41

641 59 15
                                    

Mentre siamo qua che aspettiamo Jack, richiamato da Jo, io ricevo una telefonata da mio padre.
"Pronto papà" dico, felice di sentirlo.
"Torna immediatamente a casa ragazzina!" Urla invece lui, furioso.
"Papà che succede, qualcuno sta male?" Domando preoccupata.
"No, ma l'unica che tra poco starà male sei solo tu. Torna a casa IMMEDIATAMENTE!" Tuona e riattacca.
Io automaticamente scoppio a piangere, ma che cavolo gli è preso.
Vado nell'altra stanza e vedo che Jack è tornato, appena mi vede in questo stato si precipita da me.
"Ehi Ivy che è successo?" Mi dice molto preoccupato.
"Mi ha chiamato mio padre, è furioso con me non so il motivo, puoi portarmi a casa?" Dico tutto ciò cercando di calmarmi. Dopotutto non ho fatto niente di male, che cosa potrà dirmi.
"Certo tesoro, vieni però calmati" e mi accarezza il viso togliendomi le lacrime.
Jack fa un cenno a Jo, il quale lo congeda e andiamo in macchina.
In tutto il tragitto milioni di sensazioni, di pensieri, mi invadono la mente.
Jack non dice nulla, si limita a mettermi la mano sul ginocchio per farmi forza e io, gliene sono grata. In questo momento non ho la forza di parlare.
Arriviamo a casa e non voglio scendere, ho paura.
"Vuoi che venga con te o che ti aspetti qua?"
Dice lui, dandomi dei bacini su tutto il viso.
"No Jack vai pure a casa, tanto ormai è sera e io comunque sarei rientrata. Ci vediamo domani" lo tranquillizzo.
"Ok. Ma chiamami quando hai finito di parlare con i tuoi. E stai tranquilla, cosa vuoi che sia?" E lo dice con quella sua espressione buffa, che mi strappa un sorriso.
"Ecco è così che devi stare, sei brutta quando piangi ragazzina" e mi dà un buffetto sul naso.
"Ah ma che gentile. Dai ora vado ti chiamo dopo. Grazie per avermi calmata. Ti amo!" Saluto.
"Ti amo anche io" e ci incolliamo, fino a che abbiamo fiato.
Scendo e lo guardo andare via, non appena la macchina sparisce, entro in casa.
Sento che c'è un clima teso, ma che sarà successo?
Mi tolgo il giacchetto e vado in sala, dove mia mamma e mio papà sono riuniti.
"Ciao a tutti" dico sorridente, cercando di spezzare un po' questa tensione.
"Dov'eri?" Chiede mia mamma.
"Con degli amici di scuola perché?" Le rispondo.
"Perché non ci hai detto niente eh, perché? " Domanda Papà.
"Perché di solito dico solo che esco, non mi sembra di avervi mai informato con chi" dico, non capendo il punto della questione.
"Non è questo quello che intendeva tuo padre" chiarisce la mamma.
"E allora cosa intendeva?" Dico mentre mi siedo.
"Perché non ci hai detto che esci con il braccio destro di Joker?" E qua il mondo si ferma. Chi glielo avrà detto? Oddio.
"Io... non..." cerco di prendere tempo.
"Mi hai deluso" e queste parole dette da mio padre, sono quelle per cui il rubinetto delle lacrime si apre a dismisura.
Io e mio padre abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto. Fino ai 12 io mi volevo sposare con lui, era il mio principe azzurro, a volte anche la mamma era gelosa del nostro legame.
Se tornava a casa e io non gli saltavo a dosso per farmi riempire di baci, metteva il muso. Come io mi arrabbiavo se appena arrivato, non mi chiama e mi diceva: "principessa papà è tornato". Sono sempre stata attaccata a lui, dicono anche che ci assomigliamo tantissimo e quindi, dicevano sempre alla mamma e al papà che non potevo essere figlia di nessun altro.
Quindi sentirsi dire queste parole mi ha trafitto il cuore, fa un male cane.
"Papà" cerco di parlare.
"Non mi chiamare papà! Vai in giro a fare la..." È paonazzo.
"Caro" viene interrotto dalla mamma: "non dire cose di cui poi ti pentiresti".
"Vai in giro a fare cose che di certo noi non ti abbiamo insegnato." Si corregge.
"Ma papà cosa sto facendo di male? Ho diciotto anni e mi sono innamorata di un ragazzo più grande. Non è cattivo, mi ama." Gli dico singhiozzando.
"Come fate a stare insieme? Come fai a sapere che non si stancherà di te? Che ti getterà come roba vecchia e usata non appena sarà passata l'euforia della fidanzata giovane?" Urla lui.
"Papà tu non lo conosci, non farebbe mai una cosa così. È un uomo di parola e io mi fido ciecamente di lui. Magari se tu lo conoscessi..." mi interrompe di nuovo.
"NON se ne parla. Sei impazzita? Tu lo devi lasciare. E su questo non si discute." Mi intima lui.
"Papà non farmi questo ti prego. Voi siete i miei genitori. Non dovreste volere il mio bene? La mia serenità ? La mia felicità? Perché la mia felicità è LUI" ora urlo anche io, non può dirmi di lasciarlo giudicandolo senza neanche conoscerlo.
Intanto anche la mamma sta piangendo silenziosamente.
"Bene allora non c'è altra soluzione Ivy." Resta un po' in silenzio, e poi sgancia la bomba finale.
"Devi scegliere: se stai con noi, in questa casa, lo dovrai lasciare. Altrimenti stai con la tua felicità, visto che noi non te la diamo, ma in questa casa non metterai più piede." Dice risoluto.
"Carter che dici, per l'amor del cielo, è nostra figlia!" Dice la mamma, piangendo ancora più forte cercando di far rinsavire papà.
"Papà ti prego non farmi questo" imploro.
"Se dici così evidentemente hai già scelto. Hai mezz'ora per uscire di qua." Si alza e se ne va.
"Mamma" vado da lei e il mio pianto aumenta sempre di più, come il suo del resto.
"Vedrai figlia mia lo farò rinsavire, ora è accecato da questa cosa, scoperta per caso." Afferma. Ma non credo sia la verità.
"Ma anche se non mi ha fatto parlare, ha capito da solo che io avrei scelto Jack in ogni caso, ma non vuol dire che con questo io non vi voglia bene" le spiego.
"Lo so tesoro, lo so. E io ti appoggio bambina mia, perché ho visto la luce nei tuoi occhi nel difendere questo Jack e sono convinta che l'abbia vista anche tuo padre. Dagli un po' di tempo." Mi dice.
"Vado a prendere un po' di vestiti". Arrivo in camera, prendo le cose essenziali e le infilo in un borsone. Scendo giù e mio padre non si fa trovare. Saluto la mamma, mi avvio in strada senza una meta precisa, ho solo voglia di camminare.

