33

976 60 16
                                    

Arriviamo al locale e lui è già qui. È spettacolare, giacca argento, camicia rosso vinaccia, pantaloni neri e scarpe classiche.
Scendo e gli arrivo come un falco addosso, notando un gruppo di donne che lo mangia con gli occhi.
"Salve, signorina" mi saluta, baciandomi la mano.
"Salve a lei" rispondo e scoppiamo a ridere.
"Ehilà, salve." Saluta Keith, mentre Iv, manda messaggi in continuazione.
"Entriamo?" Chiede il mio fidanzato, porgendomi il braccio.
Veniamo superati da mio fratello e Ivy, ed essendo fuori portata di orecchio, si avvicina e sussurra:
"Sei altamente scopabile, vestita così ".
Il fuoco si propaga, ansimo.
"Grazie" mormoro, con la bocca secca. Mi tira una pacca sul sedere e arrivato al tavolo, scosta la sedia. Mi accomodo e accavallo le gambe.
"Joker, non c'è bisogno. A me sta bene che stiate insieme, non ti devi contenere" Esclama Keith lasciandomi a bocca aperta.
È strano, non è da lui.
"Stai bene?" Domando, mentre Joker siede accanto a me.
"In verità no. Capisco cosa voglia dire nascondersi per delle assurde etichette che la società impone" asserisce, ma non riesco a capire.
"Fratellone che c'è, mi devi dire qualcosa?" Chiedo.
Mi fissa, per un tempo lunghissimo.
"Non ne ho il coraggio. E ho paura di Nick".
"Di Nick? Sei nei guai?" Mi agito immediatamente.
"Non lo so Mo'. Ma..." veniamo interrotti dal cameriere, Jo prende le redini e ordina del vino e i menù della casa, per 4.
"Keith mi fai preoccupare. Qualunque cosa sia, terrò il segreto, non dirò nulla a Nick".
"E se poi non mi vorrai più bene?" Domanda.
"Non esiste. Sei la persona che amo di più al mondo, dopo chioma verde" cerco di stemperare.
"Mi sono innamorato" butta fuori.
"E perché hai paura?" Non comprendo.
"Si chiama Steve" confessa. Spalanco gli occhi.
"Oddio! È per questo? Perché sei gay? Brutto idiota rincitrullito! Ma come ti viene di pensare che non ti vorrei bene sapendolo. E comunque lo sospettavo, sei troppo perfetto per essere etero. Gli uomini etero sono tutti cretini" affermo.
"Io sono etero, bambina" si fa sentire Jo.
"Lo so' benissimo, ma tu non fai testo sei perfetto" liquido il discorso.
"Quando me lo fai conoscere?" Chiedo subito.
"Non so Moony, ne parlerò con lui e ti farò sapere" Ma è già più sollevato. Ci servono, finalmente, e passiamo ad altri argomenti. La cena è piacevole e rilassata, scherziamo e ridiamo, facendo battute. Keith sta raccontando di come lo ha incontrato, quando sento la sua mano che si infila tra le mie gambe. Una carezza lenta, poi un leggero pizzicotto. Mi manda in orbita, e faccio spazio, per consentire l'accesso. Non si nega, toccandomi nel punto più caldo. Non so' come io riesca a stare immobile e sorridere, mentre il mio cervello urla di strappargi i vestiti, subito. Gioca con me, carezzando e strofinando. Arrivo al limite, toglie la mano. Stringo le mascelle, Ivy mi guarda e capisce.
"Ehi, bello e impossibile, vieni con me fuori? Chiamo Jack e tu tranquillizzi Nick, che starà facendo i solchi nel pavimento?" Ci salva lei.
"Certo, torniamo subito" si alzano ed escono.
Mi volto e lo guardo.
"Jo che ti prende?" Domando.
"Niente, perché?" Scola l'ennesimo bicchiere.
"Non ti comporti mai così. Tutto qua" mormoro.
"Non ti sei mai vestita così. Sei arrapante da morire, ho l'uccello che mi scoppia" risponde.
Da quando è così volgare? E da quando a me piace in questa versione?
"Okay" Non so' cos'altro dire.
Si avvicina e mi fissa.
"Togliamoceli di torno. Ti voglio, troppo. Devo averti, non so' per quanto ancora riuscirò a trattenermi" fa un sorriso, io ardo letteralmente.
Rientrano e ci rassicurano.
"Nick è tranquillo. Vi ho anche fornito un alibi. Gli ho detto che ti spedivo da Ivy, perché c'è una cosa importante che devo dirgli e non voglio che tu ci sia. Non ha fatto storie" lo adoro, l'ho già detto?
"Ti devo un favore." Esclama Jo, chiamando di nuovo il cameriere, per ordinare altro vino.
All'arrivo di Jack, siamo ubriachi fradici, ridiamo come scemi e Jo ha tenuto banco, raccontando alcune sue malefatte con aneddoti divertenti.  
"Ehi, alcolizzati. Ciao ragazzina" ci saluta.
Ci alziamo per andare a pagare, Jo e mio fratello vanno alla cassa.
"È ubriaco?" Chiede Jack.
"E neppure poco" rispondo sghignazzando.
"Moon, ti voglio bene, mi sono affezionato molto a te, per cui voglio che tu sappia una cosa: Jo non beve mai. Perché quando lo fa, perde il controllo. Stai in campana, okay? Sono assolutamente certo che non ti farebbe mai del male, però stai attenta lo stesso" mi avverte.
