Sono passati giorni, dalla visita di Wayne. Sono fuori dal centro, che mi godo la mia ora d'aria. Me ne sto ferma, nello stesso punto. Perché è questo che voglio far pensare loro.
In realtà, sto osservando l'ambiente circostante. Perché? Perché voglio fuggire. Tutto ha inizio qualche giorno fa, una sera, dopo il solito giro di controllo due guardiani/ infermieri, si sono fermati a poca distanza dalla mia porta. Hanno guardato dentro la mia camera e, insospettita, ho finto di dormire.
"Certo che è proprio un grande spreco. È così bella, ma va a perdere la testa per quel mostro" dice uno.
"Ci credo che gliela hanno portata via. Non solo è vecchio, ma anche pazzo e criminale. Comunque sia, secondo me lei non durerà molto. Anche facendole prendere aria, non si risolverà nulla. L'ha plagiata" interviene l'altro.
"Beh, guarirà. Loro in questo sono i migliori. La rimetteranno in sesto e poi lui la porterà lontano. E finché non saprà la verità sarà a posto" insinua. Tendo le orecchie, non capendo cosa sia questa verità che mi è stata nascosta.
"E come farà a scoprirlo? Nessuno le dirà mai che lui è venuto a riprendersela. La Waller e Wayne scuoierebbero chiunque fosse così stupido. E poi, lui la crede morta, problema risolto" termina ridendo. Io sono immobile, col cuore che mi scoppia e la rabbia che mi brucia. Lui era venuto per me, ecco perché mi ha sedata. E gli hanno detto che ero morta, così non sarebbe più tornato!
Ed ecco in poche parole, il motivo di tutta questa mia finzione. Devo scappare, devo andare da lui. Dall'amore della mia vita. Aspettami Jo.
Mentre penso e ricordo, vedo sul lato ovest dell'isola degli strani movimenti. Delle persone, su quella che ha tutta l'aria di essere una zattera, che si dirigono verso il relitto di un vecchio sommergibile. Se il mio calcolo è giusto, queste persone stanno per fuggire. Tutto ciò restringe di molto i miei tempi di azione. Ho studiato nei minimi dettagli la costiera impervia, calcolando millimetricamente il punto d'impatto, quando salterò giù. Ho tenuto conto del vento, della forza del mare ed ho appuntato tutto nella mia testa.
Ma non posso attendere ancora, se quelle persone vanno via, resterò confinata qui e poi verrò portata chissà dove da quel maledetto Batman. Non posso, io devo andare via adesso.
"Lake, non avvicinarti al bordo" mi ricorda distrattamente una guardia.
"C'è della gente lì" gracchio.
"Cosa?" Chiede lui.
Indico e vedo che impugna il binocolo.
Si avvicina, seguito dal collega, io indietreggio.
"Ferma lì che controlliamo" mi guarda appena.
Sono concentrati su quelle persone, così tolgo le scarpe, prendo fiato e...
Spicco il volo, buttandomi giù. Affondo e mi tolgo il camice, devono credere che sia annegata. Nuoto sott'acqua per un bel tratto, finché non trovo delle rocce. Emergo e prendo fiato, sentendo l'allarme che suona in quel posto maledetto.
Ricomincio a nuotare, fermandomi ogni qualvolta trovo un nascondiglio. Sono stanca, quasi allo stremo ma i suoi occhi mi appaiono, dandomi lo sprint che mi serve. La zattera inizia ad avvicinarsi, così inizio ad urlare.
"AIUTOOOOOO, aiuto vi prego!" Continuo a nuotare e mi fermo spesso per attirare l'attenzione dei naufraghi.
E quando la speranza sta per morire, lo sento: "È una ragazza, dobbiamo aiutarla" dice l'uomo. L'adrenalina va alle stelle, nuoto più veloce, loro remano nella mia direzione.
Ed eccoli, finalmente.
"Aiuto vi prego, mi prenderanno" strillo.
L'uomo con capelli biondi ed una folta barba, mi afferra e mi issa.
"Chi ti prenderà?" Domanda, sfregandomi il corpo per scaldarmi.
"Loro, quelli della A.R.G.U.S! Mi tengono rinchiusa, contro la mia volontà. Perché mi sono innamorata di un criminale, perché lui è più grande, perché sono minorenne. Batman mi ha portata qui, mesi fa, su ordine di mio fratello dopo che ci ha scoperti. Vi prego... aiutatemi" li supplico. I due uomini mi osservano straniti. Poi il biondo allunga la mano e dice: "Benvenuta, ti aiuteremo. Io, sono Oliver Queen" Stringo la mano e, subito dopo, perdo i sensi.Gotham City, adesso.
Scolo l'ennesimo drink, di una serie infinita, mentre picchietto l'indice sul bastone. Mi guardo attorno, senza vedere niente. Il tipico atteggiamento dei morti. Ed è ciò che sono io, morto, spento e privo di sentimenti. Lei non c'è più, morta, andata per sempre.
Nonostante sia passato del tempo, nonostante la mia rappresaglia, io sto sempre di merda. La notte urlo, in preda agli incubi, di giorno invece, bevo e mi drogo. Se non sono in me non penso, se non penso non ricordo, se non ricordo non soffro. Non muoio ancora di più.
Non mi dà soddisfazione neppure vedere i risultati della mia vendetta. Nick paralizzato, Drake muto e sfigurato. Liam sparito nei ghetti della città. Dice che sia un senzatetto, drogato e pazzo. Dopo che ha saputo di Moo... di lei. Mi appoggio allo schienale ed aspetto che il veleno faccia effetto.
Ma il destino, non ancora soddisfatto del suo accanirsi contro di me, gioca una nuova carta. Una canzone, che racchiude il mio essere. Lost Boy, ragazzo perduto.
La droga non riesce a scacciare i pensieri, i ricordi. La canzone mi entra in testa, non ho più ascoltato musica da che lei... neppure il nastro che registrò per me. L'ho bruciato, buttandolo nel camino, dopo aver pianto e spaccato tutto. La vedo, la immagino, mentre canta. Quella sua voce dolce, ma così pura e potente. Ricordo, il suo viso, le sue mani e il modo in cui mi guardava. L'amore che aveva per me, ma che l'ha uccisa. Un'altra vittima innocente, la maledizione che affligge i Joker. Vorrei tornare indietro, ad un altro tempo. Non l'avrei mai assecondata, l'avrei amata di nascosto ma, almeno, sarebbe viva. Con un altro uomo, sposa e poi madre, viva e felice. E invece no, non saprà mai cosa vuol dire avere una famiglia ed io insieme a lei. Non sarò mai marito, mai padre. Sarò solo, come era stato deciso per me.
Finalmente la droga inizia a pompare nelle vene, mi anestetizza e scaccia il dolore, cancellando anche lei. Mi alzo, ghignando, vado a far proliferare i miei affari. Parlo con molta gente, stringo accordi. Ma non mi importa. L'unica cosa che conta è far morire questa città, di modo che lui soffra, come soffro io.
"Ehi, Jo" mi chiama Jack.
"Ehi" con lui non fingo, non sono cattivo.
"Andiamo a casa. Non devi per forza..." ma alzo una mano e lo interrompo.
"Devo. Tra qualche tempo sarà un anno. Sarà il mio compleanno, di nuovo. E lei non canterà per me, non più" mi volto veloce, non voglio che mi vedano piangere.
Posso dire o fare ciò che voglio, uccidermi lentamente con quella roba ma nulla potrà cambiare o scacciare il dolore e l'abisso che ho dentro.
Prego il destino, di essere benevolo per una volta e darmi la morte.
Ma lui, ha in serbo altro per me.
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SIAE SU AMAZON Hurricane J- Rapita da Joker Volume 3.
FanfictionPubblicato il 9 febbraio 2017. Terzo ed ultimo capitolo della trilogia de Rapita da Joker. Trailer presente. Si può vedere solo al seguente link. https://www.youtube.com/channel/UCwkhYiFc42OgQ9NKXTt6pMA CONTENUTI HOT. STORIA GIÀ INSERITA NELLA CATE...