e scappa. Lui si raddrizza, mi rimette il reggiseno, mi guarda e dice:
"Mi autorizzi a ucciderli?" Scoppio a ridere.
"Non fa niente, grazie per questo momento. Mi sono sentita bene e viva. Ma la prossima volta, usciamo da soli. Se no mi sa che dovrai fornirmi tu un alibi, o aiutarmi ad occultare i loro cadaveri" sto' allo scherzo.
Ride di cuore, mi aiuta a rivestirmi e poi pensa a sé.
"Potete scendere". Chiamiamo i nostri amici. Eccoli, rossi e imbarazzati.
"Noi due dobbiamo parlare" intima Jo a Jack. Il poveretto sbianca ma non fiata.
"È tardi, piccola. Dobbiamo andare, tieni il telefono vicino" mi bacia, a lungo.
"Va bene, a più tardi." Lo saluto.
Escono entrambi e poco dopo sentiamo la macchina rombare, e dalla finestra li vediamo che partono a folle velocità.
"Scusa!" Ci diciamo insieme, io e la mia amica, scoppiando a ridere.
"Okay, tutte e due abbiamo bisogno di una pausa. Andiamo a fare una maratona film!" Suggerisce Ivy.
La prendo per mano e corro su.

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