"Vaaaa bene" Biascico.
Eccoli di ritorno, che ridacchiano. 
"Io vado a fare coming out con nostro fratello. Ci vediamo domani" mi stritola e poi agguanta Ivy.
"Ciao biondina, se fossi stato etero, ti avrei fatto una corte spietata" le stampa un bacio, dà una pacca a Jo e Jack e scompare.
Il mio uomo mi afferra per un polso ed inizia a trascinarmi fuori. Arriva alla macchina, una Lamborghini viola fiammante e mi sbatte sul sedile, baciandomi.
"Adesso sei mia" ghigna. Mi allaccia la cintura, sale al suo posto e parte a razzo. Stringo gli occhi, il cuore galoppa per la paura.
"Non avere timore, non succederà niente" sibila.
"Non ci riesco Jo" sussurro.
"Ti ci vuole un diversivo" Esclama. 
La sua mano, dal cambio, si sposta sotto l'orlo della gonna. Sposta gli slip ed infila un dito dentro. Inizio a muovermi, lui aumenta la velocità ed io spalanco gli occhi. Preme di più sull'acceleratore, tiene il volante col ginocchio e cambia marcia. Ricomincia l'assalto sempre più veloce, io scivolo sul sedile e allargo le gambe, voglio sentirlo.
"Jo fermati, ti voglio..." spinge fino in fondo, urlo e mi dimeno. Ed eccolo montare, il piacere assoluto. Sono accaldata, appagata ma non ancora sazia. Toglie la mano, afferra il volante e corre a tutta velocità.
Arrivare a casa è un baleno, inchioda, esce e mi estrae a forza. Corre e spalanca la porta con un calcio. Fa le scale a due a due, con me su una spalla. Entra e chiude a chiave.
Mi mette giù e ghigna.
"Adesso giochiamo" mi afferra e mi strappa il vestito. Io cerco inutilmente di spogliarlo, mi blocca le mani e mi bacia.
"Stai ferma" ordina, iniziando a far volare i vestiti. Mi lecco le labbra, lui ringhia. Una volta nudo, mi riprende e strappa anche l'intimo.
Mi solleva e ci schiantiamo sul muro. Mi penetra forte, tenendomi i polsi in una morsa.
"Jo" dico.
"Zitta, non fiatare" mentre pompa sempre più veloce. Arrivo al piacere, urlo il suo nome. Ma ancora non gli basta. Mi lancia sul letto, afferra una caviglia e tirandomi mi mette carponi, tenendomi i capelli, ricominciando di nuovo.
"È da quando sei scesa da quella fottutissima auto che voglio scoparti" sibila all'orecchio. Mugolo in risposta strusciandomi contro di lui. Mi afferra il seno e ci dà dentro di brutto. I colpi sono così forti che sento lo schiocco del suo corpo contro il mio, eccitandomi di più.
"Più veloce" ansimo.
Mi accontenta, mordendomi una spalla con forza. Urlo per il piacere, mi afferra i fianchi e inizia una galoppata. Vengo, di nuovo, con le lacrime agli occhi, stringendo il lenzuolo. Ma non è finita ancora. Mi gira sul materasso, mi apre le gambe e mi assale, con la bocca. Non respiro tanto sono in estasi, non si ferma mai, non lascia la mia femminilità neppure un attimo. Fino a che non ci sono, di nuovo. Altro piacere, altre lacrime. Rialza il viso, si lecca e mugola. Io non ho fiato né forze. Sale sul letto e si posiziona, solleva una mia gamba e pompa, ancora. Non so cosa gli sia preso, ma mi piace troppo così.
Arriva all'estasi e si stacca.
"Sei favolosa" mi dice. Il suo sguardo è acceso, ed è ancora eretto. Ho un impeto, lo afferro per la collana e lo sbatto giù, cominciando a baciare il petto, scendendo sempre più in basso.
Lo trovo e lo accolgo in bocca, è saporito, grosso e caldo. Succhio e lecco, lui si dimena e poi mi mette una mano sulla testa, spingendola giù, mentre lui dà dei forti colpi. Dura poco e si riversa in gola. Butto giù tutto e mi stacco. Mi asciugo la bocca, mi stendo su di lui.
"Tu sei fantastico. Mi piace questo te" lo bacio e qualche minuto dopo lo sento di nuovo duro. Lo monto come se fosse uno stallone, andando come i pazzi. Un attimo prima che venga, mi disarciona, mi stende sulla pancia e mi apre le natiche. Entra con un colpo, mi piace troppo e gli vado incontro. Mi schiaffeggia il sedere, mormora parole a mezza voce, con l'affanno. E finalmente giungiamo assieme. Mi lascio andare.
"Jo, possiamo fermarci un attimo? Non ce la faccio più." Lo prego.
Ma lui è di un altro avviso. Si alza e prende la sua cravatta, che è sulla sedia. Mi lega i polsi e li assicura alla testiera del letto.
"Questo era solo l'antipasto bambina. Arriva il piatto forte adesso".
E per il resto della notte, sono il suo giocattolo.
 

SIAE SU AMAZON Hurricane J- Rapita da Joker Volume 3.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora