47 Smile of Madness

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Keith pov
La porta si apre di scatto, è sera inoltrata. Io e Ivy, senza bisogno di dirci nulla corriamo.
"Ti prego dimmi che l'hai" ma mi blocco, vedendo l'espressione di Jo.
Occhi iniettati di sangue, tremito ed un sorriso inquietante ed enorme.
"Che succede?" Chiedo a Jack, o Buster, al primo che mi risponde. Butto un occhio ad Ivy che è diventata di pietra, non appena ha visto la faccia di Jack.
"Io lo porto in camera. Ha bisogno di riposo" si affretta Bus. Ma Jo è di altro avviso. Ci guarda e scoppia a ridere. Mi rilasso, aspettandomi di vederla spuntare da un momento all'altro.
"Lei, non tornerà mai!" Urla, iniziando a saltare.
"Non era lì?" Domando, ancora.
"Oh c'era, eccome. E poi, puff! Svanita come sabbia nel vento" dice.
Ivy gli si fa sotto e gli rifila due ceffoni.
"Dove cazzo è la mia amica!" Tuona. E lui si spegne. Muta, la afferra e la stritola.
"Si è uccisa. Due giorni fa. Non sono arrivato in tempo. Se solo avessi..." e crolla, pietosamente. Non riesco a dire nulla, le orecchie ronzano e il cuore palpita.
"Si era lasciata andare. Aveva semplicemente smesso di lottare, di vivere. Finché non è stato troppo. Ha ingoiato qualcosa e si è uccisa" parla Jack.
Il mondo smette di girare, il cuore di battere ed i pensieri si annullano. Resto così, immobile e inebetito, con solo l'immagine della mia sorellina, la mia adorata sorellina, davanti gli occhi.
Mi trascino in salotto e mi siedo, osservando senza vedere il fuoco nel camino. È andata, morta. Ed io muoio con lei.
"Keith?" La voce di Jo mi cerca.
Mi si piazza davanti, mi alza il volto.
"Perdonami" dice.
"Io... tu... no. Non è colpa tua, la amavi. Lui, loro. Ti prego dimmi che sono morti o in procinto di diventarlo" gli chiedo.
"Sono morti. Tutti!" Conferma.
"Non mentire Jo. Non serve, non più." Si intromette Buster.
"Sono tutti vivi. Nick, Drake e Liam. Ma per poco ancora, te lo giuro" continua mio cognato, perché questo è per me, Jo.
"La pagheranno. Vivranno il resto della loro vita con lei sulla coscienza. La morte sarebbe un dono, ed invece la devono viverla come un castigo" ed ecco Ivy.
La guardo, le sorrido e la mente cede. Mi rannicchio e lascio che tutto svanisca, rifugiandomi in un luogo lontano, distante.

Ivy pov
Riesco per non so quale motivo, a reggermi ancora in piedi. Sono annientata, la mia amica da una vita non c'è più. Loro l'hanno uccisa. L'urlo esce senza controllo. Comincio a picchiare i pugni sul muro, rompo tutto ciò che mi capita a tiro, e poi... poi me la prendo anche con lui, con loro.
"È COLPA VOSTRA! TU... TU CHE TI CREDI COSÌ GRANDE, INVINCIBILE! L'AVETE LASCIATA MORIRE. CHE SIATE MALEDETTI" un altro grido, straziato. Scappo in camera di Jack, mi ci chiudo, ignorando i suoi richiami al di là della porta. Do' sfogo a tutta la rabbia, il dolore e la devastazione. Poi, crollo, rannicchiandomi sul pavimento. Estraggo il telefono e guardo le nostre foto. Sempre insieme, sorridenti e felici. Complici per tutto, in tutto. Le volevo bene, più che a me stessa. Ricordo ancora, con vividezza assoluta, i momenti che seguirono l'incidente, quando perse i genitori, la possibilità di ballare. E poi vedo il suo viso, l'implacabile Nick, sempre pronto a toglierle qualcosa. Così gretto, ottuso e ossessionato da lei. La fece lasciare con Drake, beh non che fosse una gran perdita, la chiuse in un bozzolo e la tenne sotto ferreo controllo. Smosse mari e monti per averne la custodia, la ottenne. E di lì sempre peggio, controllava, soffocava, senza respiro, senza pietà. E adesso questo. Le ha tolto l'amore, la gioia e infine la vita. Sento chiaro, lampante, in me il potente focolaio dell'odio. Rivedo Jo, Keith, i loro visi e cuori distrutti dalla cattiveria di loro tre. Mi rialzo, fiera e determinata, prendendo la mia decisione. Sarò la sua amica, sorella, un'ultima volta. Farò ciò che va fatto.
Io, la vendicherò.
Sorrido, pongo un bacio alla sua foto e, mentre scendo, penso: "Ti voglio bene, Moonlight".
Keith è andato, Jo non ne parliamo. Continua a passeggiare avanti e indietro, con quel sorriso orribile mentre gli occhi sono due pozzi neri, due abissi profondi.
"Bene, dato che nessuno di voi ha intenzione di fare qualcosa, ci penserò io. Buster, so che tutta la storia di Liam è stata architettata con la complicità degli sbirri, li chiami e dica di rilasciarlo. Jack, metti in moto la macchina" ordino, per poi affiancare Jo.
"Jo, devi darmi la combinazione del sottosuolo. Devo accedere al tuo arsenale" lo chiamo, dolcemente.
Mi guarda, e vedo tutta la distruzione che vi è in lui, e il mio proposito diviene ancora più forte.
"La sua data di nascita" mormora, voltandosi di nuovo a osservare il fuoco nel camino. Gli depongo un bacio sulla spalla e scendo.
Digito 06/08 e la porta si apre, dandomi accesso a quel mondo. Sarebbe spaventoso, per una persona normale, ciò che vi è all'interno. Pistole, fucili, mitraglie e ogni genere di mazza, bastone e tanto altro.
Faccio un giro, osservo attenta, facendo un minuzioso esame delle armi. Alla fine la vedo, una grossa mazza chiodata. Rimembranze delle lezioni di arti marziali, mi ritornano alla mente. Ricordo cosa ci disse l'istruttore, come mettere fuori gioco l'avversario e causare danni permanenti. Il sorriso si apre, diventando un ghigno. Rivedo, solo per un attimo, la mia amica, sorella. La furia smania per uscire, afferro l'arma e la libero. Chiudo il pesante portone blindato, corro di sopra. Arrivo svelta alla macchina, entro e Jack mi dice:
"Prima tappa?".
Non lo guardo, ghigno soltanto, rispondendo: "Nick". Scoppia a ridere, mentre vedo le lacrime scendere.
"Le volevo bene davvero" sussurra.
"Lo so. Per questo non meritano pietà." Non dice nulla, sa che ho ragione.
"Per lei, per Jo e per me, te e Keith. Vale la pena sporcarsi le mani, ma quanto è vero Dio, la vendicherò" ringhio.
Pesta il piede sul pedale e la luna, in quel momento, scaccia anche le nubi.

La luce in casa dei Lake è accesa. Riesco anche a vedere la sagoma di lui, che fa avanti e indietro.
Prendo un respiro, Jack mi stringe la mano.
"Non sei costretta se non te la senti" mi dice, carezzandomi.
"È questo il punto. Io voglio farlo. Mi hanno, ci hanno, portato via Moon, ma non è solo questo. La sua vita è sempre stata un inferno, tu non lo sai. Lui la controllava, la opprimeva e ancor peggio con la morte dei suoi. Non le dava mai pace, non sopportava fosse felice. Ed io, ho iniziato a credere che..." mi zittisco, per l'orrore del pensiero che ho sempre avuto.
"Che cosa, ragazzina?" Domanda.
"Che lui non l'amasse come una sorella. Che fosse ossessionato perché ne era innamorato. Vedevo come la guardava, e non mi ha mai ispirato tanto. Lui mi faceva paura e sentivo qualcosa dentro, una sensazione" confesso.
"Ne sei certa?" Mi chiede, sbigottito.
"No, certa no, ma ho sempre avuto questo sentore." Spiego.
"Beh, mi fido del tuo istinto. Se tu lo credi, probabilmente è così." Mi conforta, come solo lui sa fare.
"Jack, se mi spingessi oltre, mi ameresti ancora?" Ed ecco il mio terrore più grande.
"No Ivy, ti amerei di più..." mi tira a sé, aspiro il suo odore e, come per magia, ritrovo la forza.
"Andiamo" ordino. Smontiamo, entriamo nel portone usando la mia copia delle chiavi.
Quando varchiamo la soglia, non se ne accorge.
Ma la sua vista mi scatena un turbine di sentimenti. Il più forte e profondo è odio allo stato puro. Chiudo delicatamente la porta, poi parlo:
"Ciao Nick" lo saluto. Si volta di scatto e vedo che non è ancora guarito del tutto, dal precedente pestaggio.
"Che cosa fate qui? Mi avete già punito abbastanza" sibila.
"No, ti sbagli. Non sarà mai abbastanza. Tu non lo sai, ma ne sono successe di cose, in questi giorni.
Lui l'ha trovata, è andato a riprendersela. Dopo aver messo a ferro e fuoco la città. Ma questo non è importante" faccio una pausa. Lui muta espressione, infuriandosi.
"Non gli permetterò mai di toccarla ancora. La farò portare via di nuovo" sibila.
Rido, di gusto.
"Non puoi, non più. Sai Nick, il tuo assurdo piano, di tenerla tutta per te, non ha funzionato. Ma già che ci siamo, voglio dirti tutto, prima di... beh, è un altro discorso questo. Io so, ho capito. Tu sei malato Nick, come lo è il tuo amore per lei. Che non è fraterno. Non sopportavi nessuno con lei, perché ne eri innamorato. Ora lo so, vedo con estrema chiarezza. Ma sai, una cosa è certa" prendo fiato rincuorata dalla colpa che trovo sul suo volto. Avevo ragione, l'amava.
"Lei non sarà mai tua. E non per l'amore che aveva per Jo. Ma per il semplice fatto che, ha preferito morire che vivere con te" sibilo, ridendo. Lui sgrana gli occhi, fa per parlare ma lo fermo.
"Sì è uccisa, due giorni fa. Non ha retto e si è tolta la vita. TU MOSTRO, ADESSO PAGHERAI PER QUELLO CHE HAI FATTO." Urlo.
Alza le mani, ma lo fa con un attimo di ritardo.
La mazza, piomba su di lui, implacabile.
"Adesso giochiamo" Rido. E per un bel po' lui, diviene il mio giocattolo.

"Ivy basta! Lo ucciderai!" Mi ferma Jack, subito dopo aver sentito il rumore della sua spina dorsale che si è spezzata. Mi piego su di lui, che soffre.
"Adesso, non farai più del male a nessuno. Adesso, non farai più paura. Sarai solo un poveraccio sulla sedia a rotelle. Adesso, la mia vendetta è terminata. Ti lascio vivere, con il rimorso di averla ammazzata, costretto ad una vita a metà. Addio mostro" mi rialzo, apro la porta e me la richiudo alle spalle. Entro in auto, silenziosa. Poco prima di arrivare a casa di Joker, chiedo a Jack di fermarsi. Corro fuori dall'autovettura e, alzando il viso, urlo tutto il mio dolore, la mia rabbia e l'amore per quell'anima che ho strappato via, per l'amica che mai più rivedrò e per me, per la ragazza che ero. La ragazza che è, irrimediabilmente, perduta.

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