Ma dove sarà finita? È possibile che ora mi debba preoccupare anche per Ivy.
La chiamo da un'ora ma niente, il telefono è spento o non raggiungibile.
L'ho lasciata a casa sua tre ore fa, dovrebbe aver finito di parlare con i suoi. Le avevo detto di chiamarmi non appena finito, ma non l'ha fatto, le ho lasciato un po' di tempo, magari doveva metabolizzare qualcosa. Poi però ho iniziato a chiamarla ma lei non rispondeva, e se penso a ciò che è successo a Jo... non sto per niente tranquillo.
"Jack stai facendo un buco nel pavimento" mi dice Keith.
"Sono nervoso, non mi risponde, e non so cosa stia facendo" affermo duramente.
"Quella biondina, tanto è sbadata che è capace si sia addormentata" mi dice Jo.
"Sarà, ma io la vado a cercare" prendo le chiavi della macchina e mi avvio alla porta. Apro e me la ritrovo difronte tutta bagnata, visto che sta diluviando, con un borsone e in piena crisi pianto.
"Cristo Ivy, che cosa è successo?" La faccio entrare, chiudo la porta e l'abbraccio, lei lascia cadere il borsone e mi stringe a sua volta.
Intanto sento gli altri che sono venuti a vedere cosa fosse tutto questo trambusto.
Si stacca un po' e prova a parlare
"Io... lui... ho scelto... allora mi... cacciata. Camminato... la strada... non sapevo" dice tutta sconnessa, singhiozzando, e non capisco niente.
"Tesoro calmati non capisco così" le dico afferrandole la testa.
"Sta avendo una crisi di panico" mi dice Keith.
"Massaggiale la schiena io le vado a prendere un bicchiere d'acqua e magari anche un tè caldo" e sparisce.
"Ivy guardami, respira con me lentamente. Inspira, espira, inspira, espira... Così brava, lentamente" le faccio fare questo, mentre Jo senza chiedergli niente, si è avvicinato per aiutarmi e le sta massaggiando la schiena con movimenti circolari.
Kieth è arrivato le ha dato il tè, io ho preso un coperta ce l"ho avvolta e l'ho fatta sedere sul divano.
"Ehi biondina stai meglio? " Le domanda Jo, non lo ammetterà mai ma si è preoccupato anche lui.
"Si grazie a tutti" dice un po' imbarazzata.
"Mi racconti cosa è successo?" Le chiedo massaggiandole ancora la schiena.
"Mio padre ha scoperto la nostra relazione, mi ha dato un ultimatum  facendomi scegliere tra loro e te." Mi dice guardandomi.
"E tu hai scelto me?" Dico incredulo.
"Certo non potevo fare altrimenti Jack, io ti amo non posso più stare senza di te, ora che ti ho trovato." Mi dice, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Ma non è ovvia, almeno non per me. Nessuno mai mi aveva mai scelto. Sono sempre stato emarginato, tranne che da Jo e da questa ragazzina, che mi sta salvando così tante volte.
"Questi cazzo di parenti di merda, si facessero un vita" ringhia Joker, andando via, e Keith lo segue.
"Ivy ti amo. E spero di essere all'altezza delle tue aspettative, hai lasciato i tuoi genitori per me. Io non so come ricambiare questo gesto" le dico sincero.
"Non devi ricambiare niente. Va bene quello che fai. Anche se ora una cosa ci sarebbe" mi dice con sguardo perverso.
"A cosa stai pensando ragazzina?" Ma lo so già.
"A me e te, nudi nella vasca da bagno" dice, sfiorandomi l'addome con un dito. Non faccio discorsi, l'alzo di peso, lei rilascia un piccolo urletto e corro in bagno.
E per questa notte non penso a nient'altro se non a lei.

SIAE SU AMAZON Hurricane J- Rapita da Joker Volume 3.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora