Epilogo

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"Direi che possiamo andare, figlia mia" Anatoly, assieme ai miei fratelli, mi prende sotto braccio.
"Mi tremano le gambe" sussurro.
"Sei mia figlia, la loro sorella, e sei sua. Non c'è nulla al mondo che possa spaventarti" parla con sicurezza.
Mi raddrizzo e insieme usciamo.
Lo vedo, straordinario, nel suo smoking. Quello argento, che tanto amo.
Jack è in postazione, così come Ivy, Keith e zio Buster.
I miei fratelli, si siedono in prima fila, al posto riservato alla famiglia, subito seguiti da Oliver e dal suo team. La musica, Grateful, composta solo da violino e pianoforte si libra.
Gli arrivo davanti, Anatoly porge la mia mano sulla sua, per poi esclamare un chiaro avvertimento in russo.
Jo si trattiene dal ridere e piega appena il capo.
Poi incatena il suo sguardo al mio.
"Sei meravigliosa" esclama.
"Anche tu non sei male" lo prendo in giro.
"Bah li porto bene i miei anni, bambina" sta al gioco, Jack si schiarisce la voce e attira l'attenzione.
"Amici e parenti, siamo qui oggi..." non ascolto, lancio uno sguardo a Keith, fiero e commosso, e ad Ivy, intenta a guardare il suo Jack mentre si carezza il ventre gonfio, del loro figlio.
Le strizzo l'occhio, mimando un -tu sei la prossima-, scoppia a ridere.





Quella stessa notte... sull'isola privata della famiglia Kerinton.

"Mhhhh" smonto da lui.
"Adesso sì che è una luna di miele" dice. Gli tiro una pacca sul petto.
"Ma se non abbiamo fatto altro tutto il tempo" ridacchio.
"Colpa tua, bambina. Sei assatanata." Ride.
"Signora! Sono una donna sposata" alzo la mano mostrando l'anello enorme, e la fede.
"Sarai sempre la mia bambina" mi tira a sé, poggiandomi sul suo petto.
"Fa caldo Jo" mormoro nervosa, spostandomi.
Devo dargli il mio regalo, per questo sono tesa.
"Che c'è?" Ringhia, se n'è accorto.
"Niente. Devo darti un regalo. L'ho preso una settimana prima del matrimonio." Racconto. Si gira su un fianco, il lenzuolo che lo copriva scivola, mi lecco le labbra. Lui butta gli occhi al cielo. Mi alzo, devo distrarmi. Vado al trolley e tiro fuori il piccolo pacchetto, ricoperto di carta verde brillante.
Salgo sul letto e mi metto a gambe incrociate.
"Dunque? Sai che non sono un tipo paziente" sbuffa.
"Che palloso! Tieni..." glielo porgo.
Lo afferra e strappa la carta. Lo gira e rigira non capendo.
"Bambina, non capisco cosa sia" dice perplesso.
"Guarda bene, sei un uomo intelligente" lo stuzzico. Accende la piccola lampada e osserva con attenzione, ciò che c'è nel piccolo porta foto.
"Non si capisce nulla, è tutto nero, tranne questo puntino" esclama.
"È vero. Tu proprio di queste cose non ci capisci un'acca. È un cuore, Jo" spiego.
"Come no. Questo non è un cuore! È un nulla, non si vede neppure la forma" sbraita.
"Jo..." lo chiamo.
"Cosa?" Sbuffa.
"È il cuore di nostro figlio. Sono incinta amore. Diventerai padre" butto fuori tutto insieme. Spalanca gli occhi e la bocca.
"Davvero?" Sussurra.
"Sì, tra esattamente sei mesi e mezzo." Mi asciugo una lacrima, vedendo la sua reazione. Stringe tra le mani quel regalo, come fosse il più prezioso dono al mondo. E per lui lo è, noi lo siamo come lui lo è per noi.
Non dice nulla, osserva solo.
"I nomi li scelgo io" esclama e butta indietro la testa ridendo.
Mi afferra e per molto, molto tempo ci siamo solo noi, solo noi tre.






"Per amor del cielo, qualcuno lo sollevi e lo porti fuori!" Urla l'ostetrica, dopo che Jo è svenuto.
Io urlo in preda ai dolori di spinta, sudata e stanca. Ma alla fine, vengo premiata, sento il pianto di mio figlio.
"È femmina signora" mi dice.
Piango felice. Ci sistemano e portano nella camera, rigorosamente privata e dotata di ogni comfort.
Di mio marito e gli altri nessuna traccia.
"Portiamo sua figlia alla nursery, per dei controlli. Lei riposi" se ne va con mia figlia.
Mi metto comoda e chiudo gli occhi.
Un trambusto e una voce tuonante mi svegliano. Jack che cerca di calmare Jo è la prima cosa che vedo.
"Amore che fai?" Lo chiamo.
"VOGLIO SAPERE DOVE È MIO FIGLIO!" Sbraita.
"Con l'infermiera, nella nursery. Non c'è bisogno di dare in escandescenze" cerco di calmarlo. Si avventa su di me.
"Stai bene? Lui sta bene?" L'espressione a pazzo quasi mi fa ridere. Povera figlia mia, e poveri i ragazzi che le ronzeranno attorno.
"Sì, stiamo bene. Io e lei." Sorrido.
"Una femmina?" Esclamano tutti in coro.
"Sì, una bimba. E povera lei, con una famiglia come questa!"
Ivy ne approfitta subito esclamando: "Siiii, combineremo il matrimonio tra lei e nostro figlio JJ, sarà magnifico!" Strilla tutta felice. Jo non lo è altrettanto, così come il "nonno" e gli "zii", Keith in testa a tutti.
"Scordatelo! Lei non avrà nessun ragazzo! Non prima dei trent'anni. A costo di murarla viva!" Esclama il possessivo padre, dando vita ad un litigio epico, che vede Ivy tenere testa da sola a Jo, Anatoly e tutti gli altri.
Rido, venendo interrotta dalla porta che si apre. L'ostetrica sbianca nel vedere tutta questa gente, per di più armata, e Jo che la fissa con aria truce.
Ma il vagito di lei lo scuote.
La afferra, con estrema delicatezza, tra le sue possenti braccia.
"È... è bellissima, perfetta. Assomiglia a te amore" e dà vita ad un'accesa discussione.
"Scusate ma io dovrei procedere con l'assegnazione del nome" ci dice la donna.
"Certo, bene allora..." ma io parlo sopra di lui.
"Charlize Harleen Kerinton" esclamo. Il silenzio cade tutto insieme.
"Sei... sei sicura?" Mi chiede deglutendo.
"Certo. I nomi delle nostre madri." Sorrido.
"Bene, Charlize Harleen Kerinton, benvenuta tra noi." Esclamano ancora una volta tutti assieme.
Lui si stende affianco a me, porgendomi nostra figlia.
"Sei così bella! Assomigli a tuo padre, devi esserne fiera. Lui è bellissimo, forte e coraggioso." Mi volto verso di lui e mi perdo nei suoi occhi.
"Ti amo Jo, sempre".

Fine.




Ebbene lettori cari... anche questo capitolo giunge al termine!
Ma non vi scoraggiate, un'altra storia verrà alla luce molto presto, sempre in collaborazione con @Ceci_depp .
Intanto, se vi va, lasciate un commento e diteci cosa ne pensate.

Dedichiamo a voi tutti questa storia, lasciandovi con una piccola frase, che crediamo ben rappresenti questo libro.

Gli eroi esistono, sotto chili di trucco e follia. Il trucco, sta nel vedere sotto di essi.

Con amore, Vale e Ceci...